Il clima politico ed economico in Italia è di tensione, e non solo per le turbolenze dei mercati. Le ricette del MoVimento 5 Stelle e della Lega preoccupano il mondo delle banche, perché potrebbero diventare l’agenda del governo dopo il voto. Non è un caso allora se Ignazio Visco ha provato a depotenziare i cavalli di battaglia del contratto messo a punto da Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Nella sua relazione, il governatore di Bankitalia ha sottolineato che la ripresa c’è, anche se più lenta delle altre occasioni, che l’economia italiana è in buona salute ma allo stesso tempo che i rischi al ribasso sono aumentati. Ma nel discorso c’è un passaggio che rompe un tabù: l’Iva può aumentare. Secondo Visco bisogna usare tutte le leve fiscali disponibili, «senza pregiudizi nei confronti dell’aumento delle imposte meno distorsive». Alcune tasse si possono anche alzare, ma non per aumentare la pressione fiscale, bensì per ridisegnare il sistema e semplificarlo, mantenendo il livello di entrate per tenere sotto controllo debito e deficit. Non parla esplicitamente dell’Iva, ma sono proprio le imposte indirette quelle considerate meno distorsive. (agg. di Silvana Palazzo)
BANKITALIA, VISCO: “DESTINO ITALIA IN EUROPA”
Si scrive Ignazio Visco ma sembra “leggersi” Sergio Mattarella: le Considerazione Finali alla Relazione Annuale della Banca d’Italia hanno visto questa mattina il Governatore strigliare e non poco Lega e Movimento 5 Stelle – come sempre in questo occasioni istituzionali senza fare nomi ma facendosi capire benissimo da tutti – per quanto avvenuto in questi ultimi giorni di profonda crisi politica e istituzionale. «Sarebbe rischioso fare passi indietro, il destino dell’Italia è quello dell’Europa ed è importante per questo che la voce dell’Italia sia autorevole nei contesti dove si deciderà il futuro dell’Unione Europea», spiega il leader di Bankitalia davanti alla platea anche di rappresentati della politica. La posizione di Via Nazionale somiglia molto da vicino ad un enorme assist al Colle per provare a spiegare davanti agli investitori europei e mondiali che i pericoli per l’Italia non ci sono se si persegue la strada “logica” del ridimensionamento di debito e conti e non lo strappo da questa Ue come paventato dal mai nato Governo gialloverde. Un assist che però in termini di elettori “semplici” potrebbe anche essere un mero autogol: le Banche, l’Europa e il Colle da un lato, il popolo, i disoccupati e gli scontenti della politica dall’altro.
I RISCHI SU DEBITO E RISPARMI: LA REPLICA DEL M5S
«Non sarebbe saggio ignorare le compatibilità finanziarie, e non per rigidità a livello europeo o minacce speculative, ma perché le nostre azioni, i nostri programmi forniscono i segnali che orientano l’allocazione delle risorse a livello nazionale e globale», spiega ancora il Governatore che nei giorni scorsi aveva anche incontrato il Premier incaricato Giuseppe Conte prima del fallimento finale per il nodo-Savona. Secondo Visco non si tratta di diktat dei mercati internazionali, «non sono le regole europee il nostro vincolo, ma è la logica economica». Tornando sul fronte del debito pubblico (circa 600 miliardi di euro accumulati), per poterlo ridurre dice Visco che non ci sono scorciatoie come invece paventato “da alcune forze politico”, «non comprometterei il futuro delle prossime generazioni: accrescere il debito vuole dire accollare loro quello che oggi non si vuole pagare». Allarme anche sui risparmi, con Ignazio Visco che rilancia «gran parte del risparmio finanziario accumulato dagli italiani triova corrispondenza, diretta o indiretta, nei 2.300 miliardi del nostro debito pubblico. Se venisse meglio a repentaglio il valore della loro ricchezza reagirebbero fuggendo, cercando altrove riparo». Durissima la reazione del Movimento 5 Stelle che con una nota dei senatori M5s attacco il Governatore di Bankitalia: «Il governatore Visco racconta un Paese che non esiste. Un Paese, a suo dire, florido, felice e che appena in questi giorni è stato turbato da uno stormir di fronde della speculazione finanziaria. Il numero uno di Via Nazionale si preoccupa adesso dello spread e dei risparmi degli italiani, quando Bankitalia è stata a volte complice e a volte poco vigile rispetto al massacro perpetrato negli ultimi anni a danno di circa mezzo milione di piccoli investitori, finiti sul lastrico per colpa dei crac bancari».