Sergio Mattarella ieri a Genova si è sbottonato davvero pochissimo e non ha lasciato grandi “intuizioni” sull’attuale permanente stato di stallo della politica italiana: dopo la “querelle” con il veto-non veto su Sapelli, il presidente della Repubblica si è preso un giro di “riposo” lasciando ancora un ulteriore “extratime” al Governo Di Maio-Salvini ancora in via di limatura “sostanziale”. Entro oggi dovrebbe chiudersi il contratto di governo cui poi dovrà seguire il voto online sulla piattaforma M5s e le “gazebate” della Lega nel weekend: dunque, facendo un rapido calcolo, si può intuire che non prima di lunedì si potrà avere dal Quirinale una risposta ufficiale sul possibile Governo nascente. Nel frattempo il Capo dello Stato deve gestire i primi “scricchiolii” e polemiche ricevute per la gestione di questo lunghissimo tempo post-elettorale: Fratelli d’Italia e soprattuto la Lega iniziano ad essere insofferenti sul mancato incarico conferito a Salvini in questi due mesi e sul continuo traccheggiare che parrebbe “aiutare” molto più Di Maio che non il Carroccio. A “dimostrarlo” due passaggi chiave: le facce con cui i due leader sono usciti dopo le ultime Consultazioni, il giovane grillino sorridente come una Pasqua, il leghista invece scuro in volto e per nulla soddisfatto. Sapelli, in una intervista al nostro quotidiano, ha ribadito che sono stati proprio Di Maio e Mattarella ad aver messo un nome sul candidato di Salvini (per l’appunto, il professore economista). Secondo alcune fonti leghiste, «Mattarella ha un debole per i grillini e li aiuta in tutti i modi». Sarà davvero così?



IL CONSIGLIO INASCOLTATO DI NAPOLITANO

Secondo quanto riporta Augusto Minzolini, senatore di Forza Italia, a Mattarella è mancato in questi mesi la forza, o il coraggio, o la volontà – o tutte e tre insieme – per poter ascoltare fino in fondo il “consiglio” dato dal presidente emerito Giorgio Napolitano. Prima del malore al cuore che lo ha costretto alla riabilitazione da un mese a questa parta, l’ex Capo dello Stato – secondo Minzolini oggi sul Giornale – avrebbe consigliato a Mattarella di affidare subito l’incarico di premier a Matteo Salvini. «Lo avrebbe messo nel sacco, con le spalle al muro ancorato alle sue responsabilità»: secondo il membro di Forza Italia, se veramente Mattarella non avesse in simpatia il leghista, avrebbe dovuto “incastrarlo” già molte settimane fa. «Se io fossi stato nei panni di Mattarella – ha confidato a qualche amico – avrei dato subito il pre-incarico a Salvini. Per metterlo con le spalle al muro. Subito». Non è andata così e ora lo stallo prosegue, con però un probabile “fastidio” che Mattarella prova nel vedere la Lega ancora in lizza per un Governo, seppur assieme ai Cinque Stelle. A questo punto allora, come nota perfettamente Libero, per il governo potrebbe profetizzarsi quanto detto all’indomani delle Elezioni del 4 marzo il figlio del fondatore M5s, Davide Casaleggio. «Il governo 5 stelle-Lega si farà. Forza Italia avrà tre ministri d’area. Nessun sottosegretario. E troveremo con Salvini un premier condiviso, fino ad allora resterà sul tavolo la candidatura di Di Maio»: a ben vedere, non ci siamo poi così lontani, Cav permettendo..

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