Mattarella, Governo: lunedì consultazioni lampo, o si troverà un’intesa tra i partiti o deciderà lui. L’ipotesi più probabile è quella di un Governissimo, con alle porte un sempre più vicino ritorno al voto. E in vista di un ritorno alle urne destano particolare interesse gli ultimi sondaggi. L’ultimo, realizzato da Piepoli e riportato da Repubblica, sorride alla Lega e a Matteo Salvini: 21 per cento, quattro punti percentuali in più rispetto allo scorso 4 marzo 2018. Da evidenziare il leggero calo di Forza Italia, con la coalizione di Centrodestra che arriverebbe in totale al 39 per cento, ad un passo dalla maggioranza. Torna stabile il Movimento 5 Stelle dopo la crescita e la successiva descrescita delle ultime settimane: 32 per cento di consensi. E cosa pensano gli italiani di un ritorno alle urne? Il 31 per cento delle persone intervistate si dice favorevole ad un ritorno immediato alle urne, che metterebbe la parola fine al gioco dei partiti e ai giri delle consultazioni. (Agg. Massimo Balsamo)
LE PAROLE DI SALVINI E DI DI MAIO
Sergio Mattarella, fissando l’ultimo giro di Consultazioni lunedì prossimo tutto in una sola giornata, intende dare anche un messaggio di “irritazione” del Colle dopo 60 giorni di sostanziale nulla cosmico: tutto è cambiato perché nulla potesse cambiare, con una gattopardesca memoria che quasi inquieta. Le ipotesi sono due: o esce qualcosa dalle Consultazioni di lunedì come ad esempio una possibilità di preincarico a Salvini (o Giorgetti) per un tentato governo di Centrodestra, oppure si va con il Governo di scopo o del Presidente, subito, immediato, che traghetti l’Italia verso il 2019 e il nuovo voto. Il M5s ha già detto che davanti a Mattarella dirà no a questa opzione e tira dritto verso il voto: lo ha spiegato Toninelli questa mattina e Di Maio ieri, «Diciamo no a un nuovo Nazareno. E sarebbe ancora peggio un governo di scopo, di tregua o con qualsiasi altra formula. Questi governi tecnici, di tregua, del presidente sono fatti per tirare a campare, preferisco andare a votare», ha spiegato al Fatto Quotidiano il leader del M5s. Salvini invece tira dritto verso la possibilità di un preincarico, «pronto ad andare in Parlamento e, sulla base di un programma, chiedere il sostegno ai parlamentari delle altre forze politiche». Ma il Colle cosa deciderà? “Aspettando il governo”, sconfinando ancora nella letteratura visto che la politica ultimamente ci fa un po’ soffrire..
APPELLO AI PARTITI E NUOVI SCENARI
Governo, Mattarella: “Lunedì consultazioni in un giorno”. Venti minuti a delegazione, tutte convocate al Colle nell’arco di ventiquattro ore: così il Presidente della Repubblica spera di risolvere il rebus della formazione del nuovo esecutivo. Negli ultimi due mesi nessun partito si è smosso dalle proprie posizioni e in questo modo non sarà possibile raggiungere alcuna intesa per il nuovo Governo. Con il nuovo giro di Consultazioni, il terzo dal 4 marzo 2018 in poi, Mattarella proverà a sondare tutte le ipotesi fin qui poco sponsorizzate o rimaste sottobosco: in particolare, come già ampiamente sottolineato, il possibile appoggio di una parte del Partito Democratico al Centrodestra o la possibile rottura tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, con il leader della Lega destinato all’accordo con il Movimento 5 Stelle. Una ultima chiamata per tutti i partiti, con la soluzione più probabile di un governo di tregua alle porte: attesi aggiornamenti. (Agg. Massimo Balsamo)
MAGGIORANZA O GOVERNISSIMO?
Il retroscena del Quirinale raccolto da Ansa e Repubblica dimostra il cambio di passo di Mattarella atteso da ore: addirittura prima della Direzione Pd – sulla quale dunque non cade neanche un briciolo di fiducia del Colle, salvo la formalità di non far uscire un comunicato ufficiale prima della fine della stessa – il Quirinale ha deciso: lunedì prossimo sono previste nuove consultazioni, le ultime per davvero, che avverranno in un sol giorno e con l’intento ben chiaro di mettere l’ultima pressione addosso ai partiti prima di prendere la via del “Governissimo” (Governo di tregua, tecnico, del Presidente, chiamatelo un po’ come volete, ndr). «A distanza di due mesi le posizioni di partenza dei partiti sono rimaste invariate. Non è emersa alcuna prospettiva di maggioranza di governo», si legge dalle fonti del Quirinale, «Le nuove consultazioni lunedì serviranno per verificare se i partiti abbiano altre prospettive di maggioranza». Una sorta di ultimo appello a tutti, da Lega a M5s passando per Pd e Forza Italia, per provare a vedere se vi è una risicata ma presente maggioranza di governo, pena se no andare alle urne nel 2019 con un Governo di tregua che duri fino a dicembre. Mattarella vuole evitare ad ogni costo l’esercizio provvisorio per la Finanziaria che vedrebbe l’Iva aumentarsi drammaticamente e per questo pone l’ultimatum fino a lunedì per tutti.
