Altro giro, altra corsa: niente da fare dopo la prima turnata di consultazioni elettorali con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha definito “veramente lontani” scenari di intese tra i principali partiti. Indetto per la prossima settimana un secondo giro di consultazioni, utili a Mattarella per prendere tempo con la speranza che si smuova qualcosa tra Centrodestra, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Nessun vincitore, questo il punto che unisce tutti: dalle elezioni del 4 marzo 2018 infatti non è uscita una maggioranza ed è “indispensabile che vi siano delle intese in Parlamento per fare nascere un Governo”, l’analisi del Presidente della Repubblica. Come sottolinea Il Giornale, le parole di Mattarella nel discorso di cinque minuti tenuto ieri al termine delle Consultazioni ha lasciato a bocca asciutta Luigi Di Mio, candidato premier pentastellato: non c’è una maggioranza e in democrazia sono necessarie delle intese, rispedita al mittente dunque l’ipotesi di un contratto di governo promossa dal M5S. (Agg. Massimo Balsamo)



MATTARELLA, CONSULTAZIONI ELETTORALI: LE ULTIME

Non è bastato il primo giro di Consultazioni per imbastire il nuovo Governo, il presidente della Replubblica Sergio Mattarella ha già comunicato che la prossima settimana ci sarà un secondo giro. Oggi Mattarella ha incontrato i principali partiti politici e tengono banco le dichiarazioni di Luigi Di Maio: il candidato premier del Movimento 5 Stelle ha ribadito di voler incontrare Martina, segretario del Pd, e Salvini, segretario della Lega, per proporre un contratto di Governo sulla base del modello tedesco. Se il leader del Carroccio non è disposto a fare accordi senza la presenza di Forza Italia e di Silvio Berlusconi, il Partito Democratico senza intenzionato di non presentarsi all’incontro annunciato oggi da Di Maio: lo rivela adnkronos.com da ambienti parlamentari del Pd. Non vi è la disponibilità da parte dei dem di trovare un accordo con il M5S come accade in Germania, con i principali esponenti che hanno sottolineato a più riprese sottolineato la volontà di restare all’opposizione. (Agg. Massimo Balsamo)



DI MAIO: “CON BERLUSCONI NESSUN CAMBIAMENTO”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel pomeriggio ha fatto il punto della situazione al termine del primo giro di Consultazioni, affermando che è in programma per la prossima settimana un secondo giro. Molto, se non tutto, gira attorno al Movimento 5 Stelle, che ha proposto l’ormai famoso contratto di governo a Lega e Pd. Intervenuto a Quinta Colonna, il candidato premier pentastellato Luigi Di Maio ha commentato così l’esito della consultazione con Mattarella: “Quello che ci siamo detti col presidente Mattarella lo teniamo per noi. Noi abbiamo ottenuto il 32 per cento, c’è chi ha ottenuto il 18% e il 17%, adesso dobbiamo trovare una soluzione per il paese: noi abbiamo proposto una soluzione molto semplice. E’ il momento di mettere al centro i temi degli italiani, i problemi delle persone: non possiamo pensare a noi stessi. Facciamo un contratto di governo e mettiamo al centro le questioni da risolvere: in Germania le forze politiche fanno un contratto di fronte ai cittadini tedeschi, scrivono e firmano. Ho proposto questo a due forze politiche: alla Lega di Matteo Salvini, per affrontare così finalmente la Riforma Fornero, e al Partito Democratico”. Assente, dunque, Silvio Berlusconi con Forza Italia, ecco il commento di Di Maio: “Pensare a un governo del cambiamento con Berlusconi è un po’ difficile: dobbiamo mettere insieme le forze politiche che provano a cambiare le cose” (Agg. Massimo Balsamo)



SCONTRO SALVINI-BERLUSCONI?

