Il Quirinale si muove si muove su due fronti, mentre stanno arrivando al termine le ultime Consultazioni che porteranno la Presidente del Senato Casellati ad incontrare Mattarella prima delle probabile dichiarazione ufficiale del Capo dello Stato: da un lato non smentisce la possibilità di un voto clamorosa a luglio, come hanno avanzato tanto Di Maio quanto Salvini questo pomeriggio; dall’altro invece manda una nota piccata contro chi ha avanzato che l’incontro tra Lega e M5s fosse stato “suggerito” dallo stesso Quirinale. «Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non ha mai invitato la Lega e il Movimento 5 Stelle a incontrarsi e non ha avanzato proposte di questo genere ad altri partiti», spiega il Colle dopo che effettivamente Di Maio e Salvini si sono incontrare per stabilire la road map verso il voto, prima ancora di una decisione ufficiale dell’unico in grado di prendere quella via istituzionale, proprio Mattarella. Emergono intanto le date che potrebbe il Quirinale porre come vincoli inevitabili nel ritorno anticipato alle urne: 8 luglio o 15 luglio, sarebbero queste secondo l’Ansa le date per provare a smuovere lo stallo politico attuale. «Per la prima volta nella storia del Paese si potrebbe andare al voto a luglio, magari la seconda o la terza domenica del mese. Una prospettiva che non sarebbe stata esclusa dallo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella nei colloqui con le delegazioni dei partiti al Quirinale», spiega l’Ansa, mentre Di Maio e Salvini lo hanno ripetuto più volte nelle loro rispettive dirette Facebook (che trovate qui sotto). Ora manca solo l’attesa dell’ufficialità di Mattarella, che probabilmente proverà ad istituire un Governo “tregua” che verifichi in Parlamento se ha i numeri: altrimenti, sarà davvero voto a luglio, solo 4 mesi dopo le Politiche del 4 marzo. (agg. di Niccolò Magnani)
SALVINI SU FACEBOOK: “GOVERNO POLITICO AL CENTRODESTRA, ALTRIMENTI VOTO A LUGLIO”
A diretta Facebook risponde altra diretta Facebook: a Di Maio replica Salvini e il messaggio è simile, anche se calato nella realtà diversa di M5s e Lega. La convergenza raggiunta è sulla data delle Elezioni anticipate, già l’8 luglio – anche se il direttore Repubblica Calabresi svela un eloquente retroscena, «Prima il Quirinale fa sapere che se non si trova un accordo entro domani si vota l’8 luglio. Salvini e Di Maio fingono che sia idea loro e indicano la data, come se fossero loro a decidere. Incredibile!» – qualora non emergesse nelle prossime ore una maggioranza politica in grado di avere i numeri in Parlamento. «Ce la sto mettendo tutta due mesi, permettetemi questo sfogo. Mi scontro con tutti, se c’è Di Maio non c’è Berlusconi e se c’è Berlusconi non c’è Di Maio. Le elezioni ci sono state il 4 marzo, milioni di italiani hanno votato e hanno deciso: hanno dato 12 milioni di voti al Centrodestra e hanno strapremiato il Centrodestra. Non vorrei che qualcuno avesse in testa l’ennesimo Governo Monti, l’ennesimo governo dei professoroni. Hanno provato anche a fare l’accordicchio M5s-Pd, per fortuna non se ne è fatto niente. Dopo questi due mesi di pazienti tentativi, in cui la Lega ha rinunciato a tutto ciò a cui poteva rinunciare», spiega Salvini davanti ai suoi followers su Facebook.
