Se l’ipotesi di una trattativa con il Movimento 5 Stelle rischia di spaccare il Pd, sul fronte centrodestra c’è un Matteo Salvini che resta a guardare la partita del governo apparentemente con distacco, ma comunque da spettatore interessato. Il leader della Lega, come riportato da Rai News, ha ribadito la sua posizione:”O c’è un governo di centrodestra o non c’è nessun governo, e si torna a votare e vinciamo da soli. Questo lo dico a qualcuno che è arrivato secondo e vuole dettare le regole e lo dico sottovoce anche a chi pensa di non escludere di ragionare con Renzi e con il Pd”. Nel corso di un’intervista rilasciata ad una emittente del Friuli Venezia Giulia, Salvini ha aggiunto:”Intesa Pd-M5s? Penso che siano su ‘Scherzi a parte’, in politica chi viene bocciato dagli elettori non può uscire dalla porta e rientrare dalla finestra del Governo. L’accordo Pd-M5s è contro natura, continuerò a lavorare perché nasca un governo figlio del voto degli italiani tra centrodestra e 5 Stelle”. (agg. di Dario D’Angelo)
MARCUCCI SCONFESSA MARTINA
Tutta in salita la strada che porta ad un governo composto da una maggioranza firmata Movimento 5 Stelle, e dal Partito Democratico. A farlo chiaramente capire è Andrea Marcucci, il capogruppo dei senatori Dem, che parlando poco fa alla trasmissione Omnibus ha ammesso: «La decisione se far partire il percorso o meno arriverà dalla direzione fissata per il 3 maggio. Ma la strada, comunque, resta in salita. E’ praticamente impossibile un governo M5s-Pd». Troppe le differenze fra i due schieramenti politici, e a questo punto bisognerà capire se si riuscirà a convergere almeno su alcuni temi basilari, come ad esempio la creazione dei posti di lavoro, come ha proseguito Marcucci. Fra le divergenze, invece, vi è ad esempio il tema delle unioni civili, con il capogruppo del Dem che ha voluto ricordare come i grillini abbiano votato no, a differenza invece del “si” del Pd. Solo poche ore fa Martina, il segretario generale dei Democratici, aveva “aperto” ad una possibile intesa con i 5 stelle, rimandando comunque il tutto al referendum, ma le nuove dichiarazioni di Marcucci riallargano la forbice fra le due forze politiche. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
POSSIBILE INTESA PD-M5S?
Il Partito democratico potrebbe lanciare un referendum tra gli iscritti per decidere se siglare l’intesa con il MoVimento 5 Stelle. L’ipotesi è stata avanzata dal segretario reggente del Pd Maurizio Martina nel corso de “L’Intervista” di Maria Latella su Skytg24. «Se la direzione del 3 maggio darà il via libera al confronto con i Cinque Stelle penso sia giusto che l’eventuale esito finale di questo lavoro venga valutato anche dalla nostra base nei territori con una consultazione». Martina ha espresso anche le sue preoccupazioni riguardo un governo con Matteo Salvini e l’ipotesi del voto anticipato. «Io sono molto preoccupato sia di un governo con Salvini come socio di riferimento che di una precipitazione al voto anticipato nei prossimi mesi. L’Italia non può permettersi questi scenari». Martina ha poi preso le difese del lavoro fatto dal Pd quando è stato al governo: «Ha portato l’Italia fuori da una grande crisi. Ci sono tante cose da fare ancora». Ora però la priorità è un’altra: «Sfidare i 5 stelle sui nostri temi e capire se esiste la possibilità di un’agenda condivisa di impegni per l’Italia su alcune priorità essenziali».
PD, MARTINA: “REFERENDUM ISCRITTI PER INTESA CON M5S”
Gli iscritti al Partito democratico potrebbero essere chiamati ad esprimersi sul dialogo con il MoVimento 5 Stelle. Lo ha rivelato il segretario reggente del Pd Maurizio Martina, che ha aperto all’ipotesi di un referendum da sottoporre alla base dem. Martina però ne “L’Intervista” di Maria Latella su Skytg24 ha puntualizzato anche che nella Direzione Pd del 3 maggio «non dovremo decidere se fare o non fare un governo con M5s ma se iniziare un confronto, entrare nel merito delle questioni, capire se ci possono essere punti d’intesa». Il segretario reggente del Pd ha confermato le difficoltà che un eventuale dialogo col M5s prospetta: «Siamo forze molto diverse e la strada è in salita». D’altra parte però non c’è scelta: «Ma i presunti vincitori del voto del 4 marzo non hanno offerto prospettive e ipotesi concrete per il Paese. Credo che arrivati a questo punto sia giusto capire se esiste la possibilità di un confronto».