Anche il Movimento 5 Stelle si è recato dal notaio a far cadere i propri sindaci. E’ quanto accaduto oggi a Nettuno, dove quattro consiglieri grillini si sono uniti ai nove dell’opposizione sfiduciando il primo cittadino Angelo Casto. E così, l’ex sindaco è intervenuto nei passati minuti con una nota pubblicata sulla pagina Facebook del Movimento 5 Stelle Nettuno in cui annuncia la fine della sua esperienza di governatore della città a sud di Roma ed annuncia la nomina di un commissario prefettizio che traghetterà così l’amministrazione verso nuove elezioni. “Inutile nascondere il rammarico per la fine di questa esperienza, soprattutto per come è avvenuta: non di fronte a un’assemblea pubblica rappresentativa dell’intera cittadinanza, ma nel grigio studio di un notaio”, ha aggiunto Casto, ribadendo la sua intenzione di non voler parlare dei 4 consiglieri di maggioranza, “non meritano”. Quindi si è rivolto direttamente ai cittadini di Nettuno, ribadendo tutto quanto fatto nei quasi due anni di sindaco, pensando unicamente al bene degli stessi cittadini ed elencando tutto ciò che avrebbe realizzato di buono. “Dispiace non poter continuare a dedicarmi a questa città, nella consapevolezza di aver dato tutto, di aver anche preso decisioni difficili quando è stato necessario. L’unica mia bussola è stata il bene della cittadinanza”, ha aggiunto sul finale di nota. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



GUERRA M5S: SFIDUCIATO SINDACO DI NETTUNO

La guerra intestina è durata due anni e alla fine a Nettuno si consuma più o meno la stessa situazione già vista nella vicina Roma: una pattuglia di consiglieri, tra maggioranza e opposizione, vanno dal notaio e firmano la sfiducia ufficiale dalla giunta del sindaco Angelo Casto. Così si consuma l’ennesima tragicomica avventura dei Cinque Stelle alla guida di una giunta locale, non proprio di ben auspicio al già complesso lavoro di Virginia Raggi nell’immediato post-Marino nella Capitale. 13 consiglieri hanno firmato la sfiducia, ma di questi ben 4 erano grillini della maggioranza che hanno deciso di “strappare” mandando a riveder le (5)stelle del sindaco sfiduciato. È durata meno di due anni la giunta di Casto dopo indagini, polemiche e critiche feroci dopo l’iniziativa con tanto di palco allestito in piazza per Beppe Grillo, Di Maio, Fico e Di Battista. I 4 consiglieri “ammutinati” raccontano di essere stati consigliati in tal senso da Alfonso Bonafede, il fedelissimo e annunciato Ministro della Giustizia in un eventuale (ormai remoto) governo M5s.



LA DURISSIMA NOTA DEI 4 CONSIGLIERI M5S

La nota congiunta con cui viene di fatto deposto il sindaco Casto è durissima: «Questa mattina, contestualmente a quattro consiglieri della maggioranza, abbiamo presentato le nostre dimissioni dal Consiglio Comunale, che sarà ancora una volta sciolto e commissariato. Dopo mesi di conflitti, tensioni e divisioni, tutte interne al Movimento 5 Stelle, l’esasperazione per l’arroganza, la prepotenza ed il disinteresse del Sindaco e dei suoi fedeli scudieri portano gli stessi Consiglieri di maggioranza, con grande senso di responsabilità, a staccare la spina all’Amministrazione Comunale più litigiosa e inconcludente mai vista. L’opposizione ha sempre sostenuto a viso aperto le battaglie per difendere gli stessi interessi e i bisogni dei cittadini e, pur nel rispetto delle pulsioni interne al Movimento al governo di Nettuno, ha fatto emergere le contraddizioni e gli errori di una azione amministrativa balbettante e ormai pericolosa per Nettuno», si legge sulla nota pubblicata da Roma Fanpage.



FORZA ITALIA: “ENNESIMO FLOP DI DI MAIO”

La procedura è di fatto la stessa che ha portato il sindaco di Roma Ignazio Marino ad essere sfiduciato da gran parte della sua stessa maggioranza (in quota Pd) prima del ritorno alle urne e alla conseguente vittoria di Virginia Raggi. All’epoca il M5s esultò, oggi invece piange le liti e fratture interne in una gestione tutt’altro che impeccabile: «a vicenda di Nettuno è soltanto l’ultima di una serie di sconcertanti prove di malgoverno grillino nel litorale sud della provincia di Roma. Ricordiamoci che a Pomezia il sindaco Fucci è stato mandato a casa dalla sua maggioranza pochi mesi fa e che nel comune di Ardea, dove il sindaco Savarese aveva vinto solo pochi mesi fa, l’amministrazione comunale è già in un caos senza fine e sta suscitando sconcerto e sdegno in quella comunità», spiega il segretario provinciale del Pd, Rocco Maugliani. È altrettanto duro il commento di Forza Italia, tramite le parole del coordinatore della provincia di Roma, Adriano Palozzi: «Dopo due anni di inefficienze amministrative, immobilismo istituzionale e litigi interni al Movimento 5 Stelle, l’amministrazione è stata sfiduciata e la città litoranea è tornata finalmente libera. Nettuno è da tempo ferma al palo. L’auspicio, ora, è che le forze civiche e politiche di centrodestra comincino a lavorare insieme».