«Giorni di riflessione», «manca la coalizione di maggioranza», «nuove consultazioni la prossima settimana»: il pensiero di Mattarella dopo due lunghi giorni di Consultazioni si potrebbe riassumere in questi tre “fumetti-lampo” da lanciare in attesa di capire quanto dureranno questi “giorni di riflessione” e quando avverranno effettivamente le nuove Consultazioni al Quirinale. Ciò che è certo è che il Capo dello Stato aveva sperato in un apertura del M5s dopo la mano tesa di Salvini, ma le parole di Di Maio e Toninelli hanno di fatto sgonfiato ogni qualsivoglia tentativo di formare a breve un Governo di alleanza larga tra Centrodestra e M5s. Per ora, quantomeno, visto che Mattarella ha dato annuncio di una possibilità che i partiti ci ripensino bene visto che lo spettro rimangono le nuove Elezioni a stretto giro. Interessante lo scoop riportato dall’Agenzia Agi che riporterebbe di uno scontro molto poco “pacato” tra Salvini e Berlusconi dopo le dichiarazioni post-Consultazioni: «Silvio doveva risparmiarsi di dire il contrario di Salvini sull’apertura al M5s», avrebbe detto un big della Lega all’Agi, rimasto anonimo. In particolare, a Salvini non starebbe giù l’apertura che il Cav ha dato ad un possibile “governo del presidente” con una figura di alto rilievo invocata dal leader di Forza Italia – che potrebbe essere Giuliano Amato o altri dello stesso rango – davanti alle telecamere post-Consultazioni. Da un lato Berlusconi spinge per accordo con Pd, dall’altro Salvini per un ponte col M5s: il centrodestra non è concorde e men che meno il Movimento 5 Stelle. Con queste premesse, il lavoro di Mattarella la prossima settimana si preannuncia tutt’altro che facile.. 

DI MAIO, “GOVERNO CON LEGA O PD, NO A FORZA ITALIA”

Prima Luigi Di Maio poi Sergio Mattarella: nel giro di pochi minuti le dichiarazioni che concludono la due giorni di Consultazioni vede un’esito scontato, ovvero un nuovo giro di colloqui a stretto giro settimana prossima. Ma andiamo con ordine, prima il leader M5s non cambia registro e risuona lo stesso spartito di questi giorni non accogliendo l’apertura di Salvini: «Con il voto gli italiani hanno bocciato i governi di scopo, hanno stabilito che si deve governare per cambiare e hanno chiesto che si mettano al centro i loro problemi. Noi proponiamo», avverte Di Maio davanti ai giornalisti, «un contratto di governo su modello tedesco, affinché ci si impegni sui temi che si può sottoscrivere con il Pd o con la Lega, sono due soluzioni alternative». Resta dunque il “famoso” contratto che esclude alleanze con coalizioni, dunque lasciando fuori il Centrodestra: «Non vogliamo spaccare la coalizione di centrodestra ma non riconosciamo una coalizione di centrodestra, perché non solo si sono presentati alle elezioni con tre candidati premier ma perché si sono preparati alle consultazioni separati. E una di queste forze non riconosce il M5s, perciò ci rivolgiamo alla Lega». 

PARLA MATTARELLA: “NUOVE CONSULTAZIONI LA PROSSIMA SETTIMANA”

Insomma, per Di Maio niente Forza Italia e Berlusconi, rimane tutto come prima e il Paese rimane così senza Governo. Lo ammette amaramente il presidente della Repubblica che esce da una due giorni di Consultazioni al Quirinale: «Nessun partito e nessuno schieramento dispone da solo dei voti necessari per formare un governo e sostenerlo ed è indispensabile quindi, secondo le regole della nostra democrazia che vi siano intese tra più parti per formare una coalizione che possa avere una maggioranza in Parlamento. Nelle consultazioni in questi due giorni questa condizione non emersa». Il Capo dello Stato rilancia dunque un nuovo giro di Consultazioni la prossima settimana, « per verificare se sia maturata la possibilita’ di formare un governo che oggi non è emersa. Farò trascorrere qualche giorno di riflessione, anche sulla base della esigenza di maggior tempo che mi è stata prospettata da molte parti politiche. Sarà utile anche a me per analizzare e riflettere su ogni aspetto delle considerazioni” fatte dai partiti e “sarà utile a loro per valutare responsabilmente la situazione, le convergenze programmatiche, le possibili soluzioni per dare vita a un governo», conclude il Presidente della Repubblica. 

