Un passo di lato strategico quello di Silvio Berlusconi, il quale spera che naufraghi la trattativa tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini per la formazione del governo tra M5s e Lega. «Speriamo che questi due non vadano avanti perché mettono la patrimoniale», la critica del leader di Forza Italia, come riportato dal Corriere della Sera. L’ex Cav non si sente tradito da Salvini, ma guarda comunque con sospetto la possibile alleanza con il M5s. Domani intanto è previsto un nuovo incontro, stavolta a Milano, tra i due partiti. Secondo fonti pentastellate, gli esperti delle due delegazioni definiranno una sorta di pre-contratto che sarà presentato al capo dello Stato, Sergio Mattarella. La settimana prossima dovrebbe essere quella decisiva per la stesura del contratto definitivo. Intanto è spuntato il caso Meloni: Salvini nel pomeriggio ha parlato per un’ora anche con la leader di Fratelli d’Italia, che ha avuto un incontro anche con Di Maio. Quest’ultimo starebbe cercando di allargare la maggioranza per avere numeri più solidi, soprattutto al Senato. Il Giornale, che cita autorevoli fonti del M5S, spiega che il contratto di governo verrà comunque firmato solo da Di Maio e Salvini, quindi se i “meloniani” entrassero nel governo, avrebbero ministeri “in quota Lega”. (agg. di Silvana Palazzo)



E INTANTO LITIGANO SULL’ILVA…

Non c’è solamente la scelta del fantomatico premier “terzo” tra i nodi ancora da sciogliere nella messa a punto dell’accordo di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle: infatti, in attesa dell’incontro di domani a Milano che potrebbe essere risolutivo, da più parti si fa notare che Matteo Salvini e Luigi Di Maio avrebbero ancora posizioni abbastanza distanza sull’Europa e sui rapporti da tenere con Bruxelles, cosa che preoccupa non poco Sergio Mattarella, curioso di capire a tal proposito quali saranno i nomi presentati agli strategici dicasteri di Economia ed Esteri. Non solo: nelle ultime ore, complice il fallimento della trattativa sindacale sull’Ilva lamentata questa mattina dal Ministro dimissionario per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ecco che la vicenda tarantina è entrata immediatamente nell’agenda politica e potrebbe portare a delle nuove frizioni tra i due. Infatti, se la Lega trova inaccettabile la chiusura dello stabilimento pugliese, parlando di ricerca del buon senso, i pentastellati in passato hanno invece è una delle opzioni al vaglio: già in passato il Movimento aveva paventato la possibilità di una chiusura graduale o di una riconversione economica dell’Ilva, cosa che è vista come il fumo negli occhi da Salvini. Insomma, un possibile nodo da sciogliere per il futuro dato che lo stesso Calenda oggi sembra aver alzato le mani, spiegando che ora la responsabilità di risolvere la faccenda passerà al prossimo esecutivo. Qualunque esso sia. (agg. R. G. Flore)



CASALEGGIO, “IL CONTRATTO SARA’ VOTATO ONLINE”

Il rebus della formazione del nuovo governo, dopo la nuova proroga chiesta al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dovrebbe sciogliersi entro questo weekend ma già domani mattina potrebbe andare in scena il decisivo meeting, in quel di Milano, tra i vertici del Movimento 5 Stelle e la Lega: infatti, Luigi Di Maio e Matteo Salvini si vedranno dato che, nonostante le positive “convergenze” registrate nella stesura del contratto di governo sul modello tedesco, resta ancora nebulosa la risoluzione della questione più importante, ovvero quella legata al nome del premier. Appurato che, salvo clamorose sorprese, nessuno dei due leader dovrebbe invocare per sé lo scranno di Palazzo Chigi, non c’è accordo per la cosiddetta figura “terza” dopo che sono stati bruciati, nell’ordine, i nomi di Giorgetti (su proposta della Lega) e dell’ex ministro Giovannini (ben visto dai pentastellati). Nelle ultime ore sembra essere infatti caduta anche la candidatura di Giampiero Massolo, il diplomatico che sarebbe stato digeribile anche in Europa ma la smentita di Rocco Casalino, capo della comunicazione grillina, cancella anche questa ipotesi. D’altronde, Di Maio e Salvini, al termine dell’incontro odierno hanno ribadito che si è perlato solo di temi e non si è fatto alcun accenno al nome del Primo Ministro ma qualcosa bolle in pentola. Intanto oggi Davide Casaleggio, presente in Senato per presentare una nuova funzionalità della piattaforma Rousseau, ai margini di una conferenza stampa ha ribadito che l’eventuale programma di governo stilato e sottoscritto dai vertici giallo-verdi dovrebbe essere prima messo ai voti degli iscritti sulla stessa piattaforma pentastellata. (agg. R. G. Flore)



