Luigi Di Maio intervistato in questi minuti a Pomeriggio 5 ha rivelato che il professore Savona, dopo averlo incontrato e conosciuto assieme a Matteo Salvini, ha premesso: “io accetto solo se si rimane in Europa”. Questo “anticipa” quanto detto in una lunga nota apparsa su Milano Finanza dello stesso Paolo Savona, l’autentico pomo della discordia tra Lega-M5s e il Quirinale: «ho subito un grave torto dalla massima istituzione del Paese sulla base di un paradossale processo alle intenzioni di voler uscire dall’euro e non a quelle che professo e che ho ripetuto nel mio Comunicato, criticato dalla maggior parte dei media senza neanche illustrarne i contenuti». Secondo Savona, se non ci fosse stato un veto “inaccettabile, dato che è infondato”, allora il Governo Conte avrebbe potuto contare sul sostegno di Macron incanalando la reazioni scompose che provengono dai paesi Ue che temevano un governo Lega-M5s: «Si tratta di decidere se gli europeisti sono quelli che stanno creando le condizioni per la fine dell’Ue o chi, come me, ne chiede la riforma per salvare gli obiettivi che si era prefissi». (agg. di Niccolò Magnani)



RINALDI: “A BORSE CHIUDE PUBBLICHERÒ LA LETTERA DEL PROFESSORE”

Tra le tante riflessioni che si sono aperte dopo lo strappo istituzionale, c’è quella sulle ragioni del veto di Sergio Mattarella alla nomina di Paolo Savona al ministero dell’Economia. Neppure il braccio destro dell’economista è riuscito a spiegare il motivo della decisione del capo dello Stato. «Chi pensava ai risparmiatori quando c’è stato il bail in?», si chiede Antonio Maria Rinaldi. L’economista a L’aria che tira su La7 si è duramente confrontato con il deputato del Pd Gennaro Migliore in riferimento alla «tutela dei risparmiatori italiani» cui ha fatto riferimento Mattarella. Rinaldi ha poi aggiunto che sta per scoppiare una bomba contro il Colle e il premier incaricato Carlo Cottarelli: «A Borse chiuse pubblicherò una lettera di Savona: Cottarelli dica agli italiani che ritornerà l’austerity». Sul veto di Savona potrebbero emergere nelle prossime ore nuovi particolari… (agg. di Silvana Palazzo)



MELONI: “CHIEDEREMO L’ALTO TRADIMENTO”

Proseguono i commenti dal mondo politico circa il caos governativo dopo che il presidente Sergio Mattarella, ha di fatto “sciolto” il nuovo esecutivo M5S-Lega, con il veto posto sul professor Savona, candidato dai due partiti a Ministro dell’Economia. Una notizia che ha lasciato basito il segretario dei Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che attraverso un video pubblicato sulla propria pagina personale di Facebook, ha spiegato: «Si dice che il Presidente della Repubblica abbia messo il veto sulla nomina di Paolo Savona a Ministro dell’Economia, se questa notizia fosse confermata avrebbe dell’incredibile. E se questo veto fosse confermato sarebbe drammaticamente evidente che il Presidente Mattarella è troppo influenzato dagli interessi delle nazioni straniere e dunque Fdi nel caso in cui questo veto impedisca la formazione del nuovo Governo chiederà al Parlamento la messa in stato d’Accusa del Presidente per alto tradimento». Molti quindi coloro che puntano il dito contro il Capo dello Stato, a cominciare dagli esponenti dei pentastellati e della Lega: il caos regna sovrano, a breve ci saranno nuove elezioni. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



“NON CAMBIO IDEA PER LA POLTRONA”

