Con il veto di Mattarella a Savona, dicono in questo momento alcuni sondaggisti, Lega e M5S trionferanno. Addirittura D’Alema, intercettato da una telecamera, ha parlato di 80% dei consensi alle prossime elezioni per la coppia Salvini-Di Maio. Hanno davvero il vento in poppa Lega e M5S? Salvini, apparentemente, prende le distanze da Di Maio: “Chi insulta e minaccia il Presidente della Repubblica non fa parte del futuro del mio Paese. Ha sbagliato, ma nessun impeachment”. Tuttavia, è difficile prevedere cosa succederà in termini di nuove alleanze, che paiono sempre più indispensabili. Ma , per quanto sia difficile fare previsioni a lungo termine, qualche dubbio sulle certezze di D’Alema lo abbiamo.



Intanto, vediamo bene cosa è successo. In virtù di un risultato anomalo – per quanto prevedibile – del voto, si è costituita un’intesa anomala, quella tra Lega e M5S, che ha portato a un anomalo impegno di governo, il famoso contratto, con molte ombre. Di sicuro questo era più uno strumento di propaganda che di programma. Detto questo, nel bel mezzo del lavoro, Matteo Salvini si è reso conto di quanto fosse impervia la strada, figlia di una scelta che aveva lasciato perplessa la parte più matura del suo movimento politico.



Nella Lega di sono anche i Maroni, gli Zaia, quegli uomini delle istituzioni che sanno cosa significa governare e che hanno ancora il loro peso. Siccome però questi vogliono bene al loro movimento (che nelle regioni del Nord governa con il centrodestra), non hanno parlato tramite giornali – negli ultimi due mesi non ci sono dichiarazioni significative del mondo leghista -, ma hanno convinto Salvini ad abbandonare la nave. Da qui il caso Savona.

Salvini sapeva che Savona non era nome gradito a Mattarella. Così, fermo su quel nome, ha provocato la rottura col Colle e lo stop del “governo del cambiamento”. Era esattamente il suo obiettivo, tant’è che nel momento dell’obiezione di Mattarella (legittima nel merito, anche se non ne condivido la forma) non sono stati fatti altri nomi. Questo ci dice che l’obiettivo di Salvini – che ha posto la condizione “o Savona o elezioni” – non era il governo ma il voto.



Di Maio, invece che gridare all’impeachment, dovrebbe chiedersi perché Casaleggio dice: “Salvini ci ha usato”. La verità è che dopo il tentato impeachment di Di Maio al Presidente della Repubblica emerge tutta la debolezza del M5S, lo stesso Fico – Presidente della Camera – dice “Mattarella garante inappuntabile”. Salvini ha subito preso le distanze da Di Maio, ora penserà a ricompattare il centrodestra, anche perché ne ha la forza. Salvini non esce male da questo psicodramma tutto italiano che non ha niente a che fare con Bruxelles e Angela Merkel.

Ora, la Lega e tutto il centrodestra prenderanno una posizione riformista sull’Europa, che è quella che vogliono gli italiani. Non è pensabile uscire dall’Europa, a meno che non si voglia un’Italia che torna a essere un Paese agricolo. Europa è sinonimo di lavoro, di industria, di commercio. Il M5S che a Taranto vuole chiudere l’Ilva non ha chiaro che il futuro è l’industria4.0, Salvini dice da tempo che il piano industria4.0 va allargato alle Pmi. E ha ragione. Europa e industria4.0: questo sarà il programma del centrodestra. E, anche, del Pd. Sarà quindi, come vuole Calenda, un “Fronte Repubblicano”?

Questo non è dato sapersi, ma è chiaro che la prossima sfida è questa. E il M5S è impreparato. Anche se non è da escludere che Salvini è Di Maio tornino a ragionare insieme.

Twitter: @sabella_thinkin