In un video pubblicato sul suo profilo ufficiale su Facebook, il capo politico Luigi Di Maio si è complimentato con il professor Giuseppe Conte per aver ricevuto l’incarico dal Presidente della Repubblica Mattarella, per formare il nuovo Governo. “In bocca al lupo a Giuseppe Conte, l’avvocato difensore del popolo italiano. Ascoltate e diffondete le sue parole! Il cambiamento non è mai stato così vicino! Conte avrà la possibilità di far volare questo paese, renderlo più leggero, più snello e con più diritti.” Parole piene di entusiasmo da parte di Di Maio, che ha svelato particolari anche sui suoi prossimi progetti politici: “Credo che il Ministero dello Sviluppo Economico, con dentro il Lavoro, debba andare al M5S . C’è tanto lavoro da fare, come mettere in campo norme impediscano allo Stato di aiutare le imprese a delocalizzare all’estero. Questo sarà un governo politico: io spero di esserci e spero che ci sia il più alto numero di esponenti del M5S ma questo governo sarà politico perché mette al centro i cittadini.” (agg. di Fabio Belli)



CONFERMARE ITALIA IN UE

Giuseppe Conte ha tenuto il suo primo discorso ufficiale da premier incaricato del Governo Lega-M5s pochi minuti fa all’uscita dal vertice-fiume con Mattarella: «il Capo dello Stato mi ha conferito l’incarico e ho accettato con riserva. Abbiamo parlato della fase delicata che stiamo vivendo e delle sfide che ci attendono di cui sono pienamente consapevole», ha detto in apertura il nuovo Presidente del Consiglio, in attesa del primo voto in Parlamento e delle prossime consultazioni personali per porre la squadra definitiva di ministri da presentare al Colle tra qualche giorno. «Sono consapevole nel confermare la collocazione europea dell’Italia, il governo fin da subito dovrà fare i negoziati sul bilancio europeo, sulla riforma del diritto d’asilo e sul completamento dell’unione bancaria Ue», spiega illustrando lo scenario dei prossimi mesi dell’Italia in Europa. «Il mio impegno lo metterà per cercare anche le alleanze opportune in modo che la direzione di marcia tuteli sempre l’interesse nazionale: fuori di qui c’è un Paese che giustamente attende la nascita di un governo e attende delle risposte, quello che sta per nascere è il governo del cambiamento», facendo “il verso” agli annunci di Salvini e Di Maio. «Se riuscirò a portare a compimento l’incarico esporrò alle Camere un programma basato sulle intese tra le forze politiche di maggioranza», spiega ancora Conte prima di lasciare quello che sarà di certo il titolo dei principali quotidiani italiani domani mattina, «voglio un governo dalla parte dei cittadini che tuteli i loro interessi: sono professore e avvocato, ho perorato le cause di tante persone ma ora voglio tutelare gli interessi di tutti gli italiani, dialogando con istituzioni europee e di altri paesi. Mi propongo di essere l’avvocato difensore del popolo italiano. lo faccio con massimo impegno e massima responsabilità». Ora i vari step istituzionali prima di fissare i vari colloqui dei prossimi giorni per arrivare a formare la squadra di Governo da discutere poi con il Capo dello Stato. QUI IL PRIMO DISCORSO VIDEO DEL PREMIER INCARICATO GIUSEPPE CONTE 



SALVINI, “PREMIER NON SARÀ UN MERO ESECUTORE”

Mentre è ancora in corso il tanto atteso colloquio al Quirinale tra Sergio Mattarella e Giuseppe Conte, convocato per questo pomeriggio al Colle, i due principali “azionisti” del principale Governo Lega-Movimento 5 Stelle hanno parlato in toni ottimistici, auspicando che si possa cominciare a lavorare presto. A tal proposito, intercettato dai cronisti, Matteo Salvini è apparso al pari di Di Maio molto rilassato e ha voluto tranquillizzare su quello che sarà il perimetro di azione del premier da lui indicato. “Non sarà un mero esecutore del contratto di Governo, e dovrà essere indipendente dalle decisioni prese da me e Di Maio” ha spiegato il leader della Lega, aggiungendo che si sta parlando di una maggioranza politica e che “quindi noi rispondiamo ai cittadini italiani”. A proposito invece dei soli sei voti di maggioranza di cui disporrebbe il nascente esecutivo giallo-verde, Salvini ha auspicato che bastino: “Per questo noi intanto cominciamo: voglio un Governo che cominci a fare alcune cose e che le faccia bene e velocemente”. (agg. di R. G. Flore) 



