La linea adottata dal premier Conte nel corso del vertice di Bruxelles è durissima. Mentre i 28 cercano di trovare un’intesa in merito al principio di responsabilità condivisa sui migranti e sui movimenti secondari, l’Italia ha già annunciato di essere pronta al veto sulle conclusioni del summit se non dovesse esserci, “nei fatti” la solidarietà degli altri Paesi europei. Il presidente del Consiglio ha così delineato in modo chiaro quale potrebbe essere la posizione italiana nel caso in cui nel testo finale non dovesse esserci il concetto di responsabilità condivisa sui salvataggi in mare. Ma cosa succederebbe se l’Italia non sottoscrivesse le conclusioni del vertice? Come spiega Repubblica.it, questa dinamica porterebbe inevitabilmente ad un irrigidimento di Schengen che potrebbe comportare un raffreddamento dei rapporti tra alcuni Paesi in merito alla gestione delle frontiere comuni. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



IL PREMIER: “VETO ITALIANO SUL DOSSIER? VEDIAMO…”

“Sarà un vertice difficile”. È stato un tweet di Donald Tusk ad aprire le danze dell’atteso Consiglio Europeo in programma oggi e che sarà una sorta di battesimo del fuoco per il premier italiano Giuseppe Conte che dovrà portare sui tavoli di Bruxelles la questione migranti e soprattutto le proposte dell’esecutivo Lega-M5S a proposito di un ripensamento del sistema delle quote e un superamento dei Trattati di Dublino. Se ieri Conte aveva parlato di un summit “spartiacque”, oggi intercettato dai giornalisti ha usato nuovamente lo stesso termine, spiegando che, pur avendo avuto negli incontri degli scorsi giorni della manifestazioni di solidarietà al Bel Paese, adesso spera che quelle parole “si traducano in fatti” e, alla domanda se è concreta la possibilità che l’Italia ponga il suo veto a proposito del dossier migranti ha lasciato intendere che esiste ma pure che “non la voglio considerare altrimenti si arriverà a soluzioni non condivise”. La strategia del Primo Ministro è quella di fare al Consiglio una proposta “ragionevole” e conforme ai principi ispiratori di quell’Europa “che oggi è in gioco”. Ma se le richieste italiane non dovessero venire ascoltate, ecco che potrebbe nascere un braccio di ferro in seno all’UE con Conte che userebbe l’arma del veto per bloccare tutto. (Agg. di R. G. Flore)



TAJANI, “PARLAMENTO EUROPEO IGNORATO”

Vi abbiamo raccontato le ultime sul tema migranti, con l’Italia che è pronta a bloccare le conclusioni del Consiglio Ue in programma domani 28 giugno e venerdì 29 giugno 2018. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stato chiaro alla Camera, sottolineando come si tratti di uno spartiacque. In ballo il trattato di Dublino e la sua revisione, con il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani che ha detto la sua a tal proposito: “il Parlamento, quale co-legislatore, ha messo sul tavolo una proposta concreta. Il Consiglio non può più permettersi di continuare a ignorarla”, sottolineando il suo sentimento di “delusione”. Infatti la riforma del sistema d’asilo non è stata neanche citata dalla lettera d’invito al summit di domani rivolta ai leader dell’Ue dal presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk. Acque agitate… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



ITALIA PRONTA A BLOCCARE CONCLUSIONI CONSIGLIO UE

Oggi alla Camera il premier Conte ha tenuto un lungo discorso nel quale ha spiegato quali saranno le intenzioni del nostro Paese alla vigilia dell’importante Consiglio Ue in programma per domani 28 e venerdì 29 giugno sul tema della questione migranti. “Sulla migrazione sono in gioco i valori dell’Europa unita e l’Italia continuerà a fare la sua parte perche l’Europa sia all’altezza del suo compito”, ha spiegato il presidente del Consiglio prima di illustrare i punti salienti della proposta nostrana portata al tavolo del vertice la scorsa domenica. Secondo le ultime notizie riportate dall’agenzia di stampa Ansa, l’Italia è pronta a bloccare le conclusioni sulla parte migratoria al vertice che vedrà protagonisti i leader dell’Unione Europea a partire da domani, nel caso in cui nel testo non verrà inserito il concetto di responsabilità condivisa in riferimento ai salvataggi in mare. La notizia arriva direttamente da Bruxelles da fonti vicine al governo e che avrebbero ribadito la “linea rossa” adottata da Roma. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

“EUROPA PIÙ FORTE SOLO SE EQUA”

