ISTITUTO CATTANEO (28 MAGGIO): IL 90% DEI COLLEGI A LEGA-M5S

Rielaborando ancora i sondaggi prodotti dall’Istituto Cattaneo sulla situazione prossima politica, prosegue l’analisi su come potrebbero comportarsi alle urne Lega e Movimento 5 Stelle se si presentassero assieme in un cartello anti-Ue: il 90% nelle due Camere con i seggi uninominali, con ben 72 deputati in più dell’attuale Parlamento e circa 200 senatori in tutto per la neo-coalizione Salvini-Di Maio. «A Forza Italia e Pdresterebbero una manciata di seggi urbani, a Milano e Torino e alcuni collegi tra Emilia, Toscana e Trentino-Alto Adige», spiegano gli analisi dell’Istituto Cattaneo che presenta anche la cifra esatta di percentuale di parlamentari con casacca gialloverde. Alla Camera il 68,8%, al Senato il 67,6% per il cartello Lega-M5s: insomma, due terzi di parlamento sarebbero in piena rivolta contro l’establishment europeo, lasciando le briciole alle opposizioni “liberali” di Forza Italia, Pd e partiti minori. 



EMG (28 MAGGIO): ELEZIONI ANTICIPATE, LEGA-M5S VALGONO IL 53,7%

Mentre gli eventi al Quirinale si susseguono sempre più clamorosi e si ritorna a parlare di elezioni anticipate a luglio, se ci fosse l’accordo trasversale di tutti i partiti, emergono con ancora più interesse i sondaggi Emg Acqua recenti sulle intenzioni di voto che potrebbero portare il Paese nei prossimi due mesi. Ebbene, se alla fine Lega e Movimento 5 Stelle si presentassero assieme ad oggi varrebbero un roboante 53,7%, frutto del 32,6% di Di Maio e 21,7% del Carroccio di Matteo Salvini. Per quanto riguarda gli altri partiti di centrodestra “orfani” della Lega, Berlusconi ad oggi manterrebbe un 13,4% su scala nazionale mentre il partito di Giorgia Meloni finirebbe al 4,9%, con NcI che invece vale un basso 0,6% come preferenze. Passando al centrosinistra, il Partito Democratico vale oggi, con o senza Renzi, il 18,1% nei consensi del sondaggio appena pubblicato: 3,7% per Liberi e Uguali, 1,4% +Europa Bonino e 2,1% per Potere al Popolo, risultato clamoroso se fosse realmente confermato alle urne. 



SWG (28 MAGGIO): SCELTA MATTARELLA SU SAVONA, IL 35% NON CONDIVIDE

I sondaggi di Swg condotti ieri e pubblicati dal Tg La7 hanno provato a comprendere cosa e come gli italiani hanno colto la scelta di Sergio Mattarella di non voler nominare al Ministero dell’Economia il professore Paolo Savona (perché considerato interprete di teorie troppo vicine all’antieuropeismo, ndr): ebbene, il 35% la ritiene una scelta «ingiusta e scorretta» che di fatto ha portato la caduta del Governo Lega-M5s pronto a partire per la fiducia. Il 24% ritiene che la scelta di Mattarella sia «corretta sul piano istituzionale, ma, data la situazione avrebbe fatto meglio ad accogliere tale proposta»; per il 26% degli elettori intervistati, quando deciso da Mattarella è non solo corretto sul fronte istituzionale ma anche »giusto» proprio per la complessità della situazione. Il 15% ha risposto di non sapere/non voler rispondere alla domanda posta dal sondaggio sul Capo dello Stato.



PIEPOLI (28 MAGGIO): LEGA SI AVVICINA A M5S

Dopo la fumata nera del governo M5s-Lega, alcuni sondaggisti sono stati interpellati dall’AdnKronos per analizzare l’orientamento degli italiani sul tema dell’Europa. In una prospettiva di scelta, secondo Nicola Piepoli, non c’è dubbio sul fatto che vincerebbero i pro Ue. Il 70% degli italiani è contro l’uscita, quindi per il fondatore dell’omonimo Istituto di ricerche non conviene a Salvini cavalcare quest’onda. Nella nuova partita secondo Piepoli i consensi per il MoVimento 5 Stelle potrebbero scendere al 30%, mentre la Lega potrebbe contare su un bacino elettorale del 25%. Il Pd invece dovrebbe riuscire a conservare il 20% dei voti. Per il sociologo e sondaggista Renato Mannheimer un italiano su due apprezza Salvini, che può dunque contare su una popolarità che supera il 50%. Il MoVimento 5 Stelle invece resterà stabile e continuerà a fare breccia in chi si scaglia contro i cosiddetti “poteri forti”. (agg. di Silvana Palazzo)

DEMOPOLIS (22-23 MAGGIO): VOTO DOPO L’ESTATE, BOOM DELLA LEGA (24%)