DI MAIO, “OTTIMISTA PER L’ITALIA”

ma si sa come Giuseppe Conte uscirà dal colloquio con Mattarella: da premier incaricato, ormai non ci sono dubbi anche se la lunghezza del vertice al Colle è spiegata dai tantissimi nodi in campo che il Capo dello Stato vuole fugare prima di far partire ufficialmente il nuovo Governo Lega-M5s. Rientrato a Montecitorio in attesa degli sviluppi delle prossime ore, Luigi Di Maio ha spiegato ai giornalisti di aver sentito prima di entrare al colle proprio il prossimo premier incaricato: «Ho parlato con Conte, ci siamo sentiti per farci un in bocca al lupo per l’Italia, non per noi». Il leader del M5s ha poi spiegato che c’è molto ottimismo per quanto il Paese sta per conoscere, «ma non fatemi fare il totoministri. I ministri vengono dopo». Si toglie invece qualche sassolino dalla scarpa Matteo Salvini, nelle ultime ore messo ancora più “nel mirino” degli alleati nel centrodestra: «se sto facendo quello che sto facendo è perché gli alleati mi hanno detto ‘vai e fai’, chiedete alla Meloni e a Berlusconi se hanno cambiato idea. Io sto facendo quello che faccio per il bene del Paese», ha spiegato ai giornalisti dopo le parole di Giorgia Meloni che ha parlato di definitiva rottura della coalizione. Il leader del Carroccio ha poi risposto sulle polemiche sul probabile prossimo Ministro dell’Economia, anche lui “travolto” dalle polemiche per le sue idee euroscettiche: «Non ci possono essere veti su persone che dicono che prima delle virgole dell’Europa vengono i cittadini italiani. Dire questo non è una colpa ma un vanto».

IPOTESI PRE-INCARICO PER CONTE

Da pochi minuti il professor Giuseppe Conte è arrivato al Quirinale dove, con qualche minuto di anticipo, è cominciato il tanto atteso incontro col Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Tuttavia, la novità dell’ultimissima ora (nonostante l’esultanza di Luigi Di Maio di questa mattina, quanto parlava già di “inizio della Terza Repubblica”) è che dal Colle potrebbe non arrivare l’incarico al premier indicato da Lega e Movimento 5 Stelle pe formare un Governo, ma invece un pre-incarico per Conte: questo sia per mostrare, da parte di Mattarella, che non ci sarà alcun bracci di ferro e nessuna ostruzione per ostacolare la nascita di un esecutivo politico, ma allo stesso tempo per capire dal professore quale siano le sue intenzioni nella composizione della squadra di ministri e non dargli subito un incarico pieno. Infatti, a tenere banco nelle ultime ore è soprattutto la casella del Ministero dell’Economia per il quale Salvini e Di Maio hanno trovato una intesa su Paolo Savona (nonostante pare che il suo nome non sia così vincolante), personalità di spicco ma che preoccupa per le sue più recenti posizioni no-euro. (agg. di R. G. Flore)

DI MAIO, “PER SALVINI NON VINCOLANTE SAVONA ALL’ECONOMIA”

Mentre è già cominciata la diretta live dal Quirinale per le consultazioni tra Mattarella e Giuseppe Conte, la politica attende con ansia il momento in cui – ormai sembra certo – il Capo dello Stato conferirà l’incarico di premier al professore e avvocato. A quel punto inizia la vera battaglia ovvero trovare in Parlamento i voti per la prima, decisiva, fiducia al governo M5s-Lega: scontato alla Camera, neanche lontanamente “certo” al Senato. È tra l’altro notizia di qualche minuto fa dalla Conferenza dei capigruppo a Palazzo Madama che il Def (Documento Economia e Finanza) sarà votato al Senato appena dopo che l’intero Parlamento si sarà espresso sulla fiducia al quasi neonato governo giallo-verde, con l’accordo di Cinque Stelle e Partito Democratico. Il capogruppo dem Marcucci ha poi aggiunto che probabilmente il voto di fiducia al Governo Conte avverrà tra martedì e mercoledì, tenendo presente il calendario dei lavori in aula stabilito dalla Presidente Casellati. Ai cronisti che si sono assiepati fuori da Montecitorio invece, il leader politico grillino Luigi Di Maio ha poco fa fatto sapere che i dubbi e le riserve di Mattarella sul nome di Paolo Savona all’Economia non li vede come un grande problema, dato che «per Salvini e la Lega non è vincolante il ticket Conte-Savona». (agg. di Niccolò Magnani)