SALVINI, “STIAMO LAVORANDO PER VOI”

Arriva il commento di Matteo Salvini, leader della Lega, dopo il nuovo tavolo tenutosi quest’oggi con il Movimento 5 Stelle, in vista della formazione del nuovo governo. Il numero del Carroccio si dice soddisfatto dei progressi delle ultime ore, e attraverso la propria pagina Facebook scrive: «Cancellare la legge Fornero, tagliare tasse e burocrazia, ridurre gli sbarchi e aumentare le espulsioni, ridare dignità al lavoro, tagliare sprechi e privilegi, difendere l’Italia in Europa, riconoscere Autonomia alle comunità locali, chiudere le liti fra cittadini ed Equitalia, aiutare (davvero!) i disabili, garantire il diritto alla legittima difesa. Stiamo lavorando per questo, grazie per il vostro affetto e la vostra fiducia Amici, vi voglio bene!». Insomma, tutto sembra procedere a gonfie vele, con i due schieramenti che stanno trovando diversi punti in comune per il bene del paese, cercando comunque di mantenere una propria identità. Resta sempre il dubbio su chi sarà il prossimo Premier, un nome terzo che per ora non è stato ancora palesato da nessuno dei due partiti: rimaniamo in attesa di nuovi sviluppi. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

DOMANI NUOVO VERTICE A MILANO: SCEGLIERANNO IL PREMIER?

«Passi avanti», questo il motto di Luigi Di Maio e Matteo Salvini dopo il nuovo incontro. Il capo politico del MoVimento 5 Stelle ha ribadito la volontà di «chiudere il prima possibile, altrimenti si torna al voto». In merito all’incontro con il leader della Lega, Di Maio ha aggiunto: «Stiamo facendo notevoli passi avanti con il programma di governo e stiamo trovando ampie convergenze su reddito di cittadinanza, flat tax, legge Fornero, sulla questione che riguarda la lotta al business dell’immigrazione e il conflitto di interessi». Al secondo vertice ne seguirà un altro. Lo fa sapere Salvini: «Servirà un altro incontro per il programma». E sembra che l’incontro avverrà domani al Pirellone, a Milano, e – come riportato da Repubblica – verterà sulla scelta del capo del governo M5s-Lega, l’ultimo tassello decisivo da cui dipendono a cascata tutti gli altri. Intanto si tratta su tutto: dai ministri al programma. Domenica il nome del premier prescelto sarà comunicato al Quirinale. (agg. di Silvana Palazzo)

PENTASTELLATI SCETTICI: “SALVINI BURATTINO DI BERLUSCONI”

Sta nascendo in queste ore il nuovo governo composto dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle, ma non senza un certo grado di scetticismo. Sono infatti molti coloro che nutrono diversi sospetti dietro l’uscita di scena di Silvio Berlusconi, decisamente inattesa. Secondo alcuni esponenti dei pentastellati, non è da escludere che il Cavalieri abbia lasciato campo libero con il semplice intento di governare Salvini da dietro le quinte. Basta andare a vedere la pagina Facebook di Di Maio, scorrendo i commenti, per capire lo stato d’animo di molti degli elettori del M5S. Fabrizio ad esempio scrive: «Attenti, vi stanno fregando! Dietro Salvini c’è Berlusconi! Ma si può essere più ingenui di così! Faranno cadere il governo e ve ne daranno la colpa. Di Maio non potrà candidarsi. Si andrà al voto e il centrodestra farà man bassa». Alberto, invece, scrive così al leader dei 5 Stelle: «Non dimenticarti cosa è la Lega: razzismo, neofascismo e contiguità venticinquennale con Forza Italia. Mi raccomando, non fate che ci servano sul piatto la classica polpetta avvelenata». Insomma, lo scetticismo regna sovrano, e come al solito saranno i fatti a parlare… (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