«Io non cambio idea per una poltrona»: così aveva detto nelle scorse ore Paolo Savona prima che effettivamente la “sua” poltrona di Ministro dell’Economia saltasse definitivamente facendo aprire una nuova e inquietante crisi non solo di governo ma anche istituzionale. In un fondo del Corriere di oggi, Monica Guerzoni ha provato a ricostruire il profilo duro e “testardo” del professore che non piace a Berluno, così da spiegare più nel dettaglio perché Mattarela abbia detto di no al suo nome in questo momento preciso storico. «Le autorità hanno il dovere di attuare due diversi piani, quello necessario per restare nell’ Ue e nell’ euro e quello per uscire se gli accordi non cambiano e i danni crescono»; questa teoria di Savona, il famoso “piano B” per il sistema europeo, è stato il vero punto di ostacolo per la sua salita al Ministero di Via XX Settembre. L’ex ministro di Carlo Azeglio Ciampi è rimasto immobile nella tempesta, come sottolinea ancora Guerzoni, anche se va detto che da quanto successo ieri sera non ha ancora commentato o attaccato il Colle (come invece hanno fatto Meloni e Di Maio chiedendo l’impeachment). Si è fatto da parte ma ha fatto capire di essere tutto d’un pezzo: la sua idea non la cambia anche se ieri con la nota diffusa in giornata ha provato a sforzarsi di offrire tutto l’appoggio e la convinzione di poter lavorare ancora per una Europa unita e solida, con i dovuti cambiamenti da discutere. Proprio quest’ultimi non hanno convinto e dunque è tutto saltato. (agg. di Niccolò Magnani) 

“NON HO ACCETTATO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA”

«Ho accettato tutti i ministri tranne quello dell’Economia». Sergio Mattarella lo ha detto chiaramente al termine del colloquio con il premier incaricato Giuseppe Conte: ha posto un veto sulla nomina di Paolo Savona. Così è fallita la formazione del governo M5S-Lega. Il capo dello Stato ha spiegato con estrema chiarezza le ragioni della sua scelta. «Ho chiesto l’indicazione di un autorevole esponente politico della maggioranza, coerente con il programma. Che non sia visto come sostenitore di una linea più volte manifestata che potrebbe provocare l’uscita dell’Italia dall’euro». Evidentemente per Mattarella la nomina di Savona non soddisfa queste prerogative, anzi è stata avvertita come una imposizione. «Il professore Conte mi ha presentato la lista dei ministri: io avrei dovuto firmarli per responsabilità ma in questo caso il Capo dello Stato svolge ruolo di garanzia che non ha mai subito ne può subire delle imposizioni». Che la lettera di oggi scritta da Savona per chiarire la sua posizione su Euro e Unione europea non avesse sortito gli effetti sperati era emerso con il passare delle ore. 

MATTARELLA CONTRO SAVONA: ECCO PERCHÉ LO HA “SILURATO”

«No a un sostenitore dell’uscita dell’Italia dall’euro». Mattarella non si è preso la responsabilità di nominare un ministro che aveva teorizzato il no alla moneta unica. Dopo ore di indiscrezioni sono arrivate le tanto attese dichiarazioni di Sergio Mattarella. Intervenuto dopo Giuseppe Conte, il premier incaricato che ha sciolto la sua riserva negativamente, ha chiarito la sua presa di posizione, definibile in maniera più netta come veto. «L’incertezza della nostra posizione nell’Euro ha posto in allarme investitori italiani e stranieri che hanno investito in titoli e aziende. L’aumento dello spread aumenta debito e riduce la possibilità di spese in campo sociale. Questo brucia risorse e risparmi delle aziende e prefigura rischi per le famiglie e cittadini italiani, con un rischio anche per i mutui». La posizione del governo su Euro e Ue è dunque fondamentale per Mattarella ai fini della formazione del governo. «Adesione all’Euro è scelta di importanza fondamentale per futuro dei nostri giovani, è tema che si può discutere ma non in questo momento». Dopo aver precisato in più passaggi la sua collaborazione per la nascita di un governo politico, Mattarella ha annunciato che nelle prossime ore deciderà sulla richiesta delle elezioni anticipate.