I PRIMI VERDETTI

Mentre alle ore 16.30 si attende l’ultimo incontro al Quirinale con Di Maio, Toninelli e Giulia Grillo, è utile tirare una “somma” finale alla prima parte della mattinata che ha visto sostanzialmente tre verdetti. Il Pd con Martina si tira fuori da ogni tipo di accordi (salvo un Governo “del Presidente Mattarella”, ipotesi non esattamente tra le più probabili); Berlusconi conferma Salvini come leader della coalizione ma dice che non vuole accordi con “populisti e giustizialisti”, in pratica una definizione di grillini. Da ultimo, il più importante, Salvini che apre a Di Maio e dice «il Governo bisogna farlo con Centrodestra unito e Movimento 5 Stelle, bisogna trovare la quadra». Non solo, il leader della Lega ha dato come spiegazione a questa proposta una duratura maggiore del Governo – “no esecutivi lampo, bisogna durare 5 anni” – che solo con i Cinque Stelle, numeri alla mano, sarebbe possibile. Per quegli “angoli da smussare” che ha tirato in ballo Salvini, ora si attende di vedere la risposta a stretto giro di Luigi Di Maio, che per ora non ha mai voluto mettere in discussione il suo ruolo da unico candidato a Palazzo Chigi: e su tutti, come big tra i big, si attende cosa abbia da dire il Capo dello Stato atteso attorno alle ore 18. Ipotesi più probabile? Nuovo giro di consultazioni… 

SALVINI, “GOVERNO CENTRODESTRA CON M5S”

È Matteo Salvini ad aprire di più i battenti in queste giornate di Consultazioni: nell’immediata conferenza stampa post-colloquio con Mattarella, il leader della Lega apre ai Cinque Stelle e ad un possibile governo insieme. «Noi siamo qui e non abbiamo mai detto dei No, ma solo dei Sì. Lavoriamo per un Governo che duri 5 anni, non vogliamo governi-lampo anche perché dobbiamo recuperare dei rapporti internazionali decenti senza dover rincorrere le spinte franco-tedesche che hanno fatto male con Merkel e Macron a questa Europa», avanza in un primo momento il leader del Centrodestra. Poi la mossa a sorpresa (mica tanto, ndr): «il centrodestra è la prima forza del parlamento. Ma andiamo a governo solo con numeri certi. Non diciamo no ad alcuno a priori ma vogliamo che il governo duri cinque anni e per raggiungere questo obbiettivo bisogna smussare degli angoli. Tutti dovrebbero rinunciare a qualcosa per trovare una soluzione e far nascere il governo. Se così non fosse, si tornerà alle elezioni. Faremo di tutto per evitarlo, ma nel caso siamo pronti». Settimana prossima ci saranno altri incontri formali, dice Salvini, con tutte le forze parlamentari, nessuno escluso, anche se la proposta di Governo poi arriva diretta a quel partito di cui tutti sanno: «ci vuole responsabilità che in Camera e Senato si è visto nella elezione dei presidenti. Non abbiamo paura delle Elezioni, anche se faremo di tutto per dare un governo al paese: partendo da chi ha vinto le elezioni, dal centrodestra e dal Movimento 5 Stelle, altre soluzioni non sono possibili». Per Salvini è inutile girarci attorno, i numeri dicono che l’unica possibilità di governo è un centrodestra con i Cinque Stelle: «ci vuole quadra tra noi e M5s e lavoriamo per questo». Una netta inversione rispetto a quello che Berlusconi poco prima aveva fatto intuire, seppur senza la nettezza usata da Salvini (il Cav non hai mai citato direttamente i grillini, ndr): il Centrodestra insomma apre a Di Maio. Ora la palla passa al Leader M5s che attorno alle 17 rilascerà le dichiarazioni dopo l’ultimo colloquio con Mattarella: gli animi si scaldano. 

