Sul fronte della riforma Madia nel settore della Forestale, prima il Ministro Madia poi il deputato M5s Cattoi (membro della Commissione Affari costituzionali) rilanciano sul fallimento dell’accorpamento-integrazione con l’Arma dei Carabinieri: «La riforma del Corpo forestale dello Stato e il suo accorpamento con l’Arma dei Carabinieri è la cronaca di un fallimento annunciato. Noi siamo stati facili profeti: era chiaro a tutti che la scelta del governo Renzi non aveva nulla a che fare con la salvaguardia del territorio. E bene ha fatto la ministra della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, a ribadire oggi che bisogna intervenire in tempi brevi», spiega il deputato grillino (già dirigente del Corpo Forestale e generale poi dei Carabinieri Forestali), mentre il Governo è alle prese con lo studio di una “contro-riforma” sul fronte statali in cui il tema della Guardia Forestale sarà comunque presente. «L’enorme superficie boschiva incendiata nel 2017, le incombenze legate alla gestione della fauna e della biodiversità, oltre che del patrimonio forestale, indicano che è necessario restituire dignità e autonomia a un corpo specializzato che nei decenni ha rappresentato un fondamentale presidio di tutela dell’ambiente e dell’incolumità delle persone, garantendo alle aree interne la presenza e la prossimità necessarie a una corretta gestione del territorio», conclude Cattoi in una lunga nota a sostegno dell’intervista del Ministro Pa Giulia Bongiorno. (agg. di Niccolò Magnani)
“USERÒ IL BISTURI SULLA RIFORMA MADIA”
Al Ministro della Pubblica Amministrazione è stato chiesto chiaramente se ha intenzione di mettere “in pensione” la riforma Madia che così molto ha modificato della Pa negli ultimi anni, al netto degli aspetti negativi o positivi come si possono valutare. Per la Bongiorno, «Non ho l’ansia di mettere il mio nome su una legge, ma di far funzionare la Pubblica amministrazione. Agirò col bisturi per curare le disomogeneità nei servizi». Lotta contro assenteismo e raccomandazioni, il primo obiettivo è quello di «sopralluoghi a sorpresa ma senza nulla di punitivo, Ispezioni a campione con pool di esperti: i nostri ispettori e specialisti di modelli organizzativi», spiega il Ministro ancora al Corriere della Sera. Altro aspetto discusso è quello della riforma sul Corpo Forsetale, finita di fatto davanti alla Consulta dopo le decisioni del Ministro Madia: «è fallita quella riforma, lo si è visto l’estate scorsa con l’Italia devastata dagli incendi. Dopo il giudizio, bisognerà pensare come cambiare rotta». (agg. di Niccolò Magnani)
LA GUERRA CONTRO LE RACCOMANDAZIONI
Tante le questioni toccate dal ministro della pubblica amministrazione per la semplificazione, Giulia Bongiorno, ai microfoni del Corriere della Sera. Si è parlato anche delle raccomandazioni, una piaga che contagia gran parte del sistema statale italiano, dove spesso e volentieri vengono assunti figli, fratelli, zii, cognati, e in generale, i famosi “parenti dì”, a discapito magari di chi meriterebbe realmente quell’assunzione, perché dotato di requisiti di maggiore qualità. A riguardo la ministra ha spiegato come si potrebbe interrompere questo brutto malaffare spiccatamente italiano: «La carriera del raccomandato si può stroncare valutandolo. Ma oggi le valutazioni sono tutte brillanti, in un sistema che non lo é Come mai? L’unico che può valutare senza sconti e con criteri oggettivi é il cittadino. Inserirç criteri legati al merito». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LE MOSSE CONTRO I FURBETTI
Promette il pugno di ferro la neo-ministra per la pubblica amministrazione e semplificazione, Giulia Bongiorno. Obiettivo, scovare i fannulloni “pubblici”, i furbetti del cartellino, e soprattutto, fare in modo che i noti episodi del passato non si ripetano anche in futuro. A breve verranno quindi introdotte delle importanti novità che forse riusciranno a mettere fine agli scempi a cui continuano ad assistere da tempo, con lavoratori pubblici che invece di starsene in ufficio a sbrigare le pratiche lavorative, scorazzano per bar, supermercati e via discorrendo, timbrando però il cartellino. La prima mossa, come spiega la stessa ministra al Corriere della Sera, saranno i sopralluoghi a sorpresa sul posto di lavoro.
“IMPRONTE DIGITALI, QUAL E’ IL PROBLEMA?”
Visite che però la Bongiorno specifica: «Nulla di punitivo. Ispezioni a campione con pool di esperti: i nostri ispettori e specialisti di modelli organizzativi. Se troverò disservizi causati da difficoltà oggettive – prosegue – aiuteremo a colmare le lacune. Ma se emergessero inerzie saremo inflessibile». Per combattere l’assenteismo, la ministra della p.a. non esclude di dover schedare attraverso impronte digitali i vari dipendenti pubblici, di modo che il cartellino da timbrare risulti personale ed esclusivo: «L’assenteismo è un fenomeno odioso – precisa – credo si debba anche prevenire, come? Con rilevazioni biometriche per evitare che ci sia chi strisci il tesserino per altri. E se questo volesse dire prendere le impronte digitali al dipendenti, cosa c’è di male?». Un’iniziativa che potrebbe finalmente porre la parola fine al fastidioso assenteismo pubblico.