L’Impeachment chiesto da Luigi Di Maio e Giorgia Meloni per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è la notizia di punta delle ultime quarantotto ore. Dopo l’attacco di domenica per il veto posto dal Capo dello Stato su Paolo Savona, il leader pentastellato ha deciso di fare un passo indietro, affermando che “non è più sul tavolo” e dicendosi pronto a collaborare. E, come sottolinea l’Huffington Post, la sensibilità del tema ha spinto gli italiani a documentarsi su cosa fosse questo impeachment. Una parola inglese che ha creato qualche piccolo problema di ricerca: il tool Google Trends, che registra le parole più digitate sul web, evidenzia che neglle ultime ore c’è stata una impennata nella ricerca alla voce “impingement”. Un errore grammaticale evidente, con gli internauti di Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige che hanno addirittura svolto più ricerche errate che corrette. Altre parole ricercate? Impiccment e Impichment. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



FRATTURA M5S-LEGA?

Frena il fronte pro-impeachment con probabili fratture però in seno alla “quasi” maggioranza di Lega e Movimento 5Stelle: giunto a Napoli poco fa per un comizio in piazza, Luigi Di Maio ha fatto sapere a riguardo dello stato di accusa per il Presidente della Repubblica «Per quanto riguarda l’impeachment prendo atto che Salvini non lo vuole fare e ne risponderà lui come cuor di leone ma purtroppo non è più sul tavolo perchè Salvini non lo vuole fare e ci vuole la maggioranza». Da Piazza Berlinguer, il leader del M5s accantona l’ipotesi dell’impeachment che da oggi «non è più ufficialmente sul tavolo» per colpe di altri, nello specifico della Lega e di Forza Italia. Che sia questo un piccolo segnale di incrinatura rispetto ai rapporti tra le due compagini gialloverdi? La campagna elettorale del resto è già cominciata – o meglio, non è mai finita – e la sfida anche di stile e toni è pronta ad alzarsi in ogni momento appena si saprà cosa succederà al Quirinale con il governo neutrale di Carlo Cottarelli. (agg. di Niccolò Magnani)



MELONI E SALVINI: RACCOLTA FIRME PER INTRODURRE PRESIDENZIALISMO

Giorgia Meloni da Imperia, dove si terranno le elezioni amministrative, ha annunciato che Fratelli d’Italia da oggi comincia a raccogliere in tutta Italia le firme per chiedere le dimissioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e «per introdurre il presidenzialismo perché l’elezione diretta del Capo dello Stato è la più grande riforma che possiamo fare». Si apre un’altra strada, oltre a quella dell’impeachment: «Se il Capo dello Stato vuole scegliere i ministri, allora lo devono votare gli italiani. È la prima regola. Solo così sarà rispettato il voto dei cittadini». Matteo Salvini è sulla stessa lunghezza d’onda: il leader della Lega ha annunciato a sua volta su Facebook di voler lanciare la proposta di legge per l’elezione diretta del Capo dello Stato. «Sabato e domenica saremo in più di mille piazze anche per raccogliere le firme per una proposta perché in futuro il Presidente della Repubblica sia eletto direttamente dai cittadini». In questo modo per Salvini si creerebbe «veramente un rapporto eletto-elettore». (agg. di Silvana Palazzo)



