Il nome di Andrea Roventini è uno di quelli che più ricorrono nel toto-ministri delle ultime ore e alcuni, nonostante sia pacifico che oramai sia un altro accademico, Giuseppe Conte, in pole position per lo scranno di premier, lo danno ancora come tra i possibili candidati per rivestire il delicato ruolo di Presidente del Consiglio. Ad ogni modo, in un Governo giallo-verde (o giallo-blu come ama dire Salvini) formato da Movimento 5 Stelle e Lega, il 41enne originario di Modena che è anche ph.D in Economia e Management sembra essere comunque indirizzato proprio al delicato dicastero dello Sviluppo Economico e, in una intervista rilasciata a marzo al Sole 24 Ore, ha chiarito meglio quali sono le sue linee guida e soprattutto quale potrebbe essere la sua ricetta, da ministro, per ridurre il debito pubblico. Parlando al quotidiano, Roventini ha infatti premesso di nona vere alcuna “idea bizzarra” ma di avere come stelle polari il blocco delle privatizzazioni e una spinta propulsiva a investimenti e crescita. “Nel nostro DEF non ci sarà spazio per idee utopistiche ma di certo porremo maggiore attenzione al tema della crescita pur mantenendo l’equilibrio dei conti pubblici”. Insomma, parole al miele di quello che si è definito un “keynesiano eretico” per Sergio Mattarella che auspica una squadra di Governo che sì rispetti l’esito del voto popolare ma allo stesso tempo non proponga soluzioni economiche per l’Italia che, agli occhi dei mercati e dell’Europa, si configurino come pericolose fughe in avanti. A proposito invece del tanto temuto parametro del 3% nel rapporto deficit/PIL, Roventini ha detto al Sole 24 ore che deve certamente calare ma che è anche un feticcio che “non trova nessuna giustificazione nella teoria macroeconomica, dunque va sì rispettato ma in maniera flessibile…”. (agg. di R. G. Flore)



PER LUI IL DICASTERO DELL’ECONOMIA?

Il tempo passa e le Consultazioni si avvicinano: con esse, si avrà forse definitivamente già questa sera l’indicazione del nome del prossimo Premier “giallo-verde”. Se Roventini – che è dato in “discesa” rispetto all’altro candidato Giuseppe Conte – non dovesse riuscire a spuntarla per la poltrona di Palazzo Chigi, allora potrebbe profilarsi per lui quanto già deciso prima delle elezioni con la nomina in pectore per il dicastero dell’Economia. Non c’è stata maggioranza grillina, come ben sappiamo, dopo il 4 marzo eppure oggi potrebbe avversarsi per Roventini quel ruolo prefigurato alla guida del centralissimo Ministero economico, forse l’incarico più importante alla pari degli Interni nel Consiglio dei Ministri. Avverso al liberismo ma anche contrario alle politiche di austerità, Di Maio lo aveva definito così mesi fa «ha l’età di Macron ma già scrive con un premio Nobel come Striglitz». Decisivo l’appoggio-accordo con la Lega su questo punto, con Salvini che potrebbe anche convincersi sulla candidatura vedendo le battaglie anti debito e anti-legge Fornero, come spieghiamo bene qui sotto. Non resta che vedere cosa dirà Mattarella a riguardo e se Roventini troverà posto nella lista di ministri in mano ai due !azionisti” del Governo, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. (agg. di Niccolò Magnani)



UN PREMIER TECNICO PER IL GOVERNO?

Andrea Roventini papabile nuovo premier del governo M5s-Lega: un tecnico che si è dato alla politica, mettendosi in gioco per mettere a frutto i suoi studi e le sue ricerche in campo economico. Docente alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Roventini ha all’attivo numerose pubblicazioni consultabili ad esempio sul Journal of Evolutionary Economics o sul Journal of Applied Econometric, Andrea Roventini aveva spiegato così la sua ‘scesa in campo’ con il movimento pentastellato: “Ho accettato la proposta dell’onorevole Luigi Di Maio per una ragione molto semplice: voglio impegnarmi per il mio Paese. Quando ero ancora studente, mi è stata insegnata una cosa molto importante: l’economia è politica. Le teorie economiche hanno un impatto sulla vita di milioni di persone. I professori devono uscire e confrontarsi con la società civile. Quando il Movimento mi ha contattato, spiegandomi il progetto, ho capito che per me era un’occasione imperdibile, perché potevo applicare le idee e le ricerche scientifiche su cui ho lavorato negli ultimi 15 anni”. Ha poi sottolineato Andrea Roventini: “Non cogliere questa opportunità sarebbe stato un grave errore, soprattutto in un momento così decisivo della nostra storia”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



