Stanno facendo discutere le dichiarazioni di Beppe Grillo sul possibile sorteggio di parlamentari e di un possibile Senato de i cittadini. Il garante del Movimento 5 Stelle ha scatenato un’onda di polemiche, ma in realtà come sottolineato dai colleghi di Agi non è una novità. Già nel 2015, precisamente il 10 novembre di tre anni fa, nove parlamentari di sinistra presentarono una proposta di legge per l’attribuzione di incarichi pubblici mediante sorteggio. I parlamentari, che oggi fanno parte di Liberi e Uguali, hanno specificato che il sorteggio riguardava componenti delle commissioni di gara svolte da tutti i livelli della pubblica amministrazione, componenti dei comitati tecnici e consultivi e componenti dei CdA di aziende pubbliche e di società per azioni a partecipazione pubblica. La proposta in questione, però, non è mai stata esaminata alla Camera. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



ASCANI (PD): “NON L’AVEVA GIA’ FATTO?”

Tra i vari esponenti politici che hanno commentato la proposta di Beppe Grillo di sorteggiare i parlamentari, Anna Ascani del Partito Democratico ha forse pubblicato sul suo profilo Twitter il commento più salace: “Ah ma quindi le ultime due volte non li aveva estratti a sorte i suoi parlamentari Beppe Grillo? Beh, in questo caso c’è il dolo.” Come a dire: estrarre i parlamentari a caso non serve, credevo l’avessero già fatto. Sicuramente l’ironia è serpeggiata, anche se il Movimento 5 Stelle in questo momento si trova già a vivere i suoi primi scontri istituzionali, a partire dalla proposta di tagliare i vitalizi ai parlamentari. Decidere potenzialmente di estrarli a sorte, potrebbe davvero allontanare ancor di più il M5S non solo dalle forze parlamentari, ma anche dall’alleato di Governo leghista che per ora non ha preso una posizione del tutto precisa sulla questione vitalizi. (agg. di Fabio Belli)



“SUCCEDE GIA’ IN BULGARIA”

“Ma è bellissimo, lo fanno anche in Bulgaria!”: con queste parole Beppe Grillo, nelle ultime ore, è tornato su uno dei casi del giorno, ovvero la sua proposta, a metà a dire il vero, tra il serio e il faceto, di abolire completamente le elezioni sorteggiando i parlamentari come avveniva nell’antica Grecia e dando vita a una sorta di Senato dei cittadini. Come era prevedibile, la sua proposta ha scatenato l’ironia ma pure le critiche di alcuni giornali e, al termine di una giornata romana densa di impegni, e nel corso della quale ha incontrato non solamente Alfonso Bonafede, neo Ministro della Giustizia, ma pure la sindaca della Capitale, Virginia Raggi, e Roberto Fico, terza carica dello Stato, per un selfie al quale qualcuno ha dato diversi significati, il fondatore del Movimento 5 Stelle ha concesso qualche battuta ai giornalisti che lo attendevano all’ingresso del suo hotel capitolino, ha citato l’esempio bulgaro in merito all’estrazione a sorte dei parlamentari, facendo riferimento a quel sistema che si basa se un “misto” di proporzionale e maggioritario in vigore nel Paese dell’Est Europa. (Agg. di R. G. Flore)



VIRGINIA RAGGI, “GRILLO SI E’ SEMPRE FIDATO DI ME”

Il selfie con i “suoi ragazzi” nel giorno in cui, con la proposta-follia-provocazione, li ha di fatto sfiduciati: Grillo ha tessuto le lodi di Fico, Raggi, Bonafede e questa sera vedrà a cena anche Di Maio, ma ha anche detto che il Senato e il Parlamento del futuro dovrà avere estrazioni e sorteggi e nessuna “scelta” o “votazione” di una classe dirigente. «L’incontro è andato bene, siamo andati a trovare degli amici. Da lui non è mai mancata la fiducia», ha spiegato Virginia Raggi dopo il pranzo con Grillo e Fico dove non sono emersi commenti sulla situazione piuttosto grave che sottende l’amministrazione romana dopo il caso dello Stadio di Roma (e le ultime dichiarazioni di Luca Parnasi davanti ai pm, ndr). Ma i più maligni riportano l’attenzione proprio su quella fiducia data ad una candidata sindaco che si è poi dimostrata non esattamente all’altezza di tutti i gravi casi che attanagliano la Capitale (non certo imputabili tutti a Virginia Raggi): se così è andata con chi era stato “scelto” tra tanti politici “improvvisati” come lo erano all’inizio tutti i seguaci del M5s, come potrà andare con un sorteggio del tutto casuale dei presunti prossimi parlamentari dello Stato? 

