“Per l’Italia che il 4 marzo si è recata alle urne chiedendo un forte rinnovamento della classe politica è arrivato il momento di avere una donna alla guida del governo. Il risultato del voto non potrebbe essere più evidente perché oltre la metà degli elettori ha votato per partiti anti-establishment ed a prescindere da quale sarà la combinazione di forze che esprimerà il nuovo presidente del Consiglio, l’opportunità di avere in Italia la prima donna premier ha un valore strategico. E’ un interesse nazionale”.
Sono parole di Maurizio Molinari direttore del quotidiano La Stampa, scritte il 1° aprile del 2018, che in quella data così particolare potevano avere il sapore della beffa. Un pesce d’aprile che sembrava voler aggirare negli intenti di uno dei giornali più legati all’establishment l’arrivo al potere dei leader populisti.
Ma forse Molinari, che tra pochi giorni incrocerà Mattarella in quel di Dogliani, in Piemonte, per celebrare la memoria di Luigi Einaudi, sapeva più di noi e conosceva le possibili intenzioni del presidente della Repubblica. Lo stallo è sotto gli occhi di tutti e per di più bisogna fare i conti con l’ostinata avversione di Salvini e Di Maio per i governi tecnici. Allo stesso tempo, gli uomini in politica, dai due succitati a Berlusconi e Renzi, non sono andati oltre la riproposizione di se stessi a tutti i costi in questi giorni.
Un presidente del Consiglio donna di grande prestigio, circondata da donne elette in parlamento ma di tutti i partiti potrebbe incarnare il profilo di quell’esecutivo di tregua da molti atteso come l’antidoto ad un’ennesima stagione distruttiva.
Un governo delle donne. Materno ed attento ai bisogni della gente, promotore di pace e decisioni ragionate. È questa la carta segreta di Mattarella e dei poteri “altri” dalla politica?
E Salvini non vivrà nel terrore che “quella” donna sia una nuova ed imprevedibile Fornero?
Rimane il fatto che dopo aver visto all’opera in questi sessanta e passa giorni poco più che dei bulli di periferia, le parole di Mark Twain “l’umanità senza la donna sarebbe scarsa. Terribilmente scarsa”, sembrano valere ancor di più per la politica italiana.