Dopo Gianni Cuperlo e Maurizio Martina, Dario Franceschini è il terzo “big” del Pd ad intervenire nel giro di poche ore contro Matteo Renzi e la sua compassata ieri sera da Fabio Fazio: secondo il Ministro della Cultura, tra i maggiori “sponsor” in passato per l’ex premier, «è arrivato nel Pd il tempo di fare chiarezza. Dalle sue dimissioni Renzi si è trasformato in un Signornò, disertando ogni discussione collegiale e smontando quello che il suo partito stava cercando di costruire». Secondo il ministro, ancora durissimo contro l’ex segretario, «un vero leader rispetta una comunità anche quando non la guida più»: il Pd è in fiamme, specie dopo che Di Maio oggi ha di fatto strappato del tutto ogni possibile “contratto” di governo con i dem. Nella Direzione di giovedì ancora non si sa bene quale sarà l’ordine del giorno visto quanto detto dal leader M5s oggi in diretta Facebook: secondo la minoranza dem è tutta colpa di Renzi questa situazione, come ripete anche Orlando «Ha ragione Martina, non si può tenere un partito in queste condizioni se si ha a cuore il suo destino. L’Assemblea Nazionale che avrebbe potuto fare chiarezza», spiega il ministro della Giustizia, tra i più critici contro l’ex segretario, «è stata rinviata per decisione della maggioranza. Conclusione: le urne si avvicinano, non c’è una linea né condivisa né maggioritaria, non si capisce chi dirige il partito. Nessuna discussione è stata fatta sulle cause della sconfitta che, peraltro, viene costantemente evocata. È ragionevole pensare che senza una correzione ci ripresenteremo agli elettori con gli stessi limiti del 4 marzo». 



GRILLO DIFENDE DI MAIO: “RENZI E PD SONO DEI PARASSITI”

Beppe Grillo scende in campo in difesa di Luigi Di Maio dopo la chiusura di Matteo Renzi ad un’intesa tra MoVimento 5 Stelle e Partito democratico. «L’entusiasmo di Luigi viene propagandato come fosse bramosia di potere e la sinistra frou frou gioca la carta di un’improbabile supremazia intellettuale, ridicola, e figlia di accordi con quello che hanno sempre chiamato ‘caimano’. Lo stesso soggetto con cui hanno trovato il sistema di sopravvivere sino ad oggi», ha scritto il fondatore e ideologo del M5s in un post intitolato “La perfezione del parassito”. Grillo sostiene che il Pd «cerca nutrimento dalle stesse forze che lo hanno sconfitto» e che quello in atto sia «uno stallo soltanto apparente». Per il comico questa «è la logica evolutiva dei parassiti: utilizzare l’entusiasmo del nuovo per far sopravvivere il vecchio. La logica dell’inciucio avrebbe portato al governo in una settimana, giusto il tempo necessario alle spartizioni, ma di quale governo staremmo parlando? L’ennesimo fantoccio». Dopo aver ribadito che il MoVimento 5 Stelle non intende allearsi con «il Pd e l’accozzaglia che attende il cedimento strutturale del suo garante Berlusconi», ha chiesto «un tentativo di incontrarci su dei temi con questi personaggi, escludendo quelli assolutamente impossibili». (agg. di Silvana Palazzo)



RENZI CHIUDE AL M5S, MARTINA: “COSÌ IL PD RISCHIA L’ESTINZIONE”

