Roberto Fico ha cominciato a lavorare sul mandato ricevuto da Sergio Mattarella, incontrando sia i rappresentanti del Partito democratico che del Movimento 5 Stelle. Per Francesco Forte, economista ed ex ministro delle Finanze, verosimilmente il tentativo del Presidente della Camera andrà a vuoto: «Quella di Mattarella è stata una scelta obbligata dopo il mandato alla Casellati. Logica vorrebbe che dopo il tentativo di Fico, il Capo dello Stato facesse valutare se il centrodestra è in grado di governare da solo. Potrebbe arrivare facilmente alla maggioranza al Senato con l’appoggio del gruppo misto e forse trovare sostegni per fare lo stesso alla Camera».



Se anche questo eventuale tentativo dovesse andare a vuoto, non resterebbe che la strada di un Governo di transizione…

La mia tesi è che a questo punto questo Governo di transizione o di unità nazionale, salvo che non serva a tornare alle urne – cosa che giustamente Mattarella non vuole, anche se probabilmente darebbe una vittoria più chiara al centrodestra, visto che il Movimento 5 Stelle con la strategia dei due forni ha perso consensi – riproporrà lo stesso schema. 



Cosa intende dire professore?

Chi entrerebbe in quel Governo? I partiti cosiddetti responsabili. Quindi o entrano tutti, cioè M5s, Pd e centrodestra, oppure si formerà un esecutivo in cui qualcuno di questi partiti non entrerà e che rappresenterà in gran parte il centrodestra. Siccome esiste una maggioranza potenziale nel Paese, e anche nel Parlamento mediante operazioni di trasformismo alla Giolitti, quel Governo sarà comunque politico: non lo considererei tecnico.

Prima ha detto che le elezioni anticipate potrebbero dare una vittoria più chiara al centrodestra. Perché allora non tornare al voto?



Perché non possiamo permettercelo. Il punto è che le elezioni anticipate potrebbero essere utili se l’Italia fosse libera di scegliere, ma noi rischiamo il commissariamento se non mettiamo in campo un programma quadriennale di rientro dal debito e di ristrutturazione dell’economia per risolvere il problema della disoccupazione. Andare al voto non aiuta a gestire le crisi di grandi aziende come Alitalia e Ilva. Abbiamo poi un sistema bancario non ancora del tutto sistemato. 

Dunque, da un lato la politica non sembra in grado di formare una maggioranza di Governo, dall’altro le elezioni anticipate che potrebbero portare chiarezza non ce le possiamo permettere. Come ne usciamo?

Bisogna utilizzare con saggezza e moderazione il programma di centrodestra, che è più o meno simile a quello che hanno adottato in Germania e in Spagna e che non è stato ancora adottato in Francia perché Macron trova ostacoli. 

Ma chi governerebbe con il centrodestra?

Il Pd non può dire di no al Governo di responsabilità. Dopodiché si tratta di capire se i 5 Stelle ci vogliono entrare, diventando però minoranza. E anche Salvini dovrebbe accettare il Pd. Credo sia più probabile che diventi un esecutivo formato dalla coalizione di centrodestra e da una componente del Pd…

L’ala renziana?

Più che l’ala renziana, che è più un elemento culturale che politico, direi l’ala moderata, che è anche rappresentata nell’attuale esecutivo, in cui ci sono ministri che potrebbero funzionare bene anche nel Governo di responsabilità, come Minniti o Gentiloni stesso. Non sarebbe però certo possibile un impegno di Renzi in prima persona.

(Lorenzo Torrisi)