Nella giornata in cui M5s e Lega discutono della nomina di Pierluigi Ciocca al ministero dell’Economia al posto di Paolo Savona, l’economista espone sulle colonne del Sole 24 Ore il suo piano per uscire dalla crisi. Un programma che si sviluppa in sette punti: dall’azzeramento del disavanzo di bilancio, quindi il blocco del debito pubblico, ad una revisione delle spese, passando per la promozione della concorrenza, soprattutto quella dinamica. Ciocca in quello che appare come il suo manifesto programmatico ha evidenziato l’importanza di una strategia per il Sud: «Essa non può che imperniarsi su una rinnovata dotazione delle infrastrutture, fisiche e immateriali. Sono drammaticamente carenti nel Mezzogiorno, con pesante svantaggio per i cittadini e per le imprese meridionali». L’equilibrio di bilancio comunque va unito ad investimenti pubblici utili. Ma il piano di Ciocca può davvero bastare? La risposta dell’economista è affermativa, se «le imprese italiane, sollecitate dalla concorrenza in un contesto reso meno sfavorevole, sapranno rispondere alla sfida». L’appello non è rivolto solo alla politica, ma anche alle imprese: «Devono ricercare il profitto, non negli aiuti esterni, bensì al loro interno: l’accumulazione di capitale, la scala efficiente del produrre, l’innovazione, il progresso tecnico. Sono, queste, loro responsabilità. Nel Novecento l’hanno fatto». (agg. di Silvana Palazzo)
“EURO OTTIMA MONETA, IL PROBLEMA È UN ALTRO…”
Potrebbe essere Pierluigi Ciocca a sciogliere il nodo del governo M5s-Lega. L’economista è indicato come possibile ministro dell’Economia dopo il veto su Paolo Savona. Non un improvvisato, ma un economista ben radicato all’interno delle istituzioni italiane. Per avere un’idea del suo pensiero economico può tornare utile un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore, “Scacco al dopo-crisi in 7 mosse”. Nel punto dedicato all’Europa, ad esempio, ha scritto che «il problema non è l’euro, l’euro è un’ottima moneta, ha assicurato la stabilità dei prezzi unito a bassi tassi dell’interesse. Il problema è nel governo dell’economia dell’Euroarea, nell’impostazione di fondo della sua politica economica, a cominciare da quella tedesca». Ma Ciocca avverte anche che coma prima cosa «il disavanzo di bilancio va azzerato, e quindi il debito pubblico bloccato. L’equilibro – che la Costituzione vuole – non è lontano». Inoltre, Ciocca auspica una distribuzione sperequata dei redditi, dei patrimoni e delle opportunità individuali. (agg. di Silvana Palazzo)
CIOCCA IL SOSTITUTO DI SAVONA: SALVINI È D’ACCORDO?
Pierluigi Ciocca, chi è il candidato al ministero dell’Economia del Governo M5s-Lega? Sono ore decisive per la nascita dell’esecutivo giallo-verde dopo lo stop di domenica per il veto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella su Paolo Savona al ministero del Tesoro. E ora potrebbe esserci una grossa novità: l’economista 81enne membro del Governo ma con un altro ruolo e un’altra figura all’Economia. Nelle ultime ore ha preso corpo l’ipotesi Pierluigi Ciocca, classe 1941 uomo delle istituzioni italiane ed europee. Ciocca infatti ha trascorso circa quaranta anni di Banca d’Italia ed ha inoltre seduto in ben tre comitati economici europei. Un economista che è stato alla direzione generale di Bankitalia dal 1995 al 2006 e che il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi avrebbe voluto come governatore al posto di Mario Draghi, ipotesi poi sfumata sembra per il veto di Silvio Berlusconi. E ora tutto dipenderà da Matteo Salvini: il leader del Carroccio darà il via libera al nuovo profilo per il Tesoro, sostituendo così Paolo Savona, oppure si opporrà e continuerà per la sua strada? Un incontro nelle prossime ore con Luigi Di Maio chiarirà la situazione…
CHI E’ PIERLUIGI CIOCCA
Nato a Pescara il 17 ottobre del 1941, Pierluigi Ciocca è entrato in Banca d’Italia nel 1967: dopo aver svolto il ruolo di economista al servizio studi in diversi settori (econometrico, monetario, internazionale, strutturale), dal 1982 al 1984 è stato nominato condirettore centrale, capo del servizio anticipazioni, sconti e compensazioni. Nel 1984 diventa membro del Consiglio di Amministrazione dell’Ufficio Italiano dei Cambi, carica che mantiene fino al 1995. Nel 1995 assume l’incarico più importante della sua carriera in Bankitalia, ovvero da direttore generale, che manterrà fino al dicembre del 2006. Dal 1997 al 2002 ha rappresentato la Banca d’Italia nel Comitato per l’Euro presso il Ministero del Tesoro. Nel corso della sua avventura in Bankitalia, ha apportato rilevanti novità: basti pensare all’influenza sulla ricerca economica-giuridica e al ridisegno del sistema finanziario italiano. Numerosi gli incarichi internazionali, a partire da quelli nell’Unione Europea: Membro del Comitato di Politica Economica (1993-1995), Membro del Comitato Monetario (1995-1998) e Membro del Comitato Economico e Finanziario.Da sottolineare, inoltre, il ruolo di sostituto del governatore della Banca d’Italia dall’agosto 1998 – novembre 2006.