BERLUSCONI, “NO ACCORDI CON POPULISTI”. ENTRA LA LEGA CON SALVINI

È terminata anche la seconda parte delle Consultazioni con Silvio Berlusconi e il gruppo di Forza Italia: l’ex Cavaliere davanti a Mattarella, oltre che rilanciare anche lui come Martina il programma che il proprio partito intende portare avanti nella prossima vita parlamentare, ha ricordato che la coalizione da cui partire per un Governo non può che essere quella che ha vinto, ovvero il Centrodestra. «Si parte dalla coalizione vincitrice, e da leader della componente più votata, ovvero Matteo Salvini e la Lega», spiega Berlusconi all’uscita dal Colle. «Ovviamente per avere la maggioranza servono accordi chiari con altre forze politiche. Siamo disponibili a partecipare a soluzioni condivise di alto profilo, credibili in sede europea. L’Europa non ci perdonerebbe populismi e dilettantismi», spiega ancora il leader di Forza Italia accompagnato dalla coppia femminile Bernini-Gelmini. Sibillino e non chiarissimo nelle indicazioni di chi potrebbe essere l’interlocutore di FI e del Centrodestra per poter allargare le maglie del possibile Governo: «dovremo fare accordi chiari con altri soggetti politici: non siamo disponibili ad accordi dove prevalgano invidia, odio sociale e giustizialismo e soprattutto populismi d’ogni sorta. Soluzioni serie con accordi chiari e figure di alto profilo». Tradotto, niente M5s a meno che non “abbassi le richieste”, ovvero non metta veti egoistici contro Forza Italia e lo stesso Berlusconi; ma per quelle “figure di alto profilo” potrebbe voler dire tutto e niente, oppure significare un’apertura ad un governo “di Mattarella” con un premier che convinca tutti i partiti e a cui partecipi anche il Pd e il Centrosinistra. Ipotesi al momento difficile, molto difficile. È il turno ora di Matteo Salvini e della Lega che alle 12 incontrerà al Quirinale Mattarella per la penultima tornata di Consultazioni prima della lunga pausa fino al M5s delle 16.30: dentro al Colle il leader del Carroccio con Giorgetti e Centinaio. 

MARTINA, “PD NON AL GOVERNO”. ENTRA FORZA ITALIA

Consultazioni con Mattarella, con il segretario reggente Maurizio Martina che ha rilanciato non solo gli impegni dei dem all’opposizione in Parlamento, ma ha anche lanciato un appello alle altre forze politiche. «Noi saremo all’opposizione e non diremo Sì ad alcuna proposta di governo di quelle forze politiche che per mesi ci hanno insultato», spiega Martina dopo aver raccontato anche a Mattarella che «l’esito elettorale non ci consente di formare ipotesi di governo, le scelte sulle composizioni e commissioni non ci hanno coinvolto finora. Le scelte dei vincitori delle urne per ora non ci vogliono, ma sono in grado di avanzare ipotesi di governo reali? Si facciano carico di una responsabilità, ma noi avvertiamo che queste forze sono ancora in campagna elettorale piuttosto che in atto nel formare la maggioranza di governo. Tornino sulla Terra!». Molto duro Martina che poi ricorda i quattro temi portanti che saranno al centro della minoranza in Parlamento che oggi rappresenta il Partito Democratico: «Noi a Mattarella abbiamo presentato i temi centrali della nostra opera parlamentare in opposizione a quelle forze che hanno vinto le Elezioni». In sintesi, questione sociale, lotta alle disuguaglianze sociali; poi ancora lavoro, lotta alla precarietà; crisi e crescita e controllo della finanza pubblica, «lo stato deve essere amministrato come le famiglie, entrate e uscite devono essere in equilibrio», e poi infine raddoppiare reddito inclusione, e attenzione al tema dei migranti e dell’Europa. La conclusione di Martina è semplice, «saremo protagonisti nel nostro ruolo di minoranza», il che tradotto significa niente governo con M5s-Di Maio o tantomeno con Lega-Salvini. Ora è il turno di Forza Italia, che con Berlusconi, Gelmini e Bernini sta per arrivare al Colle per incontrare il Capo dello Stato nel secondo turno di Consultazioni della giornata.

