“Nel 1994 uno scoop del Corriere della Sera, che recapitò a mezzo stampa un avviso di garanzia, fece cadere il primo governo Berlusconi. Oggi, 12 maggio 2018, per la legge del contrappasso, lo scoop con cui il Corriere della Sera ha annunciato la candidabilità del presidente Silvio Berlusconi farà nascere il V governo Berlusconi? Avvisate Salvini e Di Maio che il presidente del Consiglio c’è, lo ha trovato Forza Italia!”. Lo scrive su Facebook Sestino Giacomoni, deputato e segretario della conferenza dei coordinatori regionali di Forza Italia.
Sestino Giacomoni: “Chi era costui?”. Solo chi è dentro le segrete cose del cerchio magico berlusconiano sa che il deputato Giacomoni è membro di quel circolo esclusivo e ben noto per parlare solo se interrogato. Ma se ad interrogarlo è lo stesso Berlusconi. Logico immaginare che questa sua inedita uscita altro non sia che una comunicazione di servizio che Arcore recapita in particolare a Matteo Salvini.
Mattarella intanto discettando dal Piemonte di Luigi Einaudi fa sapere che quel Presidente della Repubblica decise per un premier senza subire le indicazioni dell’allora gruppo di maggioranza in parlamento, quello della Democrazia cristiana, il partito-Stato.
Non solo quindi i giudici si premurano di mutare geneticamente l’approccio al “male assoluto” Berlusconi e lo riabilitano quando i populisti sono vicini alla formazione del governo. Ma addirittura Maurizio Martina, esangue liquidatore del Pd, arriva a sostenere che loro con B. hanno avuto solo discussioni politiche… dimenticando il gioco di sponda tra partito e illustri esponenti del giustizialismo rosso che ha, alla fine, ottenuto la cacciata dal parlamento del presidente di Forza Italia.
Di Maio e Salvini: questo matrimonio non s’ha da fare. Ma attenzione, per chi non lo avesse capito quello indigesto è l’autista della ruspa. Indigesto al punto che forse vale la pena procedere con un colpo di spugna sulla turbolenta lavagna di Silvio.
Silvio ritorna quindi, questa volta per la gioia di Mattarella, Napolitano, Juncker, Merkel, forse degli gnomi della finanza, sicuramente di Renzi, Gentiloni e Calenda che lo hanno aiutato a disfarsi dei francesi di Vivendi in Telecom e contano su di lui perché l’alternativa del futuro all’alleanza giallo-verde sia un tante volte vagheggiato accordo Pd-Forza Italia in nome dell’Atlantico e dell’Europa. Da un lato i sovranisti che hanno come priorità gli italiani, dall’altra quelli del cerchio magico di Arcore che pensano che l’eterno ritorno di B. possa motivare il presidente della Repubblica ad affidare l’incarico di formare il governo ad Antonio Tajani, imponendo quindi un premier terzo ma invitando a considerarlo come un convitato di pietra suggerito da Bruxelles. Praticamente un contrappasso di quando al Cavaliere venne fatta trangugiare la medicina di Mario Monti. Tajani non è Berlusconi, ma certo non ha mai fatto nulla senza chiedergli il permesso. 12 maggio 2018… ritorno al futuro.