Vertice Ue su migranti, Conte: “No compromessi al ribasso”. Il consiglio di Bruxelles è in corso e i vertici europei sono al lavoro per giungere a una conclusione. Il primo ministro italiano ha optato per la linea dura, prendendo in ostaggio le conclusioni del vertice e minacciando il veto. La conferenza di Donald Tusk e di Jean-Claude Juncker è saltata, con fonti di Palazzo Chigi che hanno confermato all’Ansa che Conte “difficilmente potrà accettare conclusioni che non affermino il principio che chi arriva in un Paese transfrontaliero dell’Ue arriva in Europa, che non ribadiscano la necessità di azioni e responsabilità congiunte degli Stati membri riguardo agli sbarchi di migranti per effetto di operazioni di salvataggio, che non prevedano un cospicuo rifinanziamento del Fondo per l’Africa e che non contemplino la necessità espressa di riformare il regolamento di Dublino, nonché una rapida attuazione entro l’anno di questi principi”. Svolta importante, invece, per quanto riguarda i rapporti con la Francia: “Con Conte ci mobilitiamo per raggiungere un accordo europeo sull’accoglienza dei rifugiati”, le parole del presidente Emmanuel Macron. Un’intesa confermata anche da Palazzo Chigi, “concordate conclusioni direttamente ispirate agli obiettivi contenuti nella proposta italiana”. Adesso l’obiettivo è quello di coinvolgere gli altri Paesi… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SALTA CONFERENZA TUSK-JUNCKER
Le frizioni che giungono da Bruxelles si “odono” fin qui: l’Italia e l’anomalia di un atteggiamento più da protagonisti del consueto sta recando qualche fastidio in Francia, Spagna e Germania che temono tra l’altro uno spostamento di Conte verso Visegrad e non verso Bruxelles. Due casi su tutti nelle ultime ore: Conte e il suo staff avrebbero negato la proposta di Macron di creare hotspot in Italia (e anche in Grecia e a Malta, ndr), rimandando alla cena di questa sera le discussioni più dettagliate sul fronte migranti («Hotspot da noi solo se anche in altri Paesi», sarebbe la posizione del Governo italiano davanti agli altri 27). Secondo punto di attrito: il premier Conte ha bloccato – secondo le fonti italiane al vertice Ue – l’adozione del documento di conclusione della prima parte del Consiglio, «spiegando che l’Italia intende dare un voto sull’intero documento, compresa la parte dei migranti in discussione stasera. Un eventuale veto bloccherà tutto», rilancia Tg Com24. Tradotto, l’Italia non ci sta a firmare il documento finale senza aver prima discusso del punto n.1, proprio quello più spinoso delle migrazioni. A corollario di questa decisione, è saltata la conferenza stampa di Tusk (Presidente Consiglio Ue) e Juncker (Presidente della Commissione Ue): il motivo addotto pare evidente dalla nota pubblicata, «è stata cancellata perché uno Stato membro ha messo la riserva sull’intero progetto di conclusioni, quindi non c’è stato accordo sulle conclusioni». La cena si prefigura tanto decisiva quanto potenzialmente molto “pesante” per il futuro dell’Unione Europea.
“CHI NON È SOLIDALE FUORI DA SCHENGEN”
Le fonti che giungono dal Consiglio Ue ancora alle fasi preliminari confermano il grado di importanza che il vertice su migranti e bilancio europeo riveste per l’intera Unione: “la posta in gioco è la partecipazione a Schengen, chi non è solidale potrebbe essere estromesso», riportano le fonti dell’Ansa da Bruxelles. Secondo l’intervento del Presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, il piano di Giuseppe Conte è in sostanza appartenente con i principi europei. «Lo dico da presidente del Parlamento e non da italiano: tutti si sono resi conto che c’è stato un ritardo nell’azione di contrasto alle migrazioni e tutti si rendono conto che l’Italia non puo’ essere lasciata sola, come non può essere lasciata sola Malta e come non si può chiedere alla Germania di caricarsi un fardello troppo pesante da sola. I Paesi più esposti devono essere aiutati dagli altri». Nello stesso momento, Tajani ha anche presentato la propria proposta di stanziamento per 6 miliardi di euro volti a risolvere il problema del corridoio libico, «simile a quella sul corridoio balcanico e la prima risposta positiva l’ho ricevuta dal Commissario europeo Oettinger che ha detto che è ragionevole». Infine, strigliata al governo tedesco qualora dovesse chiudere le frontiere interne per lo scontro fra Merkel e il Ministro degli Interni “anti-migranti”, «sarebbe un grave errore, chiudere le frontiere interne provocherebbe una serie di reazioni a catena che non soltanto non risolverebbero il problema dell’immigrazione secondaria, ma arrecherebbero un danno enorme alla nostra economia europea pari secondo me a uno o due punti di Pil», conclude Tajani.