DI MAIO, “I MINISTRI LI SCEGLIE MATTARELLA”

E’ il giorno decisivo per la formazione del nuovo Governo M5s-Lega. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato Giuseppe Conte al Quirinale alle 17.30. Il capo dello Stato, come sottolineato dai colleghi de ilfattoquotidiano.it, ha chiesto a Luigi Di Maio e Matteo Salvini se fosse ancora quello del giurista il nome del candidato primo ministro e, di fronte alla conferma dei leader politici di M5s e Lega, ha convocato al Colle il professore di origini pugliesi. Grande soddisfazione da parte di Luigi Di Maio, che ha commentato così: “Oggi comincia la terza Repubblica, ve l’avevo detto, l’avevo promesso. L’impianto regge, anche se sui ministri chi decide è il presidente della Repubblica”. Decisivo, dunque, il parere di Sergio Mattarella e restano ancora dei dubbi riguardo la squadra dei ministri del futuro Governo. Come vi abbiamo sottolineato a più riprese, molti dubbi circolano soprattutto su Paolo Savona, indicato come ministro all’Economia. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

OGGI L’INCARICO?

E poco dopo le ore 13 il momento che forse svolterà la storia di questi ultimi mesi di formazione (tentata) del Governo: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato per le ore 17.30 di oggi al Quirinale il professor Giuseppe Conte. Dopo 48 di riflessione il Colle pare abbia deciso e potrebbe, a questo punto, conferire già oggi pomeriggio l’incarico di premier al professore e avvocato indicato da Lega e M5s per guidare il “Governo del cambiamento”. Secondo fonti interne al Quirinale riportate dall’Ansa, pare che nel corso della mattinata di oggi il leader del M5s e quello della Lega siano stati contattati personalmente dalla Presidenza della Repubblica per avere una conferma sul nome condiviso di Conte, al netto delle polemiche sui curriculum “taroccati”. E pare che sia Di Maio che Salvini abbiano detto sì: da qui allora la mossa di convocare Conte per poter, forse, finalmente far partire il Governo di questo legislatura. «Oggi comincia la terza Repubblica, ve l’avevo detto, l’avevo promesso. Ovviamente è il presidente che decide, ma se è stato convocato..» ha spiegato Di Maio davanti alla Camera. A difesa della figura scelta da Lega e dal M5s, interviene anche Beppe Grillo che sul suo blog scrive «Il maligno gossip-check-up sul Professor Conte imperversa, futile, a partire dal minuto esatto in cui si è fatto il suo nome. E’ il brulicame di microscopici colpi di coda, davvero un brutto spettacolo, inscenato senza alcuna regia preordinata. E’ la casta che decade, che si agita per puro istinto di sopravvivenza».

LO SPREAD VOLA A QUOTA 190

Mentre la politica “tentenna”, l’economia si fa sentire eccome: questa mattina torna a volare lo spread con il differenziale Btp-Bund che vola fino a quota 190 spaventando e non poco il Colle mentre ancora manca un incarico al Governo Lega-M5s. A questo punto lo stesso Mattarella non potrà sciogliere le sue riserve tanto lontano nel tempo, almeno per provare a tappare l’emergenza dei mercati sempre più “isterici” per non riuscire a capire quale sarà il futuro governo italiano. Salvini e Di Maio hanno confermato anche questa mattina, a distanza, che Giuseppe Conte resta il candidato premier condiviso e che se arrivasse l’opzione del Colle per far saltare la candidatura allora il rischio serissimo di voto anticipato sarebbe assai vicino. La lotta “di forza” continua tra Quirinale e Lega-M5s, mentre il Paese attende con sempre più “ansia” per le prossime scadenze imminenti che l’Italia non può affrontare senza un Governo incaricato. A Radio Anch’io su Radio1, il vicepresidente della Camera e vice Salvini, Lorenzo Fontana, ha spiegato che «il nome (di Giuseppe Conte, ndr) resterà questo. Se dovesse cambiare si dovrebbe rivedere un po’ tutto l’equilibrio della squadra di governo e il problema sarebbe molto serio». Intanto il Quirinale tiene ancora riserve sulla squadra di ministri che secondo prassi deve essere discussa dal premier assieme al Colle, e non con l’imposizione degli “azionisti” di maggioranza del possibile Governo. 

