Marco Travaglio show, non solo a DiMartedì ma anche sulle colonne del suo stesso quotidiano: non solo contro Berlusconi, non solo contro Salvini ma anche “contro” il Movimento 5 Stelle. Quest’ultimo fatto non vi spaventi, ora si può capire subito senza pensare che di colpo Travaglio abbandoni l nave grillina, utilizzata da anni ormai contro i poteri “forti” di Pd e Centrodestra: siccome nelle ultime ore emergono possibili congiunture interne al M5s sul nome di Emilio Carelli come possibile premier del Governo Lega-M5s, il Fatto Quotidiano tende a smentire il tutto portando a motivo di tale “esclusione” la lunga militanza berlusconiana dell’ex direttore e fondatore del Tg5 e di Sky Tg24. In tanti lo ritengono la figura di mezzo che potrebbe mettere d’accordo Salvini e Di Maio (e anche Berlusconi), ma di certo non Travaglio che lo silura con queste brevi ma significative righe: «In che senso Carelli smentisce pregiudiziali sulla persona di un tipaccio del genere? Un movimento che voglia cambiare le cose e farla finita con gli inciuci destra-sinistra che hanno ingrassato il Delinquente e la sua banda e ora li tengono in vita artificialmente deve partire proprio dalla pregiudiziale su quella persona». (agg. di Niccolò Magnani)



“SALVINI? UN ARLECCHINO SERVITOR DI DUE PADRONI”

Dopo il botta e risposta andato in scena a distanza di qualche minuto tra i direttori de Il Fatto Quotidiano e de Il Giornale, nel corso della puntata di ieri sera di DiMartedì, oggi continuano a far discutere le parole di Marco Travaglio e Alessandro Sallusti. Il primo ha ribadito il suo giudizio su Silvio Berlusconi e, citando una sentenza sull’ex premier, lo ha definito un “delinquente” nonostante la riabilitazione politica avuta negli ultimi giorni, mentre Sallusti ha risposto a Travaglio chiamandolo “diffamatore” di professione. E la querelle oggi ha tenuto pagina sulle pagine dei giornali, dato che nel suo lungo “j’accuse” la firma principe del Fatto ne ha avute anche per Matteo Salvini, chiamato il “Cazzaro Verde” dato che, a suo giudizio, sarebbe bravo solamente a parole e, anzi, auspica che venga messo presto alla prova dei fatti per mostrare che è solo “un chiacchierone”. E proprio l’editoriale apparso questa mattina in prima pagina sul suo quotidiano è rivolto al leader della Lega, definito “Arlecchino servitor di due padroni” vista la posizione ambigua che ha nel trattare con Di Maio per la formazione di un Governo ma mantenendo dei rapporti ambigui e poco coerenti con Silvio Berlusconi, alleato nella coalizione di centro-destra. “Quello che pensiamo del Cazzaro Verde e del suo degno compare B. i lettori lo sanno bene” è l’attacco del pezzo di Travaglio che definisce la situazione politica attuale come “una sceneggiata mai vista” dal momento che per i pentastellati è ambiguo trattare con Salvini che è un “gestore di due forni e per giunta contemporaneamente”, senza mai chiarire se lo fa per conto della sola Lega o dell’intero centro-destra. Inoltre, a detta di Travaglio, l’atteggiamento del leghista nei confronti del Movimento sarebbe cambiato a seguito di un incontro avuto l’altro ieri ad Arcore proprio con l’ex Presidente del Consiglio. (agg. di R. G. Flore)



SALLUSTI REPLICA: “E TU SEI UN DIFFAMATORE”

In studio a DiMartedì Marco Travaglio ha trovato, come spesso capita nei talk politici, il “contraddittorio” con il direttore del Giornale Alessando Sallusti che di dialettica e vocabolario d accuse non è certo secondo al direttore del Fatto. Ebbene, davanti alla dichiarazione “a-sillogistica” di Travaglio (per cui Berlusconi, anche se riabilitato, resta comunque un delinquente), Sallusti replica diretto: «Allora io posso dire che per fatto tecnico Travaglio è un diffamatore e diffamatore rimane perché è stato condannato in via definitiva sia in Italia che in Europa per diffamazione. Quindi abbiamo ascoltato il monologo di un diffamatore dal punto di vista tecnico». Lamenta poi il direttore del quotidiano di Paolo Berlusconi come per mezz’ora Travaglio abbia avuto il microfono aperto, «quale è il suo ruolo rispetto ai suoi autorevoli colleghi qui in studio?», rilancia Sallusti prima di virare il discorso anche su Salvini e gli attacchi fatti da Travaglio contro il leader leghista. «Salvini non è il cameriere di Berlusconi, ma ha firmato lo stesso programma del centrodestra. Travaglio resta un diffamatore che impersonifica chi è pieno di rabbia». (agg. di Niccolò Magnani)



LO “SHOW” DI TRAVAGLIO A DIMARTEDÌ

Travaglio: “Berlusconi era e resta un delinquente”, il direttore de Il Fatto Quotidiano si scaglia ancora una volta contro il leader di Forza Italia, riabilitato dopo la condanna legata alla Legge Severino. Intervenuto a Di Martedì, programma in onda su La 7 e condotto da Giovanni Floris, il giornalista torinese ha parlato così: “Non metteva piede in Parlamento nemmeno quando ci poteva andare, quindi non credo che sia una grande differenza. Con la riabilitazione non è che i giudici abbiano cancellato la sentenza, hanno semplicemente detto che ha scontato la pena, ma delinquente era e delinquente rimane come è noto”. Continua Marco Travaglio, parlando della possibilità di ritorno a Palazzo Chigi del leader di Forza Italia: “A Palazzo Chigi con il 13 per cento dei voti, in ulteriore picchiata, ne dubito: ok che abbiamo avuto presidenti del Consiglio con il 3 per cento ma eravamo in un’altra epoca. Come diceva Eduardo, chi ci dice che sia una disgrazia: il fatto che lui sia eleggibile non vuol dire che verrà eletto”.

MARCO TRAVAGLIO CONTRO SILVIO BERLUSCONI

Prosegue Marco Travaglio, parlando della trattativa M5s-Lega: “Succede quello che era facile prevedere che accadesse quando una trattativa inizia nell’ambiguità: prima di sedersi al tavolo con Salvini, bisogna sapere se Salvini ha appeso per i testicoli Berlusconi oppure se è libero. Un conto è se Salvini nella trattativa rappresenta la Lega, partito del 17 per cento e se Berlusconi è fuori dei giochi, oppure se rappresenta tutto il Centrodestra. Già è difficile mettere d’accordo M5s e Lega viste le distanze, se devi tenere presente Berlusconi non puoi occuparti di corruzione, giustizia, mafia, conflitto di interessi. Se non si scioglie questo nodo, è inutile sedersi al tavolo: Salvini è andato da Berlusconi e Salvini è cambiato da così a così”. E sottolinea: “Se ora Salvini è di nuovo agganciato a Berlusconi, ne uscirà come un fanfarone, che promette, promette, promette, ma poi al dunque deve sempre chiedere il permesso a papà o a papi”. Infine, una battuta sul Partito Democratico: “Ero rimasto con Martina che diceva: ‘Andiamo al tavolo coi 5 stelle e vediamo se riusciamo a fare un patto, poi da sottoporre ai nostri iscritti’. Poi la direzione, dopo una intervista in televisione di Renzi, non ha più dato risposte: ti pare un partito questo? A me pare un manicomio”. Clicca qui per vedere il video dell’intervista.