MERKEL, “SUI MIGRANTI AVANTI CON CHI CI STA”
Con l’apertura ufficiale del Consiglio Europeo, in programma oggi e domani in quel di Bruxelles, i 28 Capi di Stato dell’Unione si troveranno ad affrontare sul tavolo diverse questione, anche se ovviamente il focus e i riflettori della stampa saranno puntati sulla questione migranti, tema sul quale l’Italia punta a dettare l’agenda e mettere alle strette gli altri partner. E sarà proprio sulla gestione dei flussi migratori, sulla difesa delle frontiere esterne dell’Unione e sul superamento del Trattato di Dublino che potrebbero anche consumarsi degli strappi, come peraltro annunciato da Donald Tusk, il quale ha parlato di un vertice delicato alla vigilia, e il premier Giuseppe Conte che a Bruxelles porterà la proposta italiana ma non accetterà diktat, pronto ad usare come extrema ratio l’arma del veto sul dossier migranti. E proprio su Dublino e veto è intervenuta nelle ultime ore la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, con cui il premier italiano ha avuto un incontro bilaterale. “Non possiamo lasciare soli i Paesi in cui si verifica la maggior parte degli arrivi, questo è il nodo centrale del regolamento di Dublino” ha detto la Merkel che però ha spiegato pure che se sul tema non ci sarà consenso da parte di tutti e 28 gli Stati, “andremo avanti da soli con una coalizione di volenterosi”. (Agg. di R. G. Flore)
TUSK, “SENZA ACCORDO SUI MIGRANTI E’ CAOS”
Il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, ha espresso la sua proposta al premier macedone Zoran Zaev, arrivato anche lui a Bruxelles in occasione del vertice che si concluderà domani. “La mia proposta per questo summit è di concentrarci sulle frontiere esterne dell’Ue, incluso il progetto delle piattaforme regionali”, ha fatto sapere Tusk, come riporta AgenSir.it. Sul delicato e controverso tema dei migranti, la sua idea coinciderebbe con quanto suggerito dall’Alto commissariato Onu. “L’alternativa a questa soluzione sarebbe un caotico avanzare di frontiere chiuse, anche all’interno dell’Unione, comportando conflitti in crescendo tra i Paesi membri”, ha aggiunto Tusk. Se per qualcuno le sue proposte sul tema migrazione potrebbero apparire troppo dure, è lo stesso presidente del Consiglio europeo a dire che in caso contrario “vedremo delle misure veramente drastiche”. Sul piano dell’Italia, Conte ha definito il summit uno spartiacque. Secondo Macron al termine del vertice si giungerà quasi sicuramente ad una soluzione. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
CONTE, “SUI MIGRANTI FINORA SOLIDARIETÀ A PAROLE, ORA FATTI”
Il premier italiano Giuseppe Conte, arrivando al Consiglio Ue di Bruxelles iniziato in questi minuti, ha detto con chiarezza come sul fronte immigrazione «Negli incontri ho avuto molte manifestazioni di solidarietà, oggi è un giorno molto importante aspettiamo che queste parole si traducano in fatti. L’incontro sarà uno spartiacque per l’Europa», ha spiegato ai cronisti il Presidente del Consiglio Ue. È intanto in corso un breve bilaterale Germania-Italia con la cancelliera Merkel e il dossier sui migranti verrà ripreso anche stasera durante la cena post prima giornata del Consiglio Ue. Rispetto alla possibilità di porre il “veto” per l’Italia, Conte specifica «E’ una possibilità che non voglio considerare, altrimenti si arriverà a soluzioni non condivise». Dalle prime dichiarazioni dei leader europei giunti a Bruxelles, segnaliamo quello dell’Olanda non tanto per la “novità” delle parole ma per il contenuto stesso che ribadisce una divisione interna tra i vari Paesi membri del Consiglio ma anche un’intenzione di andare incontro alle istanze italiane: «Bisogna prima risolvere il problema degli sbarchi e del primo ingresso dei migranti in Ue, e dopo quello dei movimenti secondari, altrimenti “il peso resta solo sulle spalle di Italia e Spagna», ha spiegato il premier olandese Mark Rutte, sottolineando anche «bisogna fare con i Paesi africani accordi come quello con la Turchia, dove i soldi non vanno al governo ma per migliorare le loro capacità di ricezione».
IL NODO DELLE PIATTAFORME DI SBARCO
Il nodo che agita le ultime ore di vigilia prima del Consiglio Europeo riguarda l’inserimento nella bozza di discussione della cosiddetta “piattaforma di sbarco”: si tratta della proposta di inserire fuori dai confini Europei (quindi in Nord Africa) di aree “regionali” – ma non sono ancora chiari i termini della questione, specie vedendo ad esempio come Haftar abbia del tutto rifiutato la proposta di Salvini di inserire degli hot spot in Libia – che possano servire al censimento e distribuzione delle persone provenienti dalle varie parti in guerra. Il premier spagnolo Pedro Sanchez, che difende con forza la necessità di un accordo Uem ha fatto sapere che «non mi sembra una cattiva idea. Bisogna esaminarla: comunque serve trovare un equilibrio, complesso ma necessario, tra gli interessi di ognuno. La Spagna avrà un atteggiamento costruttivo, per proporre soluzioni responsabili e solidali. Saremo solidali con la Germania. Gestiamo una realtà migratoria difficile. E nel caso dell’Aquariusabbiamo assunto quella di altri Paesi…», con una Spagna sempre più vicina alla Francia di Macron sul fronte Ue.