Un testa a testa o, come suggeriscono altri nel caso in cui Lega e Movimento 5 Stelle non dovessero raggiungere una intesa pre-elettorale, una sorta di spareggio. Questo suggeriscono gli ultimi sondaggi politici, proprio oggi che è ancora più chiara quale sia la prospettiva di un eventuale fallimento di Carlo Cottarelli nel formare un esecutivo tecnico e a tempo. Come si è appreso, se il suo Governo non dovesse ottenere la fiducia si andrebbe al voto quanto prima dopo agosto e stando ai dati resi noti da un sondaggio realizzato da Demopolis a fare man bassa sarebbe la Lega di Matteo Salvini, laddove i pentastellati otterrebbero comunque un buon risultato ma con un trend calante. Infatti, in base a una rilevazione effettuata dall’Istituto fra il 22 e il 23 maggio il Movimento si attesterebbe al 32,5% dei consensi (confermandosi primo partito) mentre la Lega farebbe boom col 24%, in netta crescita rispetto al risultato dello scorso 4 marzo e contribuendo invece a rendere quella di centrodestra la coalizione più votata. Trend invece negativi per le altre forze politiche col Pd che rimane attorno al 17% (un punto in meno rispetto alla recente tornata elettorale) e Forza Italia clamorosamente all’11%, dunque per nulla rinfrancata dalla ritrovata candidabilità per Silvio Berlusconi (anche se in questo caso bisogna attendere le prossime settimane e valutare anche la tenuta dei votanti situazioni di “stress elettorale”), mentre Fratelli d’Italia resta al 4%. Insomma, se la coalizione di centrodestra per ora faticherebbe a superare la soglia fatidica del 40%, una possibile alleanza “sovranista” tra Lega e Movimento 5 Stelle garantirebbe loro numeri sufficienti a formare una maggioranza. (agg. di R. G. Flore)

ISTITUTO CATTANEO (28 MAGGIO): ELEZIONI ANTICIPATE, LEGA+M5S TRIONFEREBBERO

Dopo le recentissime e clamorose novità dal governo non nato di Lega e M5s, i primissimi sondaggi elettorali che provano ad immaginare la situazione in vista di un certo voto anticipato (bisogna solo capire se a settembre o gennaio, ndr) provano ad azzardare i risultati qualora Lega e Movimento 5 Stelle decidessero di presentarsi insieme in una coalizione “populista anti-Ue”, alquanto non scartatile come opzione. Ebbene, secondo gli importanti dati forniti dall’Istituto Cattaneo la mattina del 28 maggio 2018, Salvini e Di Maio potrebbero con questa stessa legge elettorale trionfare nei collegi uninominali contro una ipotetica coalizione “pro-Ue” tra Partito Democratico e Forza Italia. «l’Istituto Cattaneo si concentra su uno scenario che non è stato ancora considerato da altri analisti e commentatori, vale a dire la formazione di un’alleanza-cartello elettorale composto dagli unici due partiti che, fino ad oggi, hanno trovato un accordo per la creazione di un governo (M5s e Lega)», scrive l’istituto presentando i primi sondaggi: l’ipotetica coalizione populista consentirebbe ai due partiti di avere assieme circa il 90% dei seggi uninominali nelle due Camere. Il cartello gialloverde risulterebbe il più votato in 219 collegi su 232 (94,4%) alla Camera dei deputati e in 104 collegi su 116 (89,7%) al Senato. Questo risultato consentirebbe di superare il dualismo geografico che si è manifestato nelle ultime elezioni e portare una autentica rivoluzione in Parlamento dagli esiti tutt’altro che prevedibili..

EUMETRA (20 MAGGIO): REFERENDUM SU EURO, IL 60% STA CON LA UE

È stato invece chiesto agli elettori intervistati nel sondaggio di Eumetra dello scorso 20 maggio cosa succederebbe se venisse posto loro la possibilità di un referendum per l’uscita o il “remain” nell’Euro, la moneta unica. Una sorta di “Italexit”, il vero motivo per cui Mattarella ha temuto che il nome di Paolo Savona potesse rappresentare un pericolo alla guida del Ministero dell’Economia (facendo così saltare il banco e portando all’ennesimo stallo politico): ebbene, fino ad una settimana fa – quando però il governo Lega-M5s sembrava orientato verso una più che probabile nascita in tempi brevi – gli elettori si schierarono ancora a favore dell’Euro e dell’Unione Europea per il 60% degli intervistati raggiunti. Solo il 20% invece voterebbe l’exit dalla moneta unica, mentre l’11% ha dichiarato che non si sarebbe recato alle urne per esprimere il proprio giudizio. Il 9% non sa/non ha ancora deciso in merito: nei prossimi mesi, specie se con le elezioni anticipate dovessero Lega e Cinque Stelle prendere una “valanga” di voti, come suggeriscono i primi dati post-strappo del (mai nato) Governo Conte.