IL SELFIE CON I “SUOI RAGAZZI”

Qualcuno ha letto la proposta di Beppe Grillo, ovviamente a metà tra la provocazione intelligente e la boutade (anche se alcuni quotidiani l’hanno davvero presa in considerazione…), come un segnale di sfiducia nei confronti dell’attuale classe dirigente del Movimento 5 Stelle entrata in Parlamento oltre che nei confronti di quello che per qualcuno è il suo oramai ex pupillo, Luigi Di Maio: ma la sua idea di sorteggiare di fatto i senatori in futuro, dicendo così addio alle cosiddette Parlamentarie pentastellate sta facendo discutere e ha creato un dibattito al di là dell’estemporanea uscita del fondatore del Movimento. Ad ogni modo, dopo il post mattutino, Grillo è stato protagonista a pranzo di una “capatina” a Roma, nel corso della quale ha incontrato prima Alfonso Bonafede, Ministro della Giustizia e di fatto primo esponente del Governo Conte a cui il comico ha fatto visita, e poi la coppia formata da Virginia Raggi e Roberto Fico, ovvero proprio colui che fa parte di quella ala “movimentista” dei grillini e che è ben lontana dalle posizioni più “governative” e liquide a cui fa capo Di Maio e il suo entourage. E il selfie pubblicato sul proprio account Instagram da Grillo già spopola dato che al fianco ha “i suoi ragazzi”, ovvero il Presidente della Camera, considerato dagli attivisti come un “purista” fedele ai valori della prima ora dei Cinque Stelle, e la Raggi, difesa sempre nonostante le critiche. (Agg. di R. G. Flore)

COME POTREBBE (NON) FUNZIONARE IL SORTEGGIO DEL M5S

Finora, nella storia della modernità, di modi per superare la democrazia attuale e la politica stessa ve ne sono state e molte altre ve ne saranno: quella di portare “direttamente” la gente normale in politica è già stata fatta e il Movimento 5 Stelle stesso è “figlio” di quella proposta post-ideologica. La “provocazione” di Grillo è stata oggi presa in considerazione dall’Agi che ha provato a riflettere sull’effettiva praticità di un “Senato estratto a sorte”, rilevando non pochi punti oscuri: il modello immaginato, sfruttando un noto studio di due fisici teorici dell’Università di Catania dal titolo “Democrazia a sorte”, «fornisce una formula inedita per calcolare il numero di sorteggiati che massimizza l’efficienza. Nel Parlamento simulato ci sono i parlamentari dei due partiti e gli indipendenti, tutti rappresentati come punti su un diagramma bidimensionale – ideato dall’economista Carlo Cipolla – e le due variabili sono “interesse personale” e “interesse collettivo”». Resta però il problema dell’effettiva efficienza e soprattutto competenza di un “modello” del genere, citato in parte dallo stesso Grillo: «Se ci sono solo i due partiti, il benessere ottenuto è basso perché questi favoriranno solo i loro interessi; d’altra parte, con i soli parlamentari liberi sarebbe quasi nullo il numero di leggi approvate. I due casi “estremi” non sono efficienti ed esiste sempre un compromesso ideale tra elezione ed estrazione». Ipotizzare una nuova politica in cui la sorte e il “caso” siano l’unico elemento per rilanciare appieno la macchina statale ingolfata da anni di burocrazia e iper-produzione di leggi, rischia di divenire non solo rischioso ma inefficiente nel merito: una “trasparenza” totale non sempre porta ad una competenza e praticità altrettanto efficace. 