PREMIER TERZO ENTRO DOMENICA

Da ambienti molto vicini al M5s emerge qualche dettaglio sul secondo vertice avvenuto stamattina tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini (alcuni dicono sia ancora in corso, ndr): in primis, dovrebbe arrivare entro domenica sera il nome tanto agognato del premier “terzo” frutto dell’accordo Lega-M5s che prosegue, anche se non con in maniera molto spedita. «Ci auguriamo che in caso di accordo con la Lega entro la prossima domenica sarà indicato al Quirinale anche un nome terzo per la scelta del Presidente del Consiglio. Per il momento di nomi ancora non si è parlato», spiegano fonti grilline con ben poca possibilità di credere a questa ultima frase. Il secondo dettaglio del vertice tra i due giovani leader che si contenderanno la “gestione” di Palazzo Chigi (e che per loro si sarebbero già ritagliati un ruolo di ministro in primo piano) riguarda una massima apertura del Movimento verso il primo punto del programma del Centrodestra alle scorse Elezioni: «C’è una fortissima convergenza tra M5s e Lega sulla Flat Tax, che presenta enormi benefici per il ceto medio. È un elemento interessante che può essere concepita senza che sia né troppo penalizzante per i ceti bassi né troppo vantaggiosa per quelli alti», spiegano ancora le stesse fonti grilline durante il vertice alla Camera dei Deputati. (agg. di Niccolò Magnani)

SINTONIA SU FLAT TAX E CONFLITTO D’INTERESSI

Governo M5s-Lega, tra pochi minuti avrà inizio il secondo vertice tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini: leader politici alla ricerca dell’intesa per stipulare l’ormai famoso contratto. I due partiti sono alla ricerca di una convergenza sui temi e giungono interessanti dichiarazioni del numero uno pentastellato riportate da Repubblica: “Ci sono ampie convergenze anche su flat tax e conflitto d’interessi”. Due punti fondamentali del programma di Lega e Movimento 5 Stelle, con il secondo punto che è diventato un cavallo di battaglia dei gialli da diversi mesi nella guerra a distanza con Silvio Berlusconi. Da valutare le considerazioni sul reddito di cittadinanza, sul quale punta molto il M5s: possibile un iniziale potenziamento dei centri per l’impiego. Nelle prossime ore sono attesi importanti aggiornamenti sulla trattativa, con i tecnici dei due partiti al lavoro sulla stesura dell’accordo. Ancora dubbi, inoltre, sul premier: sempre più probabile la via del terzo nome, con la new entry Giampiero Massolo che fa gola sia a Di Maio che a Salvini. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

L’OPINIONE DI SANSONETTI

Lo aveva detto un mese fa ben prima dell’evoluzione delle cose sempre sulle nostre pagine e oggi torna sul concetto dell’accordo di Governo tra Salvini e Di Maio: mentre sembra che stia per nascere per davvero l’esecutivo a due mesi dalle Elezioni, il direttore del Dubbio (ex Liberazione) Piero Sansonetti di nuovo sul Sussidiario prova a illustrare il perché quell’accordo che nasce da lontano potrebbe ancora saltare in pochi giorni. «C’erano degli ostacoli da rimuovere, il principale era l’alleanza ormai innaturale tra Lega e Berlusconi», spiega il giornalista che poi affonda sull’ipotetico rapporto che ci sarà tra Lega e Movimento 5 Stelle. «Una lotta, legittima, per la spartizione del potere. Dicono “contratto” invece di “compromesso”, ma il nocciolo è lo stesso»; secondo Sansonetti il patto può ancora finire e il nome del premier potrebbe già essere il primo fronte divisivo se non si trova un accordo a breve. «Non sarà la politica estera a dividerli, non gliene frega niente a nessuno dei due» e non si fidano l’uno dell’altro, spiega ancora il direttore al nostro quotidiano. Ci ha preso una volta, chissà che non “prenda” anche questa.. (agg. di Niccolò Magnani) QUI L’INTERVISTA INTEGRALE A PIERO SANSONETTI

