“L’obiettivo è che non ci siano più navi battenti bandiera straniera che portano migranti in Italia”, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo salvini. Ma gli italiani come giudicano la gestione della vicenda della nave Aquarius e la decisione del ministro Matteo Salvini di voler chiudere i porti? “Quasi sei italiani su dieci – risponde il sondaggista Antonio Noto (Noto Sondaggi) – approvano la decisione, premiando la leadership di Salvini, a cui il 53% dei cittadini dà fiducia. In compenso, la fiducia al governo in una settimana è calata dal 40% al 38%. Per quanto riguarda le intenzioni di voto, si registra un forte incremento della Lega, che guadagna tre punti, un decremento del M5s che cala al 27% e un Pd in ripresa, che si attesta al 21%. Tanto che la bilancia del governo pende sempre più a destra e verso la Lega: la pensa cosi il 58% degli italiani, e tra questi anche il 37% dei votanti pentastellati”. E in futuro, se si dovessero presentare altri casi Aquarius? “La metà degli italiani pensa che il Governo dovrà avere la stessa posizione, cioè impedire l’accesso al porto e il 65% ritiene che permettere a un’altra nave di entrare nei nostri porti sarebbe una sconfitta, mentre il 35% è dell’idea che sarebbe meglio farla attraccare, visto che il governo giallo-verde un segnale all’Europa lo ha comunque dato”.
Gli italiani, dunque, sono con Salvini? Dal Nord al Sud?
Il 59% degli italiani approva la decisione di Salvini di chiudere i porti per non far attraccare la nave carica di migranti. E il consenso è più o meno uniforme su tutto il territorio. Anche se va detto che il 46% esprime comunque apprezzamento su come l’ex ministro Marco Minniti ha trattato la questione degli sbarchi. E’ interessante notare che i giudizi positivi su Minniti arrivano anche dalla metà degli elettori di Forza Italia e dal 30-40% dei giallo-verdi.
L’attuale posizione degli italiani è dettata da paura, razzismo o che altro?
Sicuramente dalla paura, che magari può sfociare in atteggiamenti xenofobi. A dettare questa posizione è la convinzione, esagerata, che l’immigrazione sia un’emergenza, che gli immigrati siano la causa principale della crisi. Basti pensare al fenomeno degli immigrati irregolari: a Malta sono stimati il 2%, in Germania il 4%, mentre in Italia sono meno dell’1%.
Sull’immigrazione c’è un’enfasi sbagliata, che ne deforma la realtà e la stessa percezione tra gli italiani?
E’ così. La presenza degli immigrati clandestini in Italia è dello 0,4% rispetto alla popolazione italiana. A tal proposito, abbiamo chiesto al nostro campione se avesse contezza di quanti fossero effettivamente gli irregolari presenti nel nostro Paese. Solo il 13% dei cittadini è consapevole che rappresentano meno dell’1% della popolazione, mentre il 52% pensa che siano poco meno del 10% e un ulteriore 12% li stima addirittura oltre il 20%. Una volta informati sulla reale consistenza, cioè che effettivamente sono solo lo 0,4%, la percezione della priorità dell’emergenza immigrazione scende dal 78% al 55%. Numeri ancora molto forti, ma che denotano come l’informazione non corretta generi una dimensione errata del fenomeno, che induce a determinati comportamenti.
Insomma, su questo argomento emerge una scarsa informazione…
L’informazione, in generale, si è troppo appiattita sulle posizioni politiche che enfatizzano i toni emergenziali.
Insistere sull’emergenza e mostrare risolutezza nel risolvere il problema hanno giovato alla leadership di Salvini?
La fiducia a Salvini aumenta in maniera considerevole, +9%, arrivando al 53%. Nelle fasi di crisi e di precarietà, alzare la voce porta consensi e Salvini, in questi primi giorni da ministro, ha personificato alla perfezione questo profilo. Oggi è il leader dell’Italia ed è sempre più il leader del centrodestra, visto che Forza Italia è piombata al 9%. Salvini è l’espressione di una destra non fascista, ma “europea”, vicina a Le Pen e ai leader dell’Est Europa. E’ una destra che sulle politiche sociali insiste con forza sul tasto dell’immigrazione.
A soffrire questa posizione di forza di Salvini è il M5s?
Sì, il M5s soffre. Sulla decisione di chiudere i porti c’è un terzo degli elettori del M5s che non condivide questa scelta, il che fa capire quanta fibrillazione ci sia sul tema all’interno dei votanti Cinque stelle.
In chiave di tenuta dell’alleanza di governo può essere un problema?
Tra i votanti il M5s i contrari alle posizioni di Salvini sull’immigrazione rappresentano ben il 42%, mentre il 62% pensa che questo indebolirà in futuro il M5s e addirittura un terzo dichiara che non avrebbe votato i Cinque stelle lo scorso 4 marzo se avesse saputo che Di Maio, la cui fiducia è in calo di 2 punti al 38%, avrebbe condiviso le posizioni di Salvini.
Di questa spaccatura sembra – a sopresa – avvantaggiarsi il Pd…
Il Pd è in recupero, ma il dato non è sorprendente. Visto che in questa fase iniziale di governo la forza comunicativa della Lega è nettamente superiore a quella del M5s, chi come il partito di Renzi sceglie di non intervenire quando gli altri hanno posizioni deboli viene premiato. Significa che una parte degli elettori dem, migrati il 4 marzo verso i Cinque stelle, stanno tornando indietro.
(Marco Biscella)