Matteo Salvini risponde per le rime a Soros dopo l’accusa di ricevere soldi e sovvenzioni dal Cremlino: «Non ho mai ricevuto una lira, un euro o un rublo dalla Russia, ritengo Putin uno degli uomini di stato migliori e mi vergogno del fatto che in Italia venga invitato a parlare uno speculatore senza scrupoli come Soros». Il nodo migranti – tema inquadrato da Soros sul quale «l’Italia dovrà stare attenta alle decisioni del Governo Conte” – e i partner politici non sono però l’unico tema di questa domenica che precede il voto di fiducia (martedì e mercoledì in Parlamento) nella vita politica convulsa. Da Catania Luigi Di Maio, oltre a rilanciare la Quota100 per superare la legge Fornero sulle Pensioni, ha annunciato che a breve in Parlamento arriveranno anche i provvedimenti contro i vitalizi e sul reddito di cittadinanza. «Faremo dei provvedimenti per aiutare i cittadini che sono in povertà, quindi non possiamo prescindere dal reddito di cittadinanza e dalla pensione di cittadinanza. Saranno i due provvedimenti che porterò al più presto all’esame del Parlamento», ha spiegato il vicepremier e Ministro del Lavoro parlando in un comizio a Marina di Ragusa in Sicilia. (agg. di Niccolò Magnani)



SOROS CONTRO IL GOVERNO: “TROPPO VICINI ALLA RUSSIA”

L’Europa, Berlino e ora anche uno dei rappresentanti “storici” – il finanziere-filantropo George Soros – del mainstream Ue: tutti contro il neonato Governo Salvini-Conte-Di Maio visti come delle dirette conseguenze dell’influenza russa sempre più nascente nel nostro Paese. Sentite il miliardario ungherese cosa ha appena detto al Festival dell’Economia di Trento: «sono molto preoccupato per la vicinanza del nuovo governo con la Russia di Vladimir Putin», spiega Soros davanti alla platea di economisti ed esperti del settori riuniti come ogni anno a Trento. «È un aspetto su cui si trovano d’accordo nel nuovo Governo, hanno detto che sono a favore della cancellazione delle sanzioni contro la Russia». Secondo il miliardario al centro di numerose polemiche nei mesi scorsi per presunte attività di “sovvenzione” di Ong nel Mediterraneo, ha spiegato che Putin starebbe cercando di dominare l’Europa: «non vuole distruggerla ma sfruttarla perché ha la capacità produttiva, mentre l’economia russa sotto Putin può solo sfruttare le materie prime e le persone». La relazione tra Salvini e Putin è dunque messa sotto stretta osservazione da Soros (e dai colossi economici Ue), tanto da addirittura denunciare «Non so se Putin effettivamente finanzia il suo partito, questa è una questione che l’opinione pubblica italiana ha il diritto di approfondire, l’opinione pubblica italiana ha diritto di sapere se Salvini è a busta paga di Putin». (agg. di Niccolò Magnani)



DI MAIO-SALVINI, “SEPARATI A TUTTE LE PROSSIME ELEZIONI”

Entrambi in Sicilia, entrambi vicepremier ed entrambi impegnati nella loro primissima volta in sella al Governo: eppure, Luigi Di Maio e Matteo Salvini andranno separati tanto a queste prossime Elezioni Amministrative (domenica prossima 10 giugno) quanto alle Europee del 2019. Lo ha detto in maniera chiara il neo-Ministro del Lavoro e capo politico M5s intervenendo in un comizio a Ragusa poco fa: «Non siamo alleati con la Lega, siamo due forze politiche che abbiamo fatto un contratto. Infatti ci presentiamo divisi alle amministrative e alle europee. Abbiamo punti in comune ma anche tanti punti non in comune». Sui primi provvedimenti che dovrà prendere il Governo Conte, Di Maio rilancia ancora una volta sul fronte vitalizi spiegando che «siamo pronti ad abolire i vitalizi perché la delibera è già pronta. Roberto Fico ci ha lavorato mentre si formava il Governo». In Sicilia il Movimento 5 Stelle sostiene il candidato sindaco Antonio Tringali, mentre a Roma i grillini dovranno combattere assieme alla Lega per poter eseguire il contratto siglato “del Cambiamento”. «È dal 1994 che non accadeva che un governo si insediasse senza un ministro indagato o condannato. Con noi è stato possibile. Non è stato facile ma alla fine siamo riusciti a far partire questo governo», ha rilanciato ancora Di Maio dal palco ragusano. (agg. di Niccolò Magnani)



GRILLO E DI MAIO, “LO STATO SIAMO NOI”

«Non c’è bisogno di fischiare: da oggi lo Stato siamo noi»: Grillo e Di Maio lanciano l’offensiva alla piazza M5s invitandoli a sostenere e non più a contestare tutto quanto farà il Governo perché ora nella stanza dei bottoni ci sono loro (e la Lega, ndr) e dunque ora «tutto può cambiare». Nella manifestazione di ieri sera a Roma, il comico-fondatore del Movimento ha rilanciato la vittoria che solleva ogni dubbio e critica dei giorni precedenti, soprattutto verso il Colle: «Con Mattarella non siamo più arrabbiati, diciamo che ci siamo passati sopra», spiega una iscritta M5s davanti al palco di Grillo, come riporta la Stampa, ed è più o meno il senso dei messaggi pubblici lanciati da Di Maio e dal board grillino. Niente più impeachment, ora tutti al governo e tutti “ossequiosi”: “è la politica, bellezza!” si diceva un tempo e da questo punto di vista nulla è cambiato. «Questa piazza era stata convocata in un momento di tensione del Paese. Sono stato il primo a essere critico con il presidente della Repubblica ma gli riconosco la ragionevolezza di avermi incontrato», cerca di chiudere dunque l’incidente diplomatico sul caso Savona. Intanto, sull’altro lato del Governo, piovono critiche a Salvini dopo le dichiarazioni sui migranti nel suo primo vero giorno di lavoro agli Interni: non solo dalle opposizioni ma anche dal suo rivale interno della Lega, Roberto Maroni, che su Repubblica rilancia «chi guida il Viminale (e lui l’ha fatto nel Governo Berlusconi, ndr) non deve fare proclami. Rimandarli a casa non è facile». (agg. di Niccolò Magnani)

SALVINI: “FINITA LA PACCHIA PER I MIGRANTI”

Il nuovo governo formato dal Movimento 5 Stelle e della Lega è di fatto ufficiale solo da qualche ora, ma i suoi componenti principali si sono già messi al lavoro. Basta sentire le dichiarazioni rilasciate nella giornata di ieri da Matteo Salvini, vice-premier nonché Ministro dell’Interno, e da Luigi Di Maio, altro vice-presidente del consiglio, e Ministro dello Sviluppo economico, per capirlo. Entrambi hanno parlato con la stampa e i media, toccando temi riguardanti la loro area di competenza. Il leader leghista è intervenuto da Vicenza, dove era impegnato per alcuni comizi per le