Il Presidente della Repubblica smentisce di aver posto un veto o diniego sul professor Giulio Sapelli. Lo ha precisato Sergio Mattarella, attraverso l’Ufficio stampa del Quirinale. Il riferimento è alle dichiarazioni rilasciate dall’economista alla nostra testata. Sapelli ha infatti dichiarato ai nostri microfoni che il veto sulla sua candidatura sarebbe stato messo dall’asse «Mattarella-Di Maio, prono all’Europa, anzi a questa Europa, alla Ue così com’è». Su Mattarella ha anche detto che «vuole il governo tecnico, mi chiedo però quale sia il tecnico che si presta». Il capo dello Stato ha deciso dunque di fare chiarezza su quello che rischiava di diventare un giallo: «Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non ha posto alcun veto o diniego sul professor Sapelli per la semplice circostanza che nessuno, né prima né durante le consultazioni, gli ha mai proposto, direttamente o indirettamente, il suo nome». (agg. di Silvana Palazzo)



QUI L’INTERVISTA INTEGRALE A GIULIO SAPELLI

SERGIO MATTARELLA INVITATO ALLA PARTITA DEL CUORE

Si è conclusa poco più di un’ora fa la visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Genova. Il Capo dello Stato è giunto nel capoluogo ligure attoro alle ore 10:30, visitando l’ospedale Gaslini, accolto dalla ministra Pinotti, dal governatore della Regione, Toti, dal primo cittadino Bucci, dai vertici dell’ospedale, e dal cardinale Bagnasco. Qui ha poi ricevuto la casacca per la Partita dal Cuore che si terrà proprio allo stadio Marassi di Genova, con invito da parte di Antonella Clerici e dal noto attore Neri Marcorè. In seguito, poco prima di mezzogiorno, Mattarella si è diretto verso l’Iit, l’Istituto italiano di tecnologia, dove ha visitato il dipartimento di nano medicina e di terapia genica, quindi quello di robotica dove ha incontrato il robot-maggiordomo R1 e HyQ, il robot che cerca le persone sotto le materie. Quindi, ha ricevuto in regalo il libro dei primi 10 anni dell’lit per poi lasciare la città ligure attorno alle ore 13:00, scortato da un imponente sistema di sicurezza. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ALCUNE PAROLE DEL PRESIDENTE

Un forte impegno per le grandi opere e un’attenzione per i bisogni del Paese anche nel campo medico e tecnologico: i simboli della visita a Genova di Mattarella possono essere riassunti così, mentre i “messaggi” ai possibili governanti ancora sono stati risicati e non diretti. Dopo la lunga visita all’ospedale Gaslini, il Capo dello Stato ha spiegato che «è stato un momento coinvolgente ed emozionante in alcuni reparti di questo ospedale. In 80 anni, giorno per giorno, il Gaslini è cresciuto come punto riferimento non soltanto del nostro Paese come dimostrano i bambini che vengono accolti da 70 paesi ed è oggi un elemento di avanguardia e di punta del sistema sanitario». Per Mattarella – giunto a Genova proprio per gli ottanta anni dell’Istituto pediatrico Giannina Gaslini – si è recato all’Itl dove rivolgerà un appello al mantenimento e alla crescita dello sviluppo tecnologico italiano, al servizio delle grandi opere. Intanto, sul fronte centrodestra, arriva un importante messaggio – tra le righe – del presidente Liguria, Giovanni Toti: per il Governatore, il Capo dello Stato deve essere meno arbitro e più protagonista per aiutare da vicino questo Paese. «Il futuro non è un bene disponibile di nessuno. Le grandi opere servono alla modernità della nostra regione e allo sviluppo del Paese. Lei saprà essere arbitro e consentire che il futuro non si ipotechi per il bene di tutti noi e di tutta la nazione». 



MATTARELLA A GENOVA: LASCIA TEMPO A SALVINI E DI MAIO

Sergio Mattarella, il giorno dopo: un viaggio a Genova programmato da tempo sarà l’occasione per meditare su tutti i punti ancora irrisolti della complicatissima partita post-Elezioni. Il governo Salvini-Di Maio non parte, ancora, nonostante le Consultazioni di ieri sembravano dare la linea giusta e l’avvio sperato: si riparte da trattative e “tempo richiesto” che il Colle ha concesso, non crediamo particolarmente sorridente. Altri giorni in cui trovare un asse per un nome premier condiviso e un contratto sui temi principali che Salvini stesso ieri ha detto essere «molto difficile da limare». Oggi il Capo dello Stato sarà appunto a Genova per visitare l’ospedale dei bambini tra i più famosi al mondo, il Gaslini, e poi si dirigerà all’Istituto Italiano della Tecnologia. Ad accogliere Mattarella ci saranno, tra gli altri, l’arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Fondazione Gaslini, Pietro Pongiglione, presidente dell’ospedale, il sindaco Marco Bucci, il governatore Giovanni Toti e i medici dell’ospedale, il ministro della Difesa Roberta Pinotti. Al netto delle uscite pubbliche, potrebbe anche essere l’occasione – la prima dopo lo stallo ennesimo di ieri – di un commento su quanto potrebbe ora avvenire nei prossimi giorni decisivi.

SAPELLI, “MATTARELLA NON MI HA VOLUTO PREMIER”

Per ora l’ultima scelta del Presidente è stata quella di non concedere alibi a Di Maio e Salvini, ovvero di lasciarli andare per la loro strada senza “mettersi d’intralcio” su eventuali nomi usciti ieri o sul contenuto del contratto di governo. Di questo avviso però non lo è affatto il “candidato premier” per qualche ora Giulio Sapelli, noto economista e professore che Salvini avrebbe indicato come possibile soluzione allo stallo per Palazzo Chigi. In una intervista esclusiva al Sussidiario.net Sapelli ci mostra come le trame fra Quirinale e Di Maio potrebbero aver fermato tutto: «Mi sorprendere che le Camere non contino più nulla, a qualcuno fa comodo ignorarle». In maniera come sempre diretta e schietta, il professore spiega che a mettere un veto sulla sua salita a Palazzo Chigi è stato «l’asse Mattarella-Di Maio, prono all’Europa, anzi a questa Europa, alla Ue così come è». L’invettiva è di quelle importanti e anche pesanti, quando arriva a dire che «Forse quando Mattarella è andato a trovare Napolitano ha contratto la sua malattia». Per Sapelli, il Capo dello Stato vuole un governo tecnico, ma «mi chiedo però quale sia il tecnico che si presta. Il paese si accorgerà che abbiamo avuto una grande occasione, quella di rinegoziare l’Europa, di uscire dalla deflazione e dare un po’ di respiro ai paesi europei senza cadere nel nazismo economico, che se andiamo avanti così è quello che ci aspetta», conclude l’economista.