Maurizio Martina insorge contro Matteo Renzi, che in occasione dell’intervista a “Che tempo che fa” ha chiuso all’ipotesi di un governo con il MoVimento 5 Stelle. Il segretario reggente del Partito democratico ha tuonato poco fa: «Ritengo ciò che è accaduto in queste ore grave, nel metodo e nel merito. Così un Partito rischia solo l’estinzione». Martina è pronto a portare il suo punto di vista alla Direzione nazionale del Pd di giovedì, «che evidentemente ha già un altro ordine del giorno rispetto alle ragioni della sua convocazione». Poi ha spiegato che «servirà una discussione franca e senza equivoci», perché «in queste ore stiamo vivendo una situazione politica generale di estrema delicatezza». Dentro il Pd è ormai guerra totale: il confronto del 3 maggio, che avrebbe dovuto decidere se aprire o meno al dialogo con i 5 stelle, è stato annullato e reso inutile dalle parole di Renzi, che ha chiuso a ogni ipotesi di apertura a Luigi Di Maio. «Così un Partito rischia solo l’estinzione e un distacco sempre più marcato con i cittadini e la società; si smarrisce l’impegno per il cambiamento e non si aiuta il Paese. Per questo continuo a pensare che il Pd abbia innanzitutto bisogno di una vera ripartenza su basi nuove». (agg. di Silvana Palazzo)



M5S: “IMPOSSIBILE ACCORDO CON PD-RENZI E CENTRODESTRA”

Un lunghissimo sfogo quello di Luigi Di Maio, su Facebook e tramite video: qui sotto gli estratti principali di un discorso che di fatto, sembra, chiudere le porte tanto al Partito Democratico (ma quindi la Direzione di giovedì che senso assume ora?) quanto a Matteo Salvini e alla Lega che pure non perdono la speranza di trovare un’intesa con i Cinque Stelle. «Andiamo insieme al Quirinale a chiedere elezioni anticipate» è la proposta finale di Di Maio, decisamente infastidito dalle parole di Renzi usate ieri sera che hanno quasi del tutto eliminato una possibilità di “contratto” assieme. «Il Pd è un partito che ha preso una clamorosa batosta alle elezioni ma che qualcosa sembrava stesse cominciando a capire mettendo da parte Renzi, relegandolo a senatore semplice. Ma ieri sera lo abbiamo visto riproporre addirittura una riforma costituzionale, dopo che gli italiani gliene hanno già bocciata una. Invece di chiedere scusa agli italiani per i danni fatti con il suo governo ha attaccato me e il M5S, chiudendo a qualsiasi ipotesi di contratto», ha continuato nello sfogo Di Maio, dopo aver strigliato Salvini sul non voler lasciare Berlusconi e la coalizione di Cdx (che comunque si dimostra vincente anche in Friuli, dopo il Molise e dopo le stesse Elezioni Politiche). Insomma, traducendo: niente governo istituzionale, niente legge elettorale in qualche mese per tornare al voto, e soprattutto niente contratto di governo con Pd e Centrodestra. Resta il voto subito, ma resta da capire se rientra nei “piani” di Mattarella il che non è per niente scontato.. (agg. di Niccolò Magnani)

DI MAIO ATTACCA TUTTI

Un video messaggio di oltre 5 minuti per avvisare tutti i partiti e gli elettori che il Movimento 5 Stelle straccia tutte le possibilità di “accordi” in extremis con Lega o con Pd: «sono qui per dire che ora non rimane che un’ultima cosa per evitare lo stallo di questi due mesi, dobbiamo tornare al più preso al voto. A questo punto si voti a giugno», ha spiegato Di Maio nel messaggio di “novità” che aveva annunciato ieri sera dopo l’intervista di Matteo Renzi da Fabio Fazio. «Governo di cambiamento, non pensavo fosse facile ma non pensavo neanche che fosse impossibile: vergognosa il modo con cui tutte le altre forze politiche hanno scelto propri interessi e poltrone. Salvini ha preferito un pregiudicato incandidabile, lui ha scelto Berlusconi (che ha fatto le riforme Fornero, bloccato Equitalia, ecc) ed è impossibile mantenere una coalizione del genere piuttosto che fare un governo del cambiamento». Di Maio è una furia e propone al termine della disamina che “stronca” sia Salvini che Berlusconi che lo stesso Pd. «Ci hanno fatto perdere due mesi, ora torniamo al voto subito, questo giugno sarà il “ballottaggio” che tutti richiedono. Propongo a Salvini di andare insieme da Mattarella e proporre nuove elezioni a giugno». (agg. di Niccolò Magnani)

