Carcere di Bergamo, Lara Magoni indagata: nuovi aggiornamenti sulla vicenda che lunedì 11 giugno 2018 ha portato all’arresto dell’ex direttore della casa circondariale. Come riportato dai colleghi del Corriere della Sera, l’ex campionessa di sci e assessore regionale lombardo al Turismo Lara Magani risultat tra gli indagati della Procura della Repubblica di Bergamo con l’ipotesi di voto di scambio. Eletta alle elezioni del 4 marzo come senatrice per Fratelli d’Italia, Lara Magoni figura tra le ventisette persone iscritte nel registro della procura nell’ambito dell’indagine che ha portato in carcere l’ex direttore del carcere di Bergamo Antonino Porcino,mentre altre cinque persone sono agli arresti domiciliari: parliamo del comandante delle guardie penitenziarie Antonio Ricciardelli, del commissario Daniele Alborghetti, degli imprenditori Mario e Veronica Metalli, e del dirigente sanitario del carcere Francesco Bertè.



LARA MAGONI, IPOTESI VOTO DI SCAMBIO

Lara Magoni, finita nel caos un mese fa per un commento a favore di Benito Mussolini, è finita all’interno dell’inchiesta per via della conoscenza con Porcino. Forse, sottolinea il Corriere delle Sera, in alcune conversazioni telefoniche intercettate l’ex direttore della casa circondariale avrebbe fatto riferimento alle elezioni e alla candidata, poi diventata assessore, senza escludere un eventuale sostegno elettorale. Sono in corso da parte degli investigatori dei carabinieri e della guardia di finanza degli accertamenti su un flusso di preferenze a Lara Magoni alle elezioni regionali dello scorso 4 marzo 2018. Secondo fonti della Procura di Bergamo, l’iscrizione nel registro degli indagati costituisce un “atto di garanzia”, così da chiarire la vicenda considerando il ruolo istituzionale della Magoni. Non sono ancora arrivate delle repliche da parte dell’ex campione di sci, ma è già giunto il commento del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Dario Violi: “L’ipotesi di reato di voto di scambio e l’iscrizione nel registro degli indagati è molto grave. Chiediamo che Magoni chiarisca al più presto. Se il reato fosse accertato Magoni dovrebbe dimettersi da tutti gli incarichi pubblici. Ci auguriamo che spieghi tutto nell’interesse dei lombardi”.

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