È certamente Paolo Savona il volto più ricercato del primo Giuramento del Governo Conte questo pomeriggio al Quirinale: per il suo nome Di Maio e Salvini si erano messi insieme facendo il Contratto di Governo; per lui il Colle aveva bocciato il tutto, facendo dimettere il premier incaricato Giuseppe Conte; per lui, come aveva fatto intendere Mattarella, i mercati e l’Ue si erano spaventati per una presunta uscita dall’Europa. E ancora per Paolo Savona, alla fine, si è potuto far partire clamorosamente il “Conte-bis” grazie al suo passo di lato dall’Economia agli Affari Europei, Ministero da lui occupato da poche ore con ufficialità. L’82enne professore di Cagliari è stato il più atteso e il più osservato nella stretta di mano con chi solo 10 giorni fa lo aveva relegato come pericolo per le idee “no-Euro”: Savona ha salutato Mattarella che gli ha augurato, “buon lavoro Ministro!”. Secondo Salvini e Di Maio, il professore ex Ministro sotto il Governo Ciampi avrà il compito fondamentale di «ricontrattare le regole Ue. Paolo Savona agli Affari Europei non è un passo indietro, ma abbiamo raddoppiato: se si vogliono ricontrattare alcune regole europee quello è il posto giusto», ha spiegato il neo vicepremier e Ministro degli Interni. La scelta di virare su Giovanni Tria, altro professore – ma più “moderato” rispetto al docente sardo – secondo ancora Salvini è stata fatto per «avere un Ministro dell’Economia in perfetta sintonia con Savona».

LA SVOLTA: “CHIAMATE TRIA, CAMBIEREMO LA UE”

La svolta però non sarebbe arrivata su consiglio di Lega o M5s ma proprio sull’indicazione di Savona, fino a quel momento considerato come “il motivo centrale” del fallimento di Governo gialloverde. Secondo quanto raccontato dal Corriere della Sera, Savona tra martedì e mercoledì ha indicato il nome di Giovanni Tria, preside di Economia all’Università di Tor Vergata: «Non mi aspettavo certo questo ritorno in campo. Sono sempre stato disponibile e rispondo, così, al nuovo appello per il bene del Paese», ha raccontato in questi giorni il neo Ministro della Repubblica. La promessa fatta da Savona è quella di non voler assolutamente uscire dall’Euro ma di voler cambiare radicalmente lo scenario e la gestione di una Europa che fino ad ora non ha funzionato a dovere. «Chiamate Tria, con lui cambieremo la Ue», avrebbe riferito Savona a Salvini-Di Maio prima del forcing finale che in extremis ha portato alla nascita del Governo. Come ogni buon “protagonista” centrale della politica italiana, non potevano mancare i primi “rumors” e “racconti” delle beghe giudiziarie e degli scheletri che sarebbero nell’armadio del Ministro agli Affari Ue. Sul Fatto Quotidiano di oggi viene ricordato come Savona nel 2009 finì nei guai per accuse di aggiotaggio e falso in bilancio mentre era presidente di Impregilo, uno dei giganti della imprenditoria italiana. Savona venne accusato dalla procura per avere manipolato i dati elevatori dagli uffici «competenti per poi inserirli nel comunicato stampa in modo da renderli soddisfacenti per il mercato»: ma il processo cadde per prescrizione, lasciando dunque il neo Ministro con la fedina penale e il curriculum pulito.