DI MAIO: “BERLUSCONI SENZA COLPE, SALVIN HA FATTO PEGGIO”

Dichiarazioni a sorpresa quelle rilasciate nelle ultime ore dal leader del Movimento 5 Stelle, Di Maio. Interpellato sulle manovre di governo, e sulle difficoltà riscontrate negli ultimi due mesi, il pentastellato ha deresponsabilizzato l’acerrimo nemico Silvio Berlusconi: «Berlusconi è il meno responsabile di questo stallo politico», le parole di Di Maio come riportato dall’edizione online del quotidiano Il Giornale. Dichiarazioni decisamente a sorpresa del leader pentastellato, che poi ha aggiunto: «Non c’è alcun veto su Berlusconi. Rimane invece inalterata la voglia di dialogare con la Lega di Salvini». Quindi Di Maio stila una classifica di responsabilità per lo stallo politico delle ultime 9 settimane: «Lo stallo e lo spauracchio del ritorno al voto – dice – sono dovuti principalmente a Salvini che ha scelto la fedeltà alla sua coalizione invece del cambiamento, poi a Renzi che ha ingannato il suo partito e l’opinione pubblica; poi c’è Martina che si è piegato a Renzi, e in fondo, ma solo in fondo alla lista, c’è Berlusconi». Per corretta d’informazione, c’è da dire che tali dichiarazioni dovrebbero risalire alla giornata di ieri, antecedenti il tavolo di confronto MS5-Lega, ma restano comunque rilevanti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

I DUBBI DI TRAVAGLIO SU BERLUSCONI

Piccoli passi verso la formazione del governo, dopo il tavolo di oggi fra il Movimento 5 Stelle e la Lega. Molti coloro che hanno accolto positivamente questa nuova unione, ma non mancano gli scettici, a cominciare dal giornalista Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano. Nel suo editoriale di oggi, si domanda in particolare quale sia il vero ruolo di Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, messosi da parte nella serata di ieri decisamente a sorpresa: «Il governo 5Stelle-Lega – scrive – salvo chiarimenti dell’ ultima ora, rischia di essere ancor più oscuro perché poggia le fondamenta su un equivoco grosso come una casa: il ruolo di Berlusconi, delinquente naturale, pregiudicato ineleggibile e interdetto». Travaglio non si fida affatto dell’uscita di scena del Cavaliere, e prosegue così la sua disamina: «Sembra di essere ad uno di quei matrimoni dove il marito autorizza la moglie a mettergli le corna, e magari si diverte pure a guardare da dietro la porta. E questa sarebbe solo la parte visibile dell’accordo. Come sempre, quando c’è di mezzo B, c’è quella invisibile. Che è ancora peggio: oscena, nel vero senso della parola (fuori scena)». Per capire quale sarà il vero ruolo del più importante esponente di Forza Italia, non ci resta che attendere le prime mosse del nuovo governo, sempre che questa venga realmente costituito. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

PRIMO TAVOLO MS5-LEGA

Importante passo in avanti per la formazione del Governo, dopo il tavolo avvenuto oggi a cui hanno preso parte il Movimento 5 Stelle e la Lega. Obiettivo, trovare una soluzione entro la prossima domenica, l’ultimo giorno a disposizione, prima che la situazione degeneri nuovamente. Sono molti gli argomenti che sono stati discussi quest’oggi dai due schieramenti, a cominciare dal reddito di cittadinanza, uno dei cavalli di battaglia dei pentastellati, passando per la flat tax, osteggiata soprattutto dal centro destra, passando per la riforma della legge Fornero sulle pensioni, e arrivando fino alla questione immigrazione, su cui MS5 e Lega più o meno convergono. Vi sarà poi da capire chi sarà il Premier, il Capo dello Stato, e la sensazione circolante è che alla fine nessuno dei due attuali leader, Salvini e Di Maio, possa farlo, lasciando quindi spazio ad un terzo candidato. Voci di corridoio parlano di una possibile candidatura femminile, magari Emma Bonino, apprezzata da praticamente ogni schieramento, anche se, sia chiaro, il prossimo Capo del Governo, sarà solamente una sorta di “prestanome”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

