Tutto ha inizio dalla conclusione: ieri Luigi Di Maio in diretta tv a Pomeriggio 5 ha svelato che nei giorni scorsi, prima che tutto crollasse al Colle su nome di Paolo Savona al Mef, a Mattarella erano stati fatti nomi in colloqui informali di Armando Siri e Alberto Bagnai. Erano le possibili alternative, sempre sponda Lega, al posto del professore ostracizzato dal Quirinale per le proprie teorie “troppo vicine all’antieuropeismo“: pochi istanti dopo arriva la secca smentita del Colle che in una nota attacca «Non risponde a verità la circostanza, riferita dall’on. Luigi Di Maio a Pomeriggio 5, che al presidente della Repubblica siano stati fatti i nomi di Bagnai e Siri come ministri dell’Economia». Ebbene, Alberto Bagnai – raggiunto oggi dai colleghi di Radio Cusano Campus – ha spiegato che sarebbe stato alquanto complesso vedere lui seduto alla poltrona del Ministero dell’Economia dato che il suo profilo non è proprio dei più “ammirati” nell’Europa ’alla Juncker’. «L’ostracismo riservato a Paolo Savona, che è come me una coscienza critica e libera, ma molto più moderata di me, fa capire che se fossi stato proposto io sarebbe stato ancora peggio», spiega lo stesso Bagnai, 56enne professore, economista e saggista nonché senatore della Lega nelle ultime elezioni del 4 marzo.
CHI È ALBERTO BAGNAI, DALLA SINISTRA ALLA LEGA
Non solo, secondo lo stesso Bagnai rilancia sostenendo le posizioni di Salvini e non confermando direttamente né la rivelazione di Di Maio, né la smentita del Colle: «Noi alla Lega ne abbiamo tanti di economisti che sarebbero stati in grado di fare il ministro dell’Economia, come Giorgetti e Garavaglia, ma il punto fondamentale è che Salvini ha voluto affermare un principio di legalità costituzionale che è molto semplice: il capo del governo ha il diritto di scegliersi delle persone di sua fiducia e il Presidente della Repubblica non dovrebbe mettere tanto bocca, secondo la dottrina costituzionale. Quindi per Salvini questa ingerenza è stata vista come un esondamento del Capo dello Stato dalle sue prerogative». Fino all’incontro folgorante con il segretario del Carroccio – il quale era deciso a dare una svolta al partito finito ai minimi storici dopo il fallimento della gestione Bossi – Alberto Bagnai era un professore universitario emerito tra i più discussi d’Italia per le sue posizioni anti-Euro e contro quell’unione monetaria «voluta dalle élite finanziarie e origine della crisi». Si è sempre definito “populista di sinistra”, salvo poi ammettere che la proposta di Salvini e le sue visioni sull’economia del futuro sono molto più condivisibili dell’intero programma della sinistra italiana. È tra gli ideologi della nuova Lega e tra i più diretti sostenitori di Savona se fosse andato al Mef: tutto questo non è successo, ma se la Lega come pare dovesse fare il “botto” alle prossime urne potremmo ritrovarlo in prima fila per un eventuale esecutivo targato Carroccio.