L’impressione che lascia il leader della Lega è quella di provare ancora nelle prossime ore ad un accordo di massima su alcuni punti chiave per un Governo di tregua che sia politico; ma se così non fosse, Lega e M5s non voteranno il Governo “elettorale” indicato dal Presidente Mattarella aprendo di fatto la campagna elettorale immediata. Di Maio lo ha già detto – «Abbiamo ottenuto il 33% alle ultime elezioni, nonostante fossimo dati dai sondaggi al 29% e oggi siamo dati a circa al 35%. Possiamo arrivare al 40% e governare da soli, perchè altre opportunità o chance non ne vedo. Da oggi siamo in campagna elettorale» – Salvini ha da poco finito di ribadirlo, «o ci riesco a breve oppure italiani tocca a voi di nuovo, e so che ci premierete», conclude il leader del Carroccio. (agg. di Niccolò Magnani e Massimo Balsamo)
DI MAIO SU FACEBOOK: “PRONTI AL VOTO L’8 LUGLIO”
Consultazioni, è guerra totale tra Movimento 5 Stelle e Centrodestra. Matteo Salvini, con Berlusconi e la Meloni, ha chiesto il mandato a Sergio Mattarella per la formazione del nuovo Governo e Luigi Di Maio, candidato premier M5s, si è scagliato contro il leader della Lega e della coalizione da lui guidata: “Oggi più che mai è chiaro che il problema per fare un governo del cambiamento non ero io: ieri ho detto una cosa che la Lega sapeva da settimane, ovvero che ero disponibile a trovare un premier comune su un contratto che prevedesse reddito di cittadinanza, abolizione della Legge Fornero e una legge anti-corruzione. Su questo abbiamo lanciato l’ultima proposta e oggi, ancora una volta, il Centrodestra si è ripresentato unito per chiedere un mandato e andare in Parlamento per chiedere i voti“. Continua l’esponente pentastellato: “Oggi ciò che ha chiesto al Quirinale, da quello che dobbiamo dedurre, è di formare non un governo del cambiamento del Centrodestra, ma un governo dei volta-gabbana e dei traditori del mandato politico nelle migliori delle ipotesi. Ancora una volta scelta di interessi interni nelle forze politiche, nessuna premura per la stabilità del paese”.
Prosegue Luigi Di Maio, attaccando duramente i partiti del Centrodestra e rimettendo ogni decisione al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sottolineando che il Movimento 5 Stelle è pronto ad andare al voto già l’8 luglio 2018: “Quali sono le conseguenze di questo cinismo elettorale? Il rischio di un governo tecnico, che vedremo chi lo voterà, e le elezioni: elezioni in cui sono sicuro che gli italiani ci sorprenderanno ma deve essere chiaro che tutti i partiti dovranno assumersi le responsabilità di aver anteposto i propri interessi all’interesse nazionale. Noi abbiamo dato la disponibilità a dialogare con gli altri, mentre gli altri non erano disponibili a dialogare con noi. Deciderà il presidente della Repubblica, impegnato in questi minuti nelle consultazioni, ma per noi si può andare a votare subito, anche l’8 luglio 2018”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MATTARELLA VERSO GOVERNO ELETTORALE
Secondo l’inviata di La7, Alessandra Sardoni, alla Camera sarebbe in corso un incontro segreto tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio alla presenza di Giancarlo Giorgetti, vero spin doctor della Lega. Dopo le Consultazioni della mattina al Quirinale, i due giovani leader starebbero impostando un accordo con la centro la data delle nuove elezioni e dunque un possibile “programma” rapido da portare in Parlamento: resta il dubbio su quale governo potrebbero essere votato su questi “punti”, se uno di “tregua” con più lunga durata o uno invece “elettorale” che possa semplicemente portare il Paese alle urne il più breve tempo possibile, prima delle vacanze estive. Secondo fonti di stampa, Matteo Salvini avrebbe da poco proposto l’8 luglio come data delle Elezioni politiche qualora non si formi un Governo politico nelle prossime ore. Insomma, tutto in mano a Mattarella che si ritrova stretto di nuovo tra forze politiche che tra veti e controveti sta portando il Paese ad una nuova campagna elettorale. Sarebbe un unicum per la nostra Repubblica negli ultimi 20 anni con relativi “rischi” sulle scadenze europee che attendono l’Italia nei prossimi caldissimi mesi. Come rileva la Stampa, è già successo un “governo elettorale” nel ’79 (quinto Andreotti) e il sesto governo Fanfani nell’87, in entrambi i casi creati per arrivare alle urne. Una Terza Repubblica molto, molto simile alla Prima.. (agg. di Niccolò Magnani)
SI VOTA A LUGLIO?
