Il Ministro Matteo Salvini è di certo il più amato e allo stesso tempo odiato membro di un Consiglio dei Ministri della storia recente repubblicana: tra migranti, Ong, rapporti con l’Ue e censimenti di Rom, il leader della Lega e Ministro degli Interni viene osannato dai suoi (sempre in aumento secondo i sondaggi) e criticassimo dagli avversari, non solo Saviano, che gli danno del “becero razzista” un giorno sì e l’altro pure. Certo che però sentir dire da Salvini, sui socia, che un giornalista gli fa “schifo” non è esattamente qualcosa di augurabile e condivisibile per un rappresentante così importante dello Stato. Eppure oggi è avvenuto così, con il vicepremier che ha apostrofato il giornalista e “intellò” Furio Colombo dopo un articolo al veleno sul Fatto Quotidiano di questa domenica: «Il noto “intellettuale” della sinistra al caviale mi paragona al criminale nazista Adolf Eichmann, scrivendo che la mia missione è “far soffrire di più coloro che non dovrebbero esistere” Senza parole. Posso dire che mi fa schifo e che mi vergogno io per lui?», scrive Salvini. Eh sì, all’interno dell’editoriale “Trump e Salvini: rabbia e vendetta” Colombo ha paragonato proprio al fu gerarca nazista Eichmann il neo Ministro degli Interni.



CHE COSA AVEVA DETTO FURIO COLOMBO

Nel durissimo affondo apparso sul Fatto, l’ex direttore dell’Unità ha attaccato Salvini sul caso migranti non solo dandogli del razzista, ma spiegando come «L’Eichmann italiano, che in pochi giorni ha deformato il volto del Paese, gode del silenzio o del vago mormorio di ciò che resta della nostra politica e di ciò che resta della autorità dello Stato». All’interno dell’articolo sul quotidiano di Marco Travaglio, in piena emergenza immigrazione in tutto il Mediterraneo, Colombo fa ancora di più scrivendo «In questi brutti giorni, l’Eichmann italiano appare fiancheggiato da alcuni che desiderano avere un posto nella storia tra i persecutori di disperati, i denigratori dei salvatori (le Ong ladre e bugiarde) e i narratori di storie di complotti (fake news)». Secondo l’ex direttore del giornale di partito, la “prova” di Salvini in Europa è la stessa di Donald Trump negli States: un “becero razzista” che non coglie i problemi più importanti e che gode nell’affermare il proprio “primato della razza italiana”. Messa giù così è chiaro che il riferimento al tempo dei nazisti viene immediato, ma resta il problema per Colombo di “giustificare” come il leader della Lega, sia pur un Ministro dai toni durissimi e molto contestabile, sia “accostabile” a dei pluriassassini che misero in pratica la folle ideologia nazista di eliminazione fisica di tutto ciò che non fosse ariano.

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