Luigi Di Maio mostra il volto del dialogo con i sindacati e fa annunci importanti sui temi chiave della politica M5s. A partire dal reddito di cittadinanza, che potrebbe prevedere 8 ore di lavoro gratuite di pubblica utilità. Il programma penta stellato sul reddito di cittadinanza sta assumendo contorni più concreti, ma il timore delle regioni è che i fondi di cui il vicepremier vuole servirsi per finanziare la misura tanto cara ai Cinque Stelle siano quelli del Fondo sociale europeo-Plus, che hanno già una loro utilità e quindi verrebbero sottratti. «Il governo trovi risorse aggiuntive, non si possono sottrarre fondi già assegnati» dice Catiuscia Marini, governatrice dell’Umbria e coordinatrice della commissione Affari Europei della Conferenza delle Regioni. Ma è pronta a confrontarsi col ministro «auspicando che ci si impegni per rafforzare le risorse per il sostegno al reddito e non per cancellare gli interventi che già si realizzano territorialmente per le politiche attive del lavoro». (agg. di Silvana Palazzo)



SACCONI: “CAPISCO PROPOSTA MA NON FUNZIONA”

La proposta del ministro Di Maio legata al Reddito di Cittadinanza ma con l’aggiunta delle 8 ore di lavoro di pubblica utilità a settimana ha ovviamente scatenato diverse reazioni. A commentare l’intervento del vicepremier è stato anche l’ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi che, come riporta Agenpress, è intervenuto oggi  ai microfoni di Cusano Campus. “Capisco che nella proposta del ministro Di Maio ci sia la volontà di dare una prospettiva di attività di lavoro alle persone e non di reddito senza lavoro e questa è una cosa giusta”, ha esordito. Pur comprendendo l’esistenza di un sostegno al reddito per coloro che non lavorano, ha spiegato tuttavia che occorrerà capire “come questo nuovo strumento si incrocerà con quelli che abbiamo, in che misura li potenzia”. Sacconi si è detto poco fiducioso della “condizionalità” (ovvero il conseguimento del reddito di cittadinanza in cambio di 8 ore di lavoro) che a sua detta fino ad oggi non avrebbe funzionato. Ed ha aggiunto: “Io penso che si debba avere un animo aperto verso il nuovo governo, una disponibilità a comprendere ciò che realmente faranno al di là di ciò che nella campagna elettorale può essere stato detto e che non sempre si realizza, qualche volta bisogna dire per fortuna. Vediamo le proposte concrete al di là degli annunci”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



IL PD IRONIZZA: “TORNANO GLI LSU?”

Prima è arrivata la precisazione del Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che non ha smentito Luigi Di Maio ma si è mostrato più cauto sulle tempistiche, e successivamente sono arrivate, come era prevedibile, le reazioni da parte delle altre forze politiche: la proposta dal titolare del dicastero del Lavoro e dello Sviluppo Economico di far svolgere otto ore di servizio a titolo gratuito presso il proprio Comune a chi beneficerà del reddito di cittadinanza ha scatenato la reazione del Pd che, in modo ironico, attraverso alcuni esponenti si è chiesto se il capo politico del Movimento 5 Stelle voglia riportare in auge gli LSU. Su tutti, vanno segnalati gli interventi del segretario reggente, Maurizio Martina, e del presidente dei dem, Matteo Orfini: se il primo ha appunto parlato di “lavoro socialmente utile, altro che cambiamento”, esortando il neonato Governo a spiegare i 3 miliardi di euro già disponibili per il Rei (Reddito di inclusione), misura varata a suo tempo dal Pd, Orfini ha puntato invece il dito su quelle che, a suo dire, sono le contraddizioni che emergono dalle parole di diversi membri dell’esecutivo, citando proprio l’intervento di Tria oggi in Lussemburgo: “Di Maio ripropone i vecchi LSU, dal Ministro dell’Economia invece scopriamo che non si farà quest’anno perché non ci sono soldi” ha detto il presidente dei democratici, sostenendo che dopo soli 20 giorni di Governo le promesse elettorali solenni “si sono sciolte come neve al sole”. (agg. di R. G. Flore)