Il Partito Democratico non fa passi sostanzialmente clamorosi: si mette in un angolo, invita tutti a non fare giochi dell’oca e trasformismi e si schiera a fianco del Presidente della Repubblica per risolvere questo stallo che non li vede direttamente implicati. Martina, uscito dal Quirinale, ha spiegato ai giornalisti «Noi pensiamo che a questo punto sia urgente dare una soluzione alla crisi. Basta traccheggiare, basta con il gioco dell’oca. Supporteremo l’inziativa del presidente della Repubblica fino in fondo. Bisogna fare tutti un passo avanti, il Paese viene prima di tutto». L’ipotesi che allora avanza dagli ambienti del Quirinale prevede l’azzardo di Mattarella: formare subito il Governo di Tregua con personalità “super partes” anche se politiche (Carlo Cottarelli sarebbe però il premier secondo alcune fonti quirinalizie) che possa andare in Parlamento e cercare la fiducia per traghettare il Paese verso le urne. Se però non arrivassero i voti, allora il Quirinale dovrà per forza sciogliere le Camere e a quel punto il voto sarebbe molto più anticipato e arriverebbe addirittura a metà luglio. Le carte sono in movimento, oggi pomeriggio tutte le Consultazioni minori al Colle e dopo le 18 il Capo dello Stato dovrà parlare e spiegare agli italiani le proprie convinzioni e il proprio appello alla responsabilità. Poi però la vera contesta si avrà in Parlamento, con i vari Di Maio, Salvini, Berlusconi e Renzi che dovranno rispondere e spiegare se voteranno o non voteranno il Governo di tregua. Quasi impossibili le “quote” su un mandato al Centrodestra senza numeri, idem con il Movimento 5 Stelle: lo stallo sta per finire, ma forse solo per far posto ad un’altra campagna elettorale. (agg. di Niccolò Magnani)
SALVINI, “MANDATO AL CENTRODESTRA”
Matteo Salvini, con Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi questa volta silenti del tutto, ha espresso in meno di un minuto la sua proposta fatta a Mattarella durante l’ultima delle Consultazioni, che non rappresenta affatto quanto sperato da Di Maio e dal M5s. «Abbiamo offerto al Presidente della Repubblica la disponibilità di tutta la coalizione a dar vita ad un governo che risolva tutti i problemi del paese. Confidiamo che Mattarella ci dia modo di provare questa maggioranza mettendoci in campo personalmente e direttamente, noi rappresentiamo maggiormente il voto, la sensibilità e le speranze dei cittadini italiani». Per il Centrodestra insomma, la richiesta è chiara ed è quella di un mandato pieno (non come quello di Bersani di 5 anni fa, tanto per intendersi) per verificare in Parlamento i voti (che al momento latitano, questo resta il vero problema, ndr) di un possibile Governo. «Confidiamo che il Capo della Stato ci dia la possibilità di trovare una maggioranza per formare un esecutivo, visto che il centrodestra è la coalizione che è stata premiata dal voto degli italiani», conclude Salvini in pochissimo tempo e in attesa che cominci (ora è in corso) il vertice e colloquio al Quirinale tra Mattarella e il Partito Democratico, con delegazione al completo fatta da Orfini, Martina, Delrio e Marcucci. (agg. di Niccolò Magnani)
DI MAIO, “GOVERNO POLITICO CON LA LEGA O VOTO IMMEDIATO”