MERKEL, “DESTINO DELL’UNIONE IN BALLO”
Alle ore 14:00 di quest’oggi inizierà a Bruxelles il summit del consiglio europeo, e fra i temi più caldi che verranno trattati vi è quello dell’immigrazione. A riguardo ha parlato la cancelleria tedesca Angela Merkel, che ha fatto capire come il vertice odierno potrebbe essere decisivo per il futuro dell’Unione Europea: «L’Europa deve affrontare molte sfide – le parole della Merkel intervenendo al Bundestag – ma quella legata alla questione migratoria potrebbe decidere i destini dell’Unione Europea». La Merkel ha quindi fatto appello ai paesi membri, affinché si trovino delle soluzioni multilaterali e non unilaterali. «Non possiamo lasciare soli i Paesi nei quali si verifica la maggior parte degli arrivi – ha aggiunto e concluso la presidentessa della Germania – questo è il nodo centrale del regolamento di Dublino 3». Dichiarazioni, queste ultime, che faranno senza dubbio felice l’Italia, che da tempo chiede una spartizione del problema migranti. Il caso della Lifeline lo ha dimostrato, e il Bel Paese vuole che si riparta proprio da questo punto: se la responsabilità circa il soccorso e l’accoglienza dei profughi non verrà suddivisa fra tutti i paesi membri, l’Italia non firmerà il documento di oggi. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
OGGI IL CONSIGLIO UE A BRUXELLES
Scatta oggi (fino a domani) a Bruxelles l’attesissimo Consiglio Europeo di tutti i 28 Paesi impegnati a superare il trattato di Dublino sul nodo emergenziale dell’immigrazione (qui il punto di Carlo Altomonte): dopo i recenti casi Aquarius e Lifeline che hanno posto l’attenzione e i riflettori sulla nuova linea dura del Governo italiano, l’urgenza di una decisione in merito alla redistribuzione dei migranti e di responsabilità condivise, il Consiglio prende una piega ancora più importante perché rischia di essere il capostipite di una frattura insanabile tra le due componenti dell’Unione Europea di oggi. Da un lato i Paesi di Visegrad – Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria e Slovacchia – e dall’altra il gruppo storico trainante franco-tedesco, con l’appoggio di Spagna e fino all’altro ieri dell’Italia. Oggi però, sul fronte migranti, il Governo Conte vuole far sentire la propria voce e “minaccia” un avvicinamento a Visegrad per sistemare il problema degli sbarchi comune anche a Malta e Grecia. Come giustamente nota Tg Com24, «Al tavolo l’Italia si siederà pronta a giocarsi la carta estrema del veto, se non verrà messo nero su bianco che tutti i Paesi dovranno condividere la responsabilità dei salvataggi in mare dei migranti»: Conte sarebbe infatti intenzionato a far sì che il caso Lifeline funga da caso spartiacque per un nuovo corso in Europa, più condiviso su tutto per evitare che la nostra rimanga una mera unione economica (neanche tanto conveniente tra l’altro, ndr) senza alcuna possibilità di stabile raccordo politico.
COSA CHIEDE L’ITALIA
Mentre il Presidente del Consiglio Ue Donald Tusk ha scritto ai 28 intimandoli a prendere una decisione condivisa – «La posta in gioco è alta e il tempo è breve: migranti e bilancio Ue sono temi molto urgenti» – è la Cancelliera Angela Merkel a mandare un messaggio distensivo questa mattina prima dell’inizio dell’Eurosummit. «Non possiamo lasciare soli i Paesi in cui si verifica la maggior parte degli arrivi. Questo è il nodo centrale del regolamento di Dublino 3. […] Fino a quando su tutto questo non ci sarà un consenso a 28 andremo avanti con una coalizione dei volonterosi», spiega la Presidente tedesca. Ma l’Italia, dopo il pre-vertice di domenica scorsa, che cosa realmente chiede in questo Consiglio Ue di Bruxelles? I punti sono due, principali, inseriti nella bozza presentata dal premier Conte a 16 Paesi Ue la scorsa settimana: per primo, l’Italia chiede un meccanismo di responsabilità condivisa con altri Paesi Ue per quanto riguarda lo sbarco dei migranti salvati in operazioni di ricerca e soccorso in mare. Il secondo punto, assai poco gradito da Macron e Sanchez, Roma chiede da parte di Ue e Stati Membri dei fondi destinati alle azioni per arginare i flussi sulla rotta del Mediterraneo centrale. Il nodo è superare il trattato di Dublino, che impone l’obiettivo ormai divenuto ingiusto, del Paese di primo approdo come responsabile di tutta la filiera di accoglienza: riuscì però non è semplice, specie perché in gioco non c’è solo la questione migranti ma l’intera unità dell’Europa.