Anche l’ex ministro della Grecia, Yanis Varoufakis, divenuto famoso in particolare durante il periodo di default della nazione ellenica, ha detto la sua sulla situazione caotica che sta vivendo l’Italia a livello politico in queste settimane, ed in particolare sul nodo Savona. Secondo molti, il professore ed economista sarebbe una sorta di Varoufakis italiano, ma il diretto interessato sembrerebbe pensarla diversamente. Intervistato quest’oggi dai microfoni de Il Corriere della Sera, ha ammesso: «Io dettai le condizioni per tenere la Grecia nell’euro. Savona è stato indicato da un partito, la Lega, il cui sogno, non troppo segreto è uscire fuori dall’euro». Ma Varoufakis non ne ha solo per Savona; all’ex ministro greco non sembrano piacere ne Matteo Salvini, leader del carroccio, ne tanto meno i pentastellati di Luigi Di Maio: «Salvini è un misantropo che porterà un danno per l’immagine dell’Italia nel mondo intero. I grillini mescolano idee che gioverebbero alla gente comune con inaccettabili visioni xenofobe». Ma secondo Varoufakis l’Italia non rischia quanto accaduto alla Grecia nel 2015: «Troppo importante nel quadro europeo…» (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LA LETTERA DI SAVONA

L’irritazione di Paolo Savona nei confronti del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è profonda. L’economista non gli perdona di aver bocciato la nomina al ministero dell’Economia per l’ostilità alla moneta unica europea, alla Bce di Mario Draghi e al Trattato di Maastricht. Lo dimostra il testo di una mail pubblicata dal Corriere della Sera. «Il mio silenzio sdegnoso li offende più di una risposta. Mattarella non ha capito che ormai il popolo si è ribellato e deve dare una risposta» ha scritto il 23 maggio. Quattro giorni dopo ha diramato un lungo comunicato sulla «scomposta polemica che si è svolta sulle mie idee in materia di Unione Europea e, in particolare, sul tema dell’euro». Quello successivo invece ha aggiunto «subito un grave torto dalla massima istituzione del Paese sulla base di un paradossale processo alle intenzioni di voler uscire dall’euro». A Mattarella però non è passato inosservato il fatto che Savona abbia scelto di rilasciare i suoi comunicati sul sito scenarieconomici.it, che ha sempre avuto una posizione critica nei confronti dell’euro e dei vincoli finanziari sottoscritti dall’Italia con l’Ue. Lì Savona aveva scritto nel 2015 una lettera al capo dello Stato, un altro attacco: «No a cessioni di sovranità». Poche settimane dopo annunciò il piano B per l’Italia, una “Guida pratica all’uscita dall’euro”, nel quale si spiegava come lasciare la moneta unica europea con un blitz. In cosa consiste questo piano segreto? Innanzitutto va affidato a pochi funzionari-chiave che devono preparare l’uscita in un mese. Questa va comunicata agli alleati della zona euro e alle organizzazioni monetarie internazionali di venerdì, a Borse chiuse, quindi dal lunedì successivo si reintroduce la Lira. Un piano segreto studiato per evitare fughe di capitali, calo dei titoli in Borsa, crescita dello spread; «grandi e rapidi ritiri dalle banche del Paese, con possibili crisi bancarie», e il «rischio di speculazione e contromisure da altri Paesi dell’Unione Monetaria». Una procedura segreta che spiegherebbe il veto di Mattarella. Le rassicurazioni evidentemente non spazzano via i timori del presidente della Repubblica. (agg. di Silvana Palazzo)



LA PROPOSTA DI DI MAIO “INGUAIA” SALVINI

Questa volta l’asse Di Maio-Savona rischia di inguaiare Matteo Salvini: nella diretta Facebook terminata da poco, il leader del M5s ha proposto un modo per uscire dallo stallo istituzionale e recuperare così la nascita del Governo Lega-5Stelle, mettendo però in difficoltà il rivale-alleato del Carroccio. «Troviamo una persona di eccellente caratura come Savona e lui rimane con un altro posto nella squadra di governo, ma non uno che sia amico delle banche o della agenzie di rating»: addirittura si potrebbe pensare anche al ruolo stesso di Premier, ma per ora sono solo supposizioni e voci di corridoio. In questo modo si potrebbe, forse, superare l’impasse tra il Colle, il M5s e probabilmente anche la Lega, anche se in questo modo sarebbe Salvini in “difficoltà” dopo che ha più volte detto che quella squadra non si tocca, specie sul prof che “non va bene ai poteri forti della Ue”. Una notte per decidere, una notte per trattare, una notte per arrivare – forse – alla nascita del Governo “del cambiamento” e non all’ennesimo cambiamento del Governo. (agg. di Niccolò Magnani)



“QUANDO DI MAIO MI DISSE DI USCIRE DALL’EURO..”

Paolo Savona: “impossibile default del debito pubblico italiano”, nuove dichiarazioni del professore ottantaduenne che faranno discutere, così come un video del 2016 che contraddice le recenti dichiarazioni di Luigi Di Maio. Indicato come ministro dell’Economia del governo M5s-Lega, l’economista è stato “stoppato” dal veto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, preoccupato per le sue posizioni contro l’euro e contro l’Europa. E l’economista, che ha scritto una lettera al Capo dello Stato, per fare chiarezza sul suo pensieri, ha rilasciato nuove dichiarazioni. Alla newsletter di Mario Sechi List ha affermato che “non c’è possibilità di default del debito pubblico italiano. Lo devono capire”. L’ex ministro dell’Industria del governo Ciampi ha rilanciato una nuova provocazione, dunque, poggiando la sua teoria sul noto “too big too fail”: troppo grande per fallire, con le autorità europee che scongiurerebbero in ogni modo il default di uno dei mercati più grandi del mondo sulle obbligazioni sovrane, come sottolineato da giornalettismo.com.

PAOLO SAVONA SUL DEFAULT DEL DEBITO PUBBLICO

Come vi abbiamo sottolineato, Paolo Savona ha scritto una lettera indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per fare chiarezza sulle sue posizioni e sul suo pensiero dopo il veto di quest’ultimo per la poltrona di ministro dell’Economia. La contrarietà all’euro del professore ottantaduenne ha fatto molto discutere al Quirinale e nelle ultime ore sono giunte dei retroscena e dei precedenti che in qualche modo smentiscono le esternazioni dei protagonisti politici. A partire da Luigi Di Maio, che ha sempre sostenuto di aver conosciuto l’economista dieci giorni fa. Una affermazione che è smentita, con i fatti, da una conferenza a Cagliari datata settembre 2016: Paolo Savona nel corso del suo intervento affrma di aver avuto un lungo colloquio con il leader del Movimento 5 Stelle. E ancora più rilevante la questione euro: sempre nel corso del suo intervento, Savona sottolinea che Di Maio gli disse che l’Italia “deve uscire dall’euro”. Altre polemiche in vista…