Rockstar dell’anti-casta, già finito in manette, eletto sindaco della sua Messina ma senza consiglieri, il video in mutande e tanto altro: che nel panorama della politica siciliana sia nata una nuova “stella” oppure Cateno De Luca sarà solo uno dei tanti protagonisti di passaggio del movimentato panorama istituzionale di questi ultimi anni? Sbaragliando la concorrenza del centrodestra nel secondo turno di ieri ai Ballottaggi per le Elezioni Comunali 2018, l’oramai ex candidato alla carica di primo cittadino che riuniva sotto la sua “ala” una serie di liste civiche collegate al suo simbolo oggi è stato uno dei protagonisti della cronaca ex post dei quotidiani, e di suoi è riuscito a far parlare di se grazie a una telefonata illustre che ha ricevuto. Il neo-sindaco di Messina ha infatti rivelato di aver ricevuto, nel pomeriggio di oggi, una chiamata nientemeno che da Papa Francesco: “Sono rimasto sorpreso, avevo i brividi” ha spiegato il diretto interessato che, a suo dire, ha raccontato di essere stato contattato dalla segreteria del Vaticano ma non di aver risposto una prima volta. All’inizio ha pensato a uno scherzo ma poi, riconosciuta la voce del Pontefice, avrebbe accolto la sua richiesta di pregare assieme, recitando una Ave Maria di fronte allo stupore di alcuni dei componenti della sua giunta che avrebbero assistito in diretta a questo momento. (agg. di R. G. Flore)



CATENO DE LUCA, NUOVO SINDACO DI MESSINA

Cateno De Luca, o “Scateno” De Luca è il protagonista indiscusso delle Elezioni Comunali 2018 appena conclude con i ballottaggi. A Messina è lui il nuovo sindaco, eletto con il 65,3% dei voti sbaragliando così lo sfidante del Centrodestra Placido Bramanti che pure partiva davanti dopo i risultati del primo turno. Sarà il primo sindaco della storia siciliana a governare senza avere consiglieri comunali: infatti tutte le liste civiche a suo sostegno non hanno ottenuto i voti necessari per superare la soglia di sbarramento e perciò si ritroverà a guidare la giunta messinese senza avere almeno inizialmente una maggioranza specifica. Le liste presenti saranno quelle a sostegno di Bramanti e Saitta (Centrosinistra) oltre ai 7 seggi andati al Movimento 5 Stelle di Gaetano Sciacca prefigurando una situazione più unica che rara che “impreziosce” la galleria delle stranezze di ogni elezione in Sicilia, che sia amministrativa o nazionale. Poi c’è il personaggio De Luca e quo si sfonda il muro della “stranezza” per entrare in una dimensione quasi onirica se non fosse tutto rappresentato e documentato dai fatti.



QUANDO SI MISE IN MUTANTE ALL’ASSEMBLEA REGIONALE SICILIA

Il nuovo sindaco di Messina infatti è passato dallo sfilare in mutande all’Assemblea Regionale Sicilia (per protesta) quando era deputato, fino all’arresto il giorno dopo dell’elezione nelle ultime Regionali 2017 tra le file della maggioranza di Musumeci (salvo poi essere assolto e liberato qualche giorno dopo). Il deputato è poi divenuto anche “ribelle” mettendosi in proprio e correndo addirittura contro la lista di Musumeci che sosteneva invece Bramanti: «La città ha bocciato la campagna elettorale delle calunnie ed ha premiato il modello di governo della concretezza», ha detto stamattina Cateno De Luca portando una corona di fiori davanti alla statua della Madonna in città. Lo hanno chiamato “bugiardo”, “onta della politica” e in alcuni casi anche colluso, ma lui si è sempre difeso con i fatti e al momento resta candidabile per la giustizia italiana: «Nel 2007, giovane deputato all’Ars, era entrato nella sala stampa dell’Assemblea regionale dove, tra lo stupore di cronisti e commessi, si spogliò fino a restare in mutande. Per coprire gli slip usò il drappo della Trinacria, che rappresenta la Sicilia. In una mano teneva la statuetta di Pinocchio e nell’altra una Bibbia», riporta l’Adnkronos sulla primaria “stravaganza” compiuta da De Luca nel corso della sua carriera politica. Poi anche un arresto nel novembre 2017, accusato in qualità di «promotore di un’associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa 1.750.000 euro», salvo poi essere assolto perché il fatto non sussiste. 47.835 preferenze dei messinesi lo hanno rimesso in sella in una poltrona importante come quella di Palazzo Zanca, in attesa della prossima stravagante follia..