IL MINISTRO TRIA FRENA SUI TEMPI

Dopo che in mattinata Luigi Di Maio, neo ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, aveva annunciato nel corso del XVII Congresso della UIL che il Movimento 5 Stelle non avrebbe fatto passi indietro sulla proposta per il reddito di cittadinanza, precisando anche che chi ne beneficerà dovrà anche garantire 8 ore di lavoro gratis al proprio Comune, nel pomeriggio è arriva da parte di Giovanni Tria, titolare del dicastero dell’Economia, una parziale frenata quantomeno sui possibili tempi di attuazione. Se infatti il capo politico dei grillini aveva parlato di riforma da realizzare entro il 2018, Tria (oggi in Lussemburgo) ha risposto indirettamente al vicepremier spiegando di non sapere “a cosa si riferiva”, ma precisano che nelle sue interlocuzioni col Ministro del Lavoro non si è mai realmente entrati nei dettagli e “non mi è mai stata espressa questa idea”: motivo per cui, di fatto, Tria ha tagliato corto coi giornalisti presenti in conferenza stampa, aggiungendo che non può al momento esprimersi né a favore, né contro le parole di Di Maio. A detta di Tria, inoltre, la priorità è quella di rendere più efficienti i centri per l’impiego, pur non negando l’importanza del provvedimento che è uno dei cavalli di battaglia del Movimento e che per lui non è tanto “un provvedimento di assistenza quanto uno strumento di stabilità sociale”. (agg. di R. G. Flore)

REDDITO DI CITTADINANZA ENTRO LA FINE DEL 2018?

Il vice premier nonché ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha rilanciato con forza quest’oggi il reddito di cittadinanza, il cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, in occasioni delle elezioni dello scorso marzo. (clicca qui per il video con le sue dichiarazioni alla Uil). Il leader grillino vorrebbe applicarlo entro lo scadere di quest’anno, attraverso l’utilizzo dei fondi Ue, come ha spiegato nella giornata di ieri a Lussemburgo, ma resta il nodo delle coperture. Come ricorda l’edizione online de La Repubblica, servono 19 miliardi di euro per riformare i centri per l’impiego e introdurre il reddito, due questioni che vanno a braccetto, e non si potranno ricavare tutti dai fondi Ue, per lo meno, non in un solo anno. Anche il ministro dell’economia, Giovanni Tria, sembra pessimista in tale senso: «Per il 2018 i giochi sono quasi fatti – dice – con Di Maio non sono mai entrato in questi dettagli, non mi ha mai espresso questa idea (reddito di cittadinanza nel 2018 ndr). Dicendo che per il 2018 i giochi sono quasi fatti intendo che adesso occorre agire molto rapidamente con interventi di riforma strutturale che non hanno costi e tra questi il decollo degli investimenti pubblici». (aggiornamento di Davide Giancristofaro

“8 ORE DI LAVORO GRATIS A SETTIMANA”

Reddito di cittadinanza, Di Maio: “8 ore di lavoro gratis a settimana”. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico ha fatto il suo debutto davanti alla Uil e ha parlato davanti ai sindacati della misura ideata dal Movimento 5 Stelle: “Noi siamo stati mandati in Parlamento come forza politica dal 32 per cento del Paese per realizzare una misura che si chiama reddito di cittadinanza. Questo strumento crea tante giuste obiezioni, perché non lo conosciamo e devo dire che c’erano anche obiezioni nell’altra forza politica con cui condividiamo questo governo, ma poi gliel’ho spiegata”. Ecco l’analisi di Luigi Di Maio: “L’obiettivo non è quello di dare soldi a qualcuno per starsene seduto sul divano. L’obiettivo è un altro: dire con molta franchezza ‘tu hai perso il tuo lavoro perché quel settore è finito o si è trasformato. Adesso ti è richiesto un percorso per formarti, riqualificarti ed essere inserito in uno dei nuovi settori su cui stiamo facendo e dobbiamo fare degli investimenti. Ma siccome hai dei figli, mentre ti formi e lo Stato investe su di te, io ti do un reddito e tu dai in cambio al tuo sindaco ogni settimana otto ore lavorative gratuite di lavori di pubblica utilità”

DI MAIO SUL REDDITO DI CITTADINANZA

Come ottenerlo? Luigi Di Maio ha fatto il punto su che cosa si tratta e sull’appoggio necessario dei sindacati per evitare che ne venga fatto un abuso, evidenziando: “Questo strumento è uno strumento che ovviamente può muovere tante obiezioni, ma io ci credo molto e dobbiamo farlo insieme. Chiedo anche a voi una mano su questa cosa, noi sul reddito di cittadinanza non arretreremo e ci metteremo insieme, come forze politiche e come parti sociali se vorrete, per realizzarlo senza che ci siano degli abusi”. Infine, ecco la vera sfida del mondo del lavoro al giorno d’oggi: “La vera grande questione è la riconversione di chi oggi ha bisogno di essere riqualificato e reinserito lavorativamente: passa per i centri per l’impiego ma passa anche da un reddito, altrimenti staremo ad accettare qualsiasi tipo di lavoro per sfamare nostro figlio alla metà o alla fine della settimana”.