“Ci cacciano dalla Ue se sforiamo i parametri? Benissimo, sarebbe la nostra liberazione”. Paolo Becchi, filosofo del diritto, tra un’ospitata tv e l’altra dove attacca a testa bassa il pensiero unico europeo, fa ormai da trait d’union — a modo suo — tra Salvini e Di Maio. Del primo difende il sovranismo “debole”, cioè non statalista, compatibile con il regionalismo e l’autonomia dei territori; del secondo apprezza il pragmatismo, senza risparmiargli critiche aspre. Per Becchi il tempo della democrazia sospesa sta finalmente finendo grazie al patto M5s-Lega.



Professore, a che governo siamo di fronte?

Siamo di fronte a qualcosa di nuovo, di bellissimo e di inedito. Un governo politico formato dalle due forze politiche che hanno vinto le elezioni. Il primo vero governo democratico, dopo anni di democrazia sospesa. Un governo sovranista, che spero ponga al primo posto l’interesse nazionale.



Chi ha più da perdere da questo patto? Di Maio o Salvini?

Dal patto al momento non perde nessuno. Entrambi, insieme, possono cambiare il Paese, ricostruirlo. Chi potrebbe fare il premier? La soluzione migliore è la staffetta, come io ho proposto da tempo. Devono solo decidere chi comincia per primo. Chi comincia dovrebbe cedere all’altro ministeri importanti. Certo, se ci sono veti reciproci su chi inizia è impossibile, ma a mio avviso sarebbe la scelta più razionale.

Si parla di tre punti al centro del programma: abolizione della legge Fornero, reddito di cittadinanza, migranti. Con quali soldi si fanno i primi due?



I soldi? Perché, se sforiamo certi parametri di spesa di cacciano dalla Ue? Sarebbe la nostra liberazione… Basta, un governo sovranista fa gli interessi del suo popolo.

Di Maio ha rilasciato ampie attestazioni di atlantismo. Come si conciliano con la politica estera della Lega? Chi prevarrà?

Di Maio in periodo elettorale ha rilanciato tante interviste… Lui e Salvini troveranno una sintesi. E poi oggi l’atlantismo mi pare un po’ in crisi. Paradossalmente a mio avviso l’Italia dovrebbe avere buoni rapporti tanto con Trump quanto con Putin.

Come e quando riaprire la partita della modifica dei trattati europei? Facendo sponda con chi, a livello europeo?

Certo, i trattati. Cominciamo intanto dal togliere dalla nostra Costituzione quei corpi estranei dati dai cosiddetti “vincoli europei”, a partire dall’obbligo di pareggio di bilancio. Mi chiede con chi fare sponda; dovremmo puntare a stringere rapporti con quei paesi in cui il sovranismo è vincente, come ad esempio l’Ungheria di Orbán.

Berlusconi è l’unico che nel 2011 è arrivato a porre nei fatti la questione dell’euro, in questo dimostrando di avere capito perfettamente che per noi la moneta unica è un guinzaglio. Chi è più sovranista, l’ex premier o Salvini?

Chi è più sovranista? Lo vedremo dai fatti o, per dirla con Battisti, lo scopriremo solo vivendo.

(Federico Ferraù)