“LE ESTRAZIONI AL PARLAMENTO”

Le elezioni? “Da abolire”. Il Senato? ”Dei cittadini”. La politica? “Non funziona”: potremmo riassumere così il senso della provocazione di Beppe Grillo per come potete leggerla qui sotto nel dettaglio. Ha fatto ovviamente discutere e parlare di “boutade” dell’anziano fondatore M5s, con le opposizioni che trovano argomenti utili per poter sottolineare e denunciare la pericolosità del Movimento con la sua “doppia via” istituzionale (Di Maio) e di piazza (appunto, ancora Grillo). Secondo il Beppe nazionale però non si deve parlare di provocazione, ma di una “nuova modalità” di politica che funziona in altre parti del mondo. E fa anche gli “esempi” (senza in realtà poi entrare nel dettaglio di come funzionano e se, soprattutto, hanno conseguenze nefaste come in alcuni casi è successo). «La riscoperta della legittimità della selezione casuale in politica è diventata così comune negli ultimi tempi, che ci sono semplicemente troppi esempi di cui parlare. Certo, so bene che se provate a chiedere chi è d’accordo troverete molti pareri sfavorevoli. Ma vi dico un fatto sorprendente. Funziona»; in particolare, secondo Grillo, la “Democracy In Practice’ in Bolivia, come anche New Democracy Foundation in Australia stanno mettendo in pratica idee “simili”. Per il leader dei 5Stelle, questo dovrebbe “consigliare” all’Italia di compiere primo passo verso una «seconda Camera nel nostro Parlamento, piena di persone scelte a caso, un Senato dei cittadini, se volete». 

GRILLO, “POLITICI ESTRATTI A CASO”

Sentivamo la “mancanza” di Beppe Grillo che torna sulla cresta dell’onda politica con una nuova “proposta” sul Senato da far impallidire Renzi e il suo tentativo (iniziale) di eliminare la Seconda Camera dello Stato. Sul suo blog – che da qualche mese non è più in simbiosi con quello del Movimento 5 Stelle – il fondatore del principale partito di governo di fatto “sfiducia” il suo stesso gruppo politico idealizzando l’ipotesi di un “Senato dei Cittadini” dove i politici sarebbero scelti, sostanzialmente, a caso. «Il più grande inganno della Politica: farci credere che servano i politici», è il titolo del post grillinesco dove si ipotizza l’estrazione a sorte dei senatori. «Sembra assurdo, ma pensateci un attimo. La selezione dovrebbe essere equa e rappresentativa del Paese. Il 50% sarebbero donne. Molti sarebbero giovani, alcuni vecchi, altri ricchi, ma la maggior parte di loro sarebbero gente comune. Sarebbe un microcosmo della società»: l’idea del Garante M5s prova a lanciare la proposta in vista delle prossime Elezioni Politiche, aggiungendo «Se sostituissimo le elezioni con il sorteggio e rendessimo il nostro parlamento veramente rappresentativo della società, significherebbe la fine dei politici e della politica come l’abbiamo sempre pensata».

LA “SFIDUCIA” A DI MAIO E PARLAMENTARI M5S

È evidente che, seppure senza scriverlo, la proposta di mettere “politici casuali” invece che la classe dirigente dei M5s potrebbe essere un indiretta critica alla gestione di Luigi Di Maio del nuovo corso M5s. Una sorta di sfiducia per i propri senatori e per il proprio capo politico (da lui stesso “investito” come delfino). «C’è una campagna per un senato popolare in Francia e un’altra campagna in Scozia. Sarebbe come un cavallo di Troia nel cuore del governo. E poi sostituire le elezioni con il sorteggio». Sì, Grillo ritiene che per il bene dei cittadini è meglio che gli stessi cittadini non scelgano, bensì si facciano rappresentare (e decidere nelle più importanti scelte decisive per il Paese) da una pattuglia di sconosciuti per la maggior parte “incompetenti”. «Io – chiude allora Grillo – un’idea ce l’ho, il suo nome tecnico è “sortition”. Ma il suo nome comune è “selezione casuale”. L’intuizione è di un certo Brett Hennig. L’idea è molto semplice: selezioniamo le persone a sorte e le mettiamo in parlamento. Non è così pazza come idea, assicura il fondatore M5s, ma «La selezione casuale è stata un elemento chiave del modo in cui si è svolta la democrazia nell’antica Atene. La “demarchia” era un concetto fondante della civiltà classica, anche Aristotele, nella Retorica, definisce la democrazia stessa come la forma in cui si estraggono a sorte i rappresentanti».