CONTE O DI MAIO PREMIER? LE “ULTIME” 24 ORE..

Saranno le ultime 24 ore prima di sapere il nome del premier per il Governo “del cambiamento”? O saranno le ultime 24 ore della possibilità di vedere Giuseppe Conte nuovo premier italiano? Oppure saranno ancora gli ultimissimi momenti prima di avere un Di Maio “vincente” nella sfida interna contro Salvini e in ascesa verso Palazzo Chigi? Tutte queste domande restano apertissime per questo mercoledì cruciale a due mesi e mezzo dalle Elezioni, per un semplice motivo: se le risposte a tali quesiti fossero tutti negativi l’unica conseguenza possibile si chiamerebbe voto anticipato. E ad oggi, nessuno lo vuole (o almeno dice di non volerlo, ndr). La scelta è in mano a Mattarella che si è preso almeno 48 ore di riflessione dopo le consultazioni di lunedì scorso e dopo l’indicazione di Conte come prossimo premier. Il Colle non è convinto per due semplici ma decisivi motivi: la dimensione e l’immagine di un premier che non vorrebbe nominare e vederselo qualche giorno dopo dimesso per via di curriculum “frodati” o teorie pro-Stamina strampalate; in secondo luogo, non è convinto dal ruolo di subalterno che sembra esser stato cucito per l’avvocato e professore, “stretto” fra le linee di Di Maio e Salvini e senza per ora una propria dimensione di autonomia indispensabile secondo la Costituzione per il ruolo di presidente del Consiglio. L’impressione è di estrema fragilità per questa ultima fase politica, confermata oggi da Emilio Carelli, big M5s intervenuto ad Agorà poco fa: «Non escludo che Conte possa saltare, perché non sappiamo cosa succederà oggi». Ora tocca al Colle che nel gran calderone dell’ipotesi di Governo giallo-verde (o gialloblu, dato che ormai la Lega sembra aver dimenticato anche cromaticamente le sue origini padane) mette anche i forti dubbi su Paolo Savona, l’indicato per il ruolo all’Economia ma profondamente euroscettico e dunque non proprio “amabile” per il presidente della Repubblica.

SALVINI, È CRISI NEL CENTRODESTRA

Ma il secondo vero grande nodo attuale della politica riguarda il “secondo” classificato alle Elezioni, quel Matteo Salvini che con la sua Lega continua a salire nei consensi tra la gente ma a scendere nella fiducia degli alleati di coalizione. La sua “ostinazione” nel trovare un accordo con Di Maio, tanto quasi a portare a Palazzo Chigi un “indicato” dal giovane rivale senza, forse, le giuste referenze (Conte) o peggio lo stesso capo politico del M5s. E gli alleati non perdonano: ieri in direzione Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è stata chiarissima, escludendo una fiducia al Governo Conte e ovviamente anche a quello eventuale di Luigi Di Maio. «Salvini è caduto nella trappola grillina e ora ho paura per lui perché i Cinque Stelle lo stanno isolando. La cosa strana è che lui è come un generale che ha appena vinto e si consegna al nemico». Duro altrettanto Silvio Berlusconi che con il suo “passo di lato” aveva concesso la possibilità di far partire il Governo Lega-M5s senza far crollare la coalizione di centrodestra: «che senso ha un tecnico a capo di un governo politico?» e poi ancora peggio, «Salvini si è appiattito sulla linea grillina. Non è intervenuto sul premier e sul programma». La linea è flebile ora nella coalizione più forte a livello elettorale, che da un lato non vuole mettere in crisi un sistema di voti e governi locali che finalmente funziona molto bene e che vede buoni risultati, e dall’altro non vuole consegnarsi come “vittima sacrificale” alla causa populista e statalista del Movimento 5 Stelle.

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