(Rettifica in calce)

L’Italia si avvia verso il partito unico e non certo perché lo vuole Salvini, il vincitore di oggi, ma per le reazioni puerili e suicide degli altri.

Su migranti e rom il leader della Lega Matteo Salvini dà risposte semplici a problemi che moltissimi elettori sentono, a ragione o a torto, gravi e urgenti. Il suo predecessore agli Interni Marco Minniti faceva cose simili, ma non poteva parlare. Minniti era il contrario del suo capo Matteo Renzi: faceva molto e parlava poco. Renzi parlava molto e faceva poco.



Salvini ha per ora trovato l’equilibrio giusto: parla e fa. Non piace quello che dice o fa? Che qualcuno dia una risposta più completa e più efficiente. Fin tanto che ciò non avviene, Salvini conquista il paese.

Inoltre se i giornali di centrosinistra usano i famigerati Casamonica, in odore di mafia, per combattere Salvini, naturalmente questo porta tutta l’Italia con la Lega. Cosa deve fare un italiano normale, posto nella condizione di scegliere tra il ministro degli Interni e una banda di tracotanti, con fedine penali tutto meno che specchiate? Ci stupiamo se sceglie il ministro degli Interni?



La verità è che fuori dalla Lega tutti sono allo sbando e Salvini avanza ogni giorno di più, piaccia o non piaccia. Più degli immigrati, la quesitone dei rom brucia sulla pelle di molti italiani e non per questioni di razzismo o altro, ma per la pratica consentita e indiscriminata di borseggiare a man salva, non pagare biglietti su treni e autobus, saccheggiare cassonetti della spazzatura in pieno giorno svuotandoli di sacchetti di rifiuti poi gettati sul marciapiede. È piccola illegalità, sì, ma tocca la vita del passante più della grande criminalità che vola a cento metri di altezza sopra di lui.



Questa piccola criminalità va controllata e punita. Non è certo giusto fare “pulizia etnica”, come ha titolato un giornale, ma impedire loro di rubare e distruggere l’ambiente con gli accampamenti abusivi, sì. Non è giusto tagliare la mano a un ladro, ma punirlo si deve, altrimenti la società crolla. Confondere i due piani è puerile e suicida: perché a tutti è chiaro che non si parla di avviare una campagna di incarcerazione di massa, ma di cercare di fare ordine in una situazione sfuggita di mano.

Se Salvini è l’unico che da risposte concrete e semplici a tali questioni, mentre gli altri dicono solo “no” senza affrontare il problema, dicendo magare che il problema non esiste, certamente Salvini vince e vincerà sempre. In ciò il danno vero non è la vittoria di Salvini, ma l’assenza di un’opposizione di qualunque genere; cosa che mina alle fondamenta la struttura di una democrazia.

Mi scuso profondamente con “Repubblica” e con i lettori per avere attribuito al quotidiano romano frasi che sono in realtà apparsi su altri quotidiani. L’errore è dovuto al fatto che dalla Cina, senza una mazzetta fisica, un titolo del “Corriere della Sera” mi ricordavo fosse di “Repubblica”. Resta il mio dubbio sulla copertura data da “Repubblica” alla questione dei rom: credo che si ignorino le esigenze profonde della popolazione verso fenomeni di criminalità diffusa e incontrollata. In questo mi ha fatto in particolarmente specie “Repubblica” perché si appella giustamente ai sentimenti umani, dimenticando però le altre esigenze che muovono gli elettori anche di sinistra. Grazie mille e ancora profonde scuse. (L.X.)