ENTRA IL PD

Il secondo giorno di Consultazioni, o come si potrebbe dire, il primo “vero” turno di incontri da Mattarella: Pd, Forza Italia, Lega Salvini e soprattutto Movimento 5 Stelle che si presenta al Colle come la prima forza parlamentare vincente alle Elezioni ma senza una maggioranza dimostrabile in Parlamento. I margini di manovra sono molto stretti e la tentazione forte del Capo dello Stato sarà quella di riconvocare a stretto giro una nuova tornata di Consultazioni per provare ad affondare il colpo sulle proposte dei singoli partiti evidenziati tra ieri soprattutto oggi. Il Pd sembra aver chiuso del tutto i battenti alle proposte grilline, mentre Forza Italia rivendica un suo spazio all’interno del Centrodestra e al momento Matteo Salvini sembra aver comunque intenzione di portare avanti la coalizione integra e intera per un eventuale incarico di Governo; Di Maio non ci sta e ribadisce che l’accordo lo farebbe solo con Martina o con lo stesso Salvini, ma Meloni e Berlusconi «devono rimanere fuori». Il concetto di “fumata nera” sembra l’ipotesi più accreditata per questa giornata di Consultazioni, a meno di sorprese clamorose, con il Presidente della Repubblica che alle ore 18 circa dovrebbe comunicare le proprie decisioni sull’eventuale formazione di governo (alquanto improbabile) o su un più possibile nuovo giro di Consultazioni forse già settimana prossima. In particolare, Mattarella chiederà a Berlusconi se è disposto ad un governo di larghe intese con Salvini e Di Maio e al leader M5s proverà a valutare un eventuale “abbassamento” delle pretese e dei veti contro Forza Italia.

IL CALENDARIO DI OGGI

Inizia tra pochi minuti il calendario ufficiale delle Consultazioni al Quirinale, con l’arrivo al colle in questi istanti del gruppo dirigente del Partito Democratico che aprirà le danze alle ore 10 con il primo colloquio da Mattarella. Il segretario reggente Maurizio Martina, il Presidente dem Matteo Orfini e i Capigruppo al Senato, Marcucci, e alla Camera, Graziano Delrio. Alle ore 11.00 sarà poi la volta dei Gruppi parlamentari di Forza Italia con Silvio Berlusconi che torna al Colle dopo diversi anni accompagnato dai Capigruppo Anna Maria Bernini e Maria Stella Gelmini; alle ore 12 è invece il turno di Matteo Salvini, segretario della Lega, che verrà accompagnato dai Capigruppo al Senato e alla Camera Gian Marco Centinaio e Giancarlo Giorgetti. Chiude la giornata di Consultazioni alle ore 16.30 il gruppo dirigente del Movimento 5 Stelle con Luigi Di Maio, candidato premier e i Capigruppo alla Camera, Giulia Grillo, e al Senato Danilo Toninelli. Non ci sarà la presenza nelle file di Forza Italia del candidato premier Antonio Tajani che anche questa mattina ha ribadito come «Io do una mano al partito ma non andrò al Colle» e da molti sarebbe comunque indicato come una possibile scelta di Mattarella nell’ipotesi improbabile di un Governo di larghe intese con tutti i partiti aderenti. Alle ore 18 circa, il Capo dello Stato si pronuncerà fuori dall’aula delle Consultazioni e indicherà le sue prime conclusioni dopo la due giorni di stretti colloqui.