BONELLI, ESPOSTO CONTRO DI MAIO E MELONI PER VILIPENDIO

Lo strappo istituzionale si consuma anche per l’impeachment, la messa in stato di accusa del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La proposta, avanzata da Giorgia Meloni e Luigi Di Maio, potrebbe prendere piede. «È stato lui a non rispettare le istituzioni scendendo nell’agone politico» ha dichiarato la leader di Fratelli d’Italia in un’intervista al Messaggero. Anche la Meloni è dell’idea di intervenire in maniera concreta contro il capo dello Stato, accusato di non aver «rispettato le istituzioni scendendo nell’agone politico». La mancata nomina di Paolo Savona al ministero dell’Economia è «un precedente» che la Meloni considera «pericolosissimo». Tacendo «si accetta che l’Italia sia una colonia». Per la leader di FdI Mattarella «è andato molto oltre le sue prerogative», per questo la posizione è di «contestare le scelte di un presidente della Repubblica». C’è qualcuno che però pensa già a presentare un esposto contro Meloni e Di Maio per vilipendio contro il capo dello Stato. «Nelle prossime ore chiederemo alla magistratura, tramite un esposto, di verificare se Di Maio e la Meloni, avendo accusato Mattarella di alto tradimento, abbiano commesso il reato di vilipendio nei confronti del Capo dello Stato, ai sensi dell’art. 278 Codice penale» annuncia il verde Angelo Bonelli in una nota riportata da Il Giornale. (agg. di Silvana Palazzo)

M5S SFIDA SALVINI, TONINELLI: “O CI SEGUE O È UN PAVIDO”

Il M5s chiede una prova di fedeltà a Matteo Salvini e decide che è sul terreno dell’impeachment di Mattarella che saggerà le reali intenzioni della Lega, anche in vista delle prossime elezioni. Come riportato da TgCom24, il capogruppo dei pentastellati al Senato, Danilo Toninelli, non fa nulla per abbassare i toni contro il Presidente della Repubblica e anzi rilancia:”E’ stata strattonata la Costituzione. E’ giusto che cerchiamo con tutte le nostre forze di mantenere in un circuito democratico quanto abbiamo subito coinvolgendo tutte le persone che ci hanno seguito, che ci conoscono, che sapevano che eravamo e siamo nel giusto”. Ma è a Salvini, come detto, che il MoVimento 5 Stelle guarda adesso per parlamentarizzare la messa in stato d’accusa di Mattarella. Così le parole di Toninelli hanno il sapore della sfida:”Se Salvini non ci dovesse venire dietro significa che ha paura e che è un pavido”. (agg. di Dario D’Angelo)

M5S INSISTE SU IMPEACHMENT MATTARELLA

Il Movimento 5 Stelle prosegue la sua battaglia contro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Secondo i pentastellati, il Capo dello Stato non ha agito costituzionalmente ma secondo interessi personali, e di conseguenza deve essere destituito. Come scritto poco fa dai colleghi del quotidiano Libero, è stato scelto dai grillini colui che avrà il compito di mettere nero su bianco l’accusa, e si tratta del professore Ugo Grassi, docente di Diritto civile all’Università di Napoli. Grassi, già senatore del Movimento 5 Stelle, è convinto, come dichiarato al quotidiano La Repubblica, che Mattarella sia nel torto e il suo è stato «un attentato alla Costituzione». Il prof. ha aggiunto, parlando con il collega del quotidiano: «Le dirò di più, è anche una forma di alto tradimento».

“SIAMO TUTTI SORPRESI DA MATTARELLA”

«È necessario capire se la sua condotta abbia ostacolato il potere degli organi istituzionali – ha proseguito nella sua accusa – in questo caso il Parlamento, perchè il potere di nomina del premier e dei ministri è sicuramente condiviso tra il presidente del Consiglio e il presidente della Repubblica, ma non in modo simmetrico». Grassi ammette quindi il suo stupore, così come quello di tutti i 5 Stelle, per il rifiuto di Savona: «Nessuno di noi – conclude – poteva immaginare che addirittura si spingesse a rifiutare una candidatura per le sue idee». Ovviamente c’è un’Italia divisa quasi a metà di fronte a questa vicenda, come del resto lo era il voto di marzo: da una parte quelli convinti che il presidente abbia sbagliato, dall’altra, quelli che si schierano a difesa di Mattarella. L’art 90 della Costituzione parla comunque in maniera chiara: nominare un ministro rientra nelle funzioni del presidente, e non costituisce alto tradimento ne tanto meno un attentato alla Costituzione.