Il Consiglio europeo dei prossimi due giorni piò davvero rappresentare “uno spartiacque, un punto di svolta per la Ue” e come anticipato dal premier Conte, oggi alla Camera, il governo italiano vi prenderà parte parlando con una sola voce, chiara e risoluta. Ciò che Conte ha chiesto all’Ue è maggiore equità soprattutto sul piano della gestione dei flussi migratori puntando poi il dito contro il regolamento di Dublino che a sua detta va superato in quanto “inadeguato a gestire i flussi migratori”. Nel pronunciare queste parole, spiega Il Messaggero, il premier ha anche illustrato al cospetto dei presenti la proposta dell’Italia presentata la scorsa domenica ribadendo come solo il 7% dei migranti in arrivo siano rifugiati. “Le coste italiane sono coste europee, il criterio del Paese di primo arrivo va rivisto e superato, non possiamo portare tutti in Italia e Spagna”, ha quindi ribadito alla vigilia del vertice che, a detta di Conte, arriva in un momento delicato per il nostro paese per via dell’urgenza di rispondere agli aspetti della vita del cittadino con proposte finalmente concrete. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

CAMERA, BAGARRE CONTRO LA BOLDRINI

Attraverso un post su Instagram nel quale ha ribadito alcuni passaggi importanti del suo intervento nel quale, di fatto, ha spiegato che l’Italia chiederà un superamento del Trattato di Dublino, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha ribadito che domani nel primo Consiglio Europeo a cui parteciperà da premier “il nostro Paese si presenterà con la forza e la consapevolezza di chi in Europa parla con una voce sola, ferma e risoluta”. Tuttavia, la linea vicina alle posizioni salviniane non è piaciuta all’opposizione che, nelle repliche riguardanti le dichiarazioni di voto, ha criticato l’intervento del Primo Ministro, ribadendo ancora una volta alla vigilia del summit UE che l’Italia rischia di ritrovarsi in posizione isolata rispetto agli altri Stati Membri sul tema dei migranti: e bagarre in aula c’è stata quando ha parlato l’ex Presidente della Camera, Laura Boldrini, contestata duramente tanto che il suo successore, Roberto Fico, è dovuto intervenire placando il caos provocato dai banchi della maggioranza da alcuni esponenti leghisti contro la deputata di LeU, ricordando di “non dare uno spettacolo inutile” e invitando la Boldrini ad andare avanti. (agg. di R. G. Flore)

IL PREMIER ALLA CAMERA, “SUPERARE TRATTATO DI DUBLINO”

Ha tenuto un lungo discorso al Parlamento, il suo secondo da quando è premier, per preparare l’Italia al prossimo decisivo Consiglio Europeo sul fronte migranti (prossimo 28-29 giugno 2018). Giuseppe Conte ha parlato dell’importanza strategica dell’Europa dove il «governo italiano deve parlare con una voce sola, ferma e risoluta». Domani a Bruxelles si decide molto, se non tutto, dell’immediato futuro di tenuta e cooperazione continentale sulla difficile emergenza immigrazione: «Il regolamento di Dublino va superato e non riformato, perché non ci sono più dubbi che sia inadeguato a gestire flussi migratori», spiega il premier con a fianco sempre i vice Di Maio e Salvini che sono rimasti in silenzio per le comunicazioni del Presidente del Consiglio alla Camera dei Deputati. Si riparte dalla bozza di 10 punti presentata da Conte al pre-vertice di domenica scorsa con 16 Paesi Ue ma le speranze non altissime, visto che se già con quelle nazioni non si è trovata una linea comune, figuriamoci con l’ingresso degli altri Paesi di Visegrad che sono storicamente contrari ad una più ampia condivisione e distribuzione dei rifugiati e degli immigrati “economici”.

CONTE, “SALVINI HA RAGIONE”

«Solo il 7% dei migranti in arrivo sono rifugiati e questo è un problema per tutti», per cui la riforma di Dublino non può più essere un trattato utile per l’emergenza attuale. Prosegue Conte, «L’apporto dell’Italia può rendere il Consiglio europeo uno spartiacque, dobbiamo fare in modo di disegnare l’Europa che vogliamo che di fronte alle istituzioni europee il governo italiano “parla con una voce sola, ferma e risoluta». Secondo il premier – che terrà la linea di Matteo Salvini, con il quale la pace sembra tornata dopo la bufera Italia-Francia – il primo vertice europeo di questo Governo «arriva in un momento in cui è sempre più evidente l’urgenza di rispondere agli aspetti reali della vita del cittadino con proposte concrete, senza tentennamenti, ambiguità o paure. Mi riferisco a questa determinazione quando parlo di quel cambiamento nel metodo e nella sostanza che ho annunciato di fronte a queste Camere e che mi sono impegnato a proporre in tutti i contesti internazionali ed europei». La primaria proposta italiana davanti agli altri Paesi Ue è quella di superare il criterio del Paese di primo arrivo: «anche questo non idoneo a gestire in modo adeguato i flussi migratori. Va affermato il principio che chi sbarca in Italia, ma anche in Spagna o a Malta, sbarca in Europa».