FIORAMONTI ATTACCA RENZI

Il no di Matteo Renzi a un governo con il Movimento 5 Stelle ha spiazzato e al tempo stesso irritato i grillini. Il capo politico M5s Luigi Di Maio non ha nascosto il forte disappunto per la chiusura del segretario dimissionario del Pd a “Che tempo che fa”. Anche Lorenzo Fioramonti, deputato pentastellato indicato da Di Maio come possibile ministro dello Sviluppo Economico, ha commentato le dichiarazioni di Renzi sui social: «Abbiamo fatto quanto promesso in campagna elettorale. Non avendo la maggioranza, abbiamo dialogato per 40 giorni con la Lega e per due settimane con il Pd. Di più non si poteva fare. Abbiamo studiato i loro programmi e fatto anche le tabelline per aiutarli a sedersi al tavolo. Sembra proprio che parlare di temi non interessi alle altre forze politiche. Peccato per l’Italia, che si trova senza governo, indebitata e senza una visione innovativa per il futuro». Il senatore Gianluigi Paragone aveva profetizzato il naufragio della trattativa con il Partito democratico: «Tutto come previsto… Nessun governo con il Pd. Dovevamo provarci per dovere istituzionale ma sapevamo benissimo che non c’era storia. Anche stavolta ve l’avevo detto che sarebbe finita così». Ora tocca dunque al capo dello Stato Mattarella: «Ora la partita tocca al Capo dello Stato. Staremo a vedere quali soluzioni arriveranno, se ne arriveranno. Altrimenti andremo al voto pur consapevoli del fatto che questa è una legge elettorale pessima, scritta e votata da altri». (agg. di Silvana Palazzo)

PD RIFÀ LEGGE ELETTORALE CON M5S E SALVINI?

Il Partito Democratico, o almeno l’ala non renziana, è letteralmente imbufalita contro l’ex segretario per la chiusura netta in tv ieri sera sul possibile accordo con M5s per un Governo che faccia finire il periodo lunghissimo di stallo istituzionale. Eppure, forse ieri da Fazio, Renzi ha fatto una proposta (già mutuata da Calenda qualche giorno fa, ndr) che ben in pochi hanno osservato, limitandosi a commentare «Renzi chiude a Di Maio» che è però solo una parte dell’intervista rilasciata dall’ex premier. Renzi ieri infatti ha proposto, stante lo stallo evidente, una possibile apertura sia al M5s che al Centrodestra per poter riscrivere insieme la legge elettorale e altri punti chiave in modo da lasciare poi al futuro Governo (dopo elezioni anticipate, ovviamente) la stabilità di poter governare. Il continuo paragone fatto da Renzi con Macron e la situazione in Francia indica la “strada”, secondo l’ex segretario Pd: «un governo istituzionale, per fare la riforma della Costituzione uscendo dal bicameralismo paritario perfetto in cui siamo, in modo da poterci aggiungere una legge elettorale a doppio turno, come in Francia, quello si potrebbe fare». Insomma, un nuovo “mini-Referendum” per poter far finire la situazione di stallo assoluto di cui siamo vittima dopo le Elezioni del 4 marzo; «La palla è nelle mani del M5S e della Lega. Se non sono capaci di mettere in pratica le mirabolanti promesse fatte, o torniamo a votare o riconosciamo che il sistema istituzionale italiano non funziona:facciano loro una proposta per fare una riforma istituzionale», ha aggiunto ieri sera il segretario dimissionario. Ora non resta che la risposta dei leader e dello stesso Pd che in Direzione Nazionale potrebbe votare un possibile tavolo (in diretta streaming?) con Salvini, Berlusconi e Di Maio per impostare il dialogo istituzionale. Forza Italia ci sta, Lega e M5s sarà alquanto difficile.. (agg. di Niccolò Magnani)