LE IPOTESI DI DATA PER LE ELEZIONI
Sembra sempre più concreta l’ipotesi che si torni al voto. Il presidente Mattarella darà il via a breve al terzo giro di consultazioni, ma i vari scenari ipotizzabili sembrano alquanto complessi, visto che non sembrano esservi intese fra i tre attori protagonisti, leggasi Salvini, Di Maio e Renzi, con Silvio Berlusconi dietro le quinte. Riportare gli italiani al voto, e fare decidere al popolo chi dovrà loro governarli, sembra quindi l’unico scenario plausibile in questo caotico quadro politico. Ma quando si potrebbe rivotare nuovamente? Una prima ipotesi è quella di giugno, ma l’idea resta molto complessa visto dopo lo scioglimento delle Camere devono passare fra i 45 e i 70 giorni, meglio se 60, per organizzare anche il voto all’estero. Tenendo conto che siamo a maggio e che a giugno mancano meno di 30 giorni, il primo scenario è quindi da scartare. La seconda pista percorribile è quella delle elezioni in autunno, a settembre, in caso di scioglimento prima di agosto, o fra ottobre e novembre. Infine c’è la terza idea, quella delle elezioni fra un anno, a maggio del 2019, meglio se in contemporanea con le europee in programma al 26. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MATTARELLA CERCA UNA SOLUZIONE
Sergio Mattarella è davanti ad un bivio: dopo settimane di riflessioni e di speranze che le forze politiche trovassero da sole una soluzione, con importanti “imboccamenti” dopo due giri di consultazioni e due mandati esplorativi a Fico e Casellati, ora il destino oscuro si rende divisibile per due. O un preincarico subito, probabilmente a Salvini o Giorgetti con però un percorso di giungla parlamentare per ogni provvedimento e legge tentata dal centrodestra (sostanzialmente un esecutivo di minoranza) oppure un governo di “tregua” che sposti le nuove elezioni anticipate a dicembre o gennaio prossimi e che possa evitare l’incubo di una finanziaria non coperta e dell’esercizio provvisorio che porterebbe di fatto all’aumento dell’Iva. Insomma, già così è chiaro cosa potrebbe preferire il Capo dello Stato, il quale sta aspettando l’esito della Direzione del Pd per avere la certezza che non ci saranno accordi tra nessuno (né Pd-M5s e neanche un appoggio esterno dei dem ad un governo di Centrodestra). Resta comunque tutto una grande bolla di sospensione continua che i prossimi mesi vedranno l’Italia comunque a rischio di mercati internazionali ed emergenze eventuali da affrontare senza un governo stabile o con pieni poteri.
TUTTI GLI SCENARI
Il Presidente della Repubblica ha escluso due carte dal mazzo: l’incarico “al buio” e le elezioni in estate, ma le altre carte rimaste non è che siano profondamente esaltanti. Quella migliore è arrivare ad un Governo che possa fare la Legge di Bilancio 2018-2019 e dunque su questo è escluso anche un voto ad ottobre con Gentiloni che porti avanti gli affari correnti fino a quella data. Dai i tempi tecnici di formazione post Elezioni, non vi sarebbe mai un governo formato (sempre ammesso che non si ripeta la situazione del 4 marzo tra l’altro) in tempo per novembre e con le scadenze della Finanziaria. Insomma, un bel dilemma che vede Mattarella alla ricerca di una figura di garanzia che possa traghettare questo Paese con un Governo “del Presidente” verso lidi più sicuri. Non è facile e non sarà facile “convincere” i cittadini che vedono, anche giustamente, come fumo negli occhi un altro governo “tecnico”. Poi ci sono i partiti, con Lega e M5s che fino ad ora hanno sempre rifiutato questa opzione e potrebbero non votare nessun Governo del genere, rendendo alquanto complessa la vita parlamentare. Nelle prossime ore, dopo la Direzione dem, potrebbe dunque essere avviato un ultimo giro di Consultazioni per verificare che vi sia una possibile maggioranza in Parlamento con un precincarico a Salvini o Giorgetti. Se così non fosse, via al toto nomi sulla figura di “garanzia” che potrebbe non necessariamente essere un politico… tanti auguri Italia!