OBIETTIVO, FORMARE UN GOVERNO

Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno un unico obiettivo: formare un nuovo governo. Questa mattina c’è stato l’incontro alla Camera per discutere sui temi, ma c’è voglia di trovare un accordo sui nomi dell’esecutivo. I due hanno chiesto tempo al capo dello Stato Sergio Mattarella fino a domenica per «chiudere tutto». Già oggi c’è stata una riunione tra i responsabili tecnici di MoVimento 5 Stelle e Lega per definire il programma comune basato su alcune priorità. Sono state riassunte così dal leader del Carroccio: «Si sta lavorando su legge Fornero, lavoro, sbarchi, legittima difesa. L’immigrazione e la sicurezza saranno due tematiche fondanti del programma del governo». Se Silvio Berlusconi ha annunciato un passo di lato, Fratelli d’Italia ragiona sul sostegno al governo M5s-Lega: dipenderà dal premier che verrà scelto e dai cinque punti «imprescindibili» del programma. Lo ha spiegato Giorgia Meloni su Facebook: «In primo luogo la nostra scelta non può prescindere da chi sarà il presidente del Consiglio, perché è evidente che chi guida il governo ne caratterizza l’azione». 

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MELONI SOSTIENE M5S E LEGA? “SEI PUNTI IRRINUNCIABILI”

Le possibili convergenze con Fratelli d’Italia non mancano. Giorgia Meloni comunque ha fissato i suoi paletti: «No a patrimoniale e a qualsiasi introduzione di nuove tasse; no a ius soli; no alla possibilità dell’adozione per coppie dello stesso sesso. Sì a Flat Tax immediata al 15 per cento, blocco dell’immigrazione, aumento del 15 per cento delle risorse per il comparto difesa e sicurezza, incremento dei militari nei luoghi a rischio. Sì a destinare il 50 per cento di investimenti in nuove infrastrutture al Mezzogiorno». Forza Italia invece non intende partecipare a questo governo. Dopo la nota di Silvio Berlusconi, lo ha ribadito l’ex presidente del Senato Renato Schifani: «In questo governo non metteremo ministri. La decisione è quella di Berlusconi. Se partirà un governo Lega-5 Stelle sarà per il nostro senso di responsabilità verso i cittadini che vogliono governabilità, ma avremo mani libere sui provvedimenti di una maggioranza di cui non facciamo parte. Non daremo la fiducia». 

IL PD PREPARA “DURA OPPOSIZIONE”

Il Partito democratico nel frattempo proverà a ricomporre la sinistra, un passo obbligato per fare dura opposizione in Parlamento. L’esponente dem Marina Sereni ha spiegato che è importante «aprire un cantiere del tutto nuovo per unire tutte le forze progressiste, riformatrici, di sinistra». Il giudizio sul governo M5s-Lega è invece negativo: «La paura (comprensibile) del voto ravvicinato ha convinto Berlusconi a consentire la nascita di un governo imperniato su M5S e Lega. Personalmente ritengo si stia preparando uno scenario pessimo per l’Italia e rischioso per l’Europa». Per Sereni i due “contraenti” hanno in comune l’essersi presentati agli elettori come forze «antisistema» e l’aver ottenuto consensi con «una dose abnorme di demagogia». Il Pd in questo scenario non potrà che fare opposizione. Un lavoro che la senatrice auspica venga affidato al segretario reggente Maurizio Martina, in riferimento all’Assemblea Nazionale del 19 maggio prossimo.