LA STRIGLIATA DI CUPERLO A RENZI

Era prevedibile ma le distanze tra Pd e M5s restano talmente ampie che forse si potrebbero dire “incolmabili”: Renzi e Di Maio sono ai ferri corti, anche se in realtà non sono mai stati “amici” ma chi sembra avere “perso” nella baraonda di ieri tra intervento da Fazio e replica su Facebook sembra essere solo uno, Maurizio Martina. Il suo progetto di fare da ponte tra dem e grillini sembra naufragato dopo la pietra tombale gettata da Renzi sul giovane leader M5s. O almeno, non è stato escluso l’incontro (magari rispolverando la cara “vecchia” diretta streaming) ma viene negato ogni possibile contratto per un Governo insieme. Stamattina Gianni Cuperlo, tra i leader della minoranza Pd, ha proposto in una intervista a Radio Capital da Massimo Giannini di impostare una nuova campagna elettorale. «Un partito non decide la sua linea politica negli studi televisivi. Quando un leader perde, si fa da parte», esordisce Cuperlo, che poi attacca di nuovo «la direzione di giovedì dovrebbe cambiare l’ordine del giorno, inserendo la preparazione di una nuova campagna elettorale: una cosa da far tremare le vene ai polsi». Critica serratissima da Cuperlo (a cui si accodano anche Emiliano, Orlando e forse anche Franceschini) a Renzi, che giovedì in Direzione Pd potrebbe essere attaccato con forza dalla minoranza imbufalita per il mancato accordo con il Movimento 5 Stelle: «Renzi ha fatto anche cose giuste, ma ha perso le sfide fondamentali che ha affrontato, il referendum e le politiche, portando il Pd al minimo storico. Noi perdiamo per i tuoi errori, non per le nostre critiche. Io posso aver anche sbagliato, ma tu perdi le sfide e quando un leader perde si fa da parte, come ha fatto Veltroni», chiude Cuperlo. (agg. di Niccolò Magnani)

RENZI “SCARICA” DI MAIO

Botta e risposta a distanza tra Matteo Renzi e Luigi Di Maio. Il segretario dimissionario del Pd a “Che tempo che fa” ha escluso l’ipotesi di un accordo con il MoVimento 5 Stelle usando toni forti, gli stessi che ha usato il capo politico pentastellato per replicare. «Chi ha perso le elezioni non può andare al governo. Il Pd ha perso, io mi sono dimesso: non possiamo pensare che i giochetti dei caminetti romani valgano di più della scelta degli italiani». Renzi non esclude un incontro con il leader M5S ma dice un no categorico al sostegno all’esecutivo. «Un incontro con Di Maio sì, la fiducia a un governo M5s no». La disponibilità a discutere sulle riforme c’è da parte di Renzi, ma non è affatto disponibile a siglare un’intesa. «Non siamo disponibili a diventare soci di minoranza della Casaleggio». Nessuno spiraglio verso un’alleanza: confronto sì, ma all’opposizione. «Non possiamo con un gioco di palazzo rientrare dalla finestra dopo che abbiamo perso le elezioni. Se sono capaci ci provino Di Maio e Salvini».

RENZI CHIUDE AL M5S: “FIDUCIA A DI MAIO? MAI”. LA REPLICA

La replica di Luigi Di Maio a Matteo Renzi è arrivata tramite Facebook: il capo politico del MoVimento 5 Stelle ha scritto un messaggio sulla sua pagina per commentare le dichiarazioni che il segretario dimissionario ha rilasciato a “Che tempo che fa”. «Il pd non riesce a liberarsi di Renzi nonostante l’abbia trascinato al suo minimo storico prendendo una batosta clamorosa. Altro che discussione interna al Pd. Oggi abbiamo avuto la prova che decide ancora tutto Renzi col suo ego smisurato», il commento di Di Maio. Poi entra nel merito della trattativa col Partito democratico per la firma del “contratto” propedeutico alla formazione di un esecutivo. «Noi ce l’abbiamo messa tutta per fare un Governo nell’interesse degli italiani. Il pd ha detto no ai temi per i cittadini e la pagheranno». Domani comunque potrebbero esserci delle novità importanti. Lo ha anticipato lo stesso Di Maio: «Domani seguitemi in diretta sulla mia pagina Facebook. Ci saranno novità!», ha concluso nel suo post.