La tensione è alle stelle con queste ultime Consultazioni da Mattarella che potrebbero portare l’Italia al voto il più prima possibile, forse anche a luglio: Di Maio infatti nel colloquio al Colle pochi minuti fa ha ribadito che l’accordo di Governo con Salvini rimane aperto se il Centrodestra si spacca e FI e FDI non entrano nell’esecutivo. Di contro, la coalizione uscita da Palazzo Grazioli e a momenti attesa fuori dalla Vetrata del Quirinale per raccontare come è andata da Mattarela avrebbe ribadito che il mandato deve essere dato al Centrodestra unito per andare in Parlamento e verificare i numeri una maggioranza. Salvini, Berlusconi e Meloni non voterebbero – esattamente come Di Maio e M5s – un Governo del Presidente e se le posizioni rimanessero queste si potrebbe pensare un voto anticipato a luglio con Governo di tregua che porti a riscrivere in breve la legge elettorale. «Ho detto chiaramente che sono disponibile a scegliere un premier terzo con Salvini, su un programma. Sono condizioni che ho posto ieri. Io non sono mai stato l’impedimento a firmare il contratto di governo. […] il Movimento 5 Stelle, in caso di un ennesimo nulla di fatto, non ha paura di tornare al voto», ha spiegato poco fa Di Maio, prima di aggiungere di non essere affatto disposto ad alcun governo tecnico, «Se c’è buona volontà si può ancora fare un governo politico». Il contratto con Salvini prevederebbe «Reddito di cittadinanza, abolizione legge Fornero e legge anticorruzione per evitare fuga giovani all’estero», ma ora si attende la replica del Centrodestra per capire dove andrà a finire lo stallo durato ormai più di due mesi. (agg. di Niccolò Magnani)
ACCORDI O STRAPPI?
La giornata decisiva per le sorti del governo è finalmente arrivata. Sarà asse Salvini-Di Maio nell’ultimo giro di consultazioni annunciato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella? O il capo dello Stato deciderà di dare vita ad un esecutivo di stampo tecnico vista l’impossibilità di giungere evidenziata dalle forze politiche? La risposta a questi quesiti (e non solo) arriverà in giornata, al termine dei colloqui che Mattarella avrà con i partiti, ma un indizio importante potrebbe giungere molto prima, quando cioé si capirà se la coalizione di centrodestra si presenterà al Colle a ranghi compatti o al contrario se Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia andranno al Quirinale divisi. L’ultimo scenario potrebbe essere letto come il segnale che qualcosa, nel vertice andato in scena ieri sera a Palazzo Grazioli, nella residenza romana di Silvio Berlusconi, è andato storto. E allora sì che i tifosi dell’intesa gialloverde tra M5s e Lega potrebbero iniziare a sognare…
IL VERTICE A PALAZZO GRAZIOLI
Un incontro attesissimo, quello di ieri sera tra Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, con quest’ultimo ospite più atteso a Palazzo Grazioli poiché destinatario dell’ultima offerta di Luigi Di Maio. Il capo politico del MoVimento 5 Stelle, intervistato da Lucia Annunziata a “In mezz’ora in più”, per la prima volta da due mesi a questa parte ha ufficialmente annunciato la propria disponibilità a rinunciare alla premiership, così come aveva già fatto Salvini, e ad accordarsi sulla scelta di un “terzo nome”. L’intesa nascerebbe dalla volontà di evitare un governo di tecnici – o comunque “non politico” – evitando di fatto il richiamo alla responsabilità di Mattarella a cui tanto Di Maio, quanto Salvini hanno annunciato di non volere rispondere positivamente, preferendo invece un ritorno al voto (il M5s) o un governo di scopo fino a dicembre (la Lega). Nel summit, durato circa due ore, Salvini ha espresso ai suoi alleati la posizione della Lega: se collimerà con quella di Di Maio lo scopriremo tra poco…