“Mussolini positivo per i lavoratori”, Lara Magoni nella bufera. L’elogio al Fascismo su un post su Facebook non è passato inosservato, con l’ex sciatrice alpina al centro delle polemiche. Eletta Consigliere Regionale in Lombardia alle elezioni regionali del 2018, Lara Magoni è stata nominata dal Governatore Attilio Fontana come nuovo Assessore regionale al Turismo, Marketing territoriale e Moda, ruolo che l’ha spinta a rinunciare al seggio ottenuto al Senato della Repubblica con Fratelli d’Italia. Lo scorso 1° maggio 2018, Festa dei lavoratori, la politica ha scritto tramite la propria pagina personale del social network: “Posso dirvelo? Rinnegare ciò che di buono è stato fatto è un grande errore, visto che le leggi che tutelano i lavoratori nascono proprio tutte dal fascismo. Tutti condanniamo l’eccidio del quale sono stati tutti coinvolti e per il quale c’è da vergognarsi ma ora basta combattere i fantasmi…dopo settant’anni… Visto e considerato che questi benefit piacciono a tutti…”, parole che hanno scatenato una bagarre politica…



LARA MAGONI: “MUSSOLINI POSITIVO PER I LAVORATORI”

Il post è stato poi rimosso da Facebook, con Lara Magoni finita nel mirino dei partiti rivali per le sue dichiarazioni di elogio nei confronti del Fascismo e di Benito Mussolini. Pietro Bussolati, segretario metropolitano del Partito Democratico, ha condannato duramente le parole dell’ex sciatrice alpina: “Scempiaggini antistoriche e intollerabili, perché incompatibili con l’esercizio di un ruolo istituzionale”, chiedendo “provvedimenti seri contro chi inneggia a ideologie sconfitte dalla storia” perché la Lombardia “merita il futuro, non i nostalgici””, riporta Repubblica. Sulla vicenda è intervenuto anche il governatore della Lombardia Attilio Lombardi: “Dopo la venuta su questa terra di Voltaire, si devono rispettare le opinioni delle persone, al di là del fatto che si sia d’accordo o meno. Sono espressioni e valutazioni del tutto personali che non coinvolgono in nessun modo la giunta”, le parole dell’esponente leghista. Lara Magoni ha poi commentato la polemica scaturita, ribadendo: “Abbiamo dei documenti, si parla semplicemente di storia. È inutile che se ne parli in modo solo monocolore”, sottolinea Repubblica.

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