ANDREA ROVENTINI PREMIER DEL GOVERNO M5S-LEGA?

Chi è Andrea Roventini, possibile nuovo premier del Governo M5s-Lega? Oltre al giurista Giuseppe Conte, circola nelle ultime ore il nome del quarantunenne per la poltrona di presidente del Consiglio pentastellato. Nato a Mirandola, provincia di Modena, Roventini ha un curriculum di tutto rispetto: laurea cum laude in Economia all’Università di Modena e Reggio Emilia e phD in Economia e Management alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, dove dal 2014 è professore associato. Da insegnante, ha lavorato presso la facoltà di Economia all’Unviersità di Verona ed è un allievo di Giovanni Dosi, tra gli esperti più ammirati dal movimento guidato da Luigi Di Maio. “Keynesiano eretico, critico col liberismo e la deregolamentazione sfrenata dei mercati finanziario”, così si definisce Andrea Roventini sul suo profilo Twitter. Accostato alla poltrona di primo ministro, il modenese prima delle elezioni del 4 marzo 2018 era indicato come ministro all’Economia del governo pentastellato. Ma ora la situazione potrebbe cambiare…

CHI E’ ANDREA ROVENTINI

In una lunga intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore, Andrea Roventini ha parlato di due delle proposte di punta del M5s, ovvero il reddito di cittadinanza e l’abolizione della Legge Fornero: “Non miriamo a un’abolizione tout court della riforma Fornero ma a un suo superamento. A mio giudizio, tale riforma è sostenibile per i conti dell’Italia. In ogni caso, penso che dopo quarant’anni un lavoratore abbia diritto ad andare in pensione. Il mio amico e collega Pasquale Tridico ha proposto un piano per finanziare il reddito di cittadinanza o meglio il reddito minimo condizionato”. Importanti, inoltre, le sue parole sulla gestione della crisi del sistema bancario: “Le sofferenze bancarie sono esplose in parallelo alle misure di austerità fiscale e ai fallimenti di molte imprese. La ricetta per mettere in sicurezza il nostro sistema creditizio passa anche attraverso un ritorno ad una politica economica espansiva. Ci batteremo in Europa per una maggiore regolamentazione del sistema finanziario. Attualmente nella maggior parte dei Paesi sviluppati c’è troppa finanza e poca economia reale e questo porta a crisi sempre più devastanti, salvataggi pubblici costosissimi e minore crescita. Naturalmente rispetteremo l’indipendenza della Banca d’Italia”.

L’ENDORSEMENT DI GIOVANNI DOSI

Giovanni Dosi, suo mentore, lo ha presentato così: “Ho enorme stima come collega e amico: abbiamo lavorato insieme e ho imparato molte cose da lui nonostante sia più giovane. Il mio giudizio su di lui è incondizionatamente positivo, il suo è un approccio keynesiano ed espansivo. E’ un amico dell’innovazione a favore di una maggiore giustizia sociale ed è un approccio condivisibile. E’ una persona pragmatica, equilibrata, conosce i vincoli e li sa trattare”. Queste, invece, le parole di Luigi Di Maio nel giorno della presentazione della squadra dei candidati ministri di un governo Movimento 5 Stelle: “E’ una persona che noi proponiamo per il ministero dell’economia e, insieme a Tridico e Fioramonti, condivide la stessa idea. E’ una persona di grande responsabilità e raggiungerà gli obiettivi con il dialogo. Ci tengo a sottolineare che il professor Roventini rappresenta una scuola di politica in discontinuità con le politiche fatte di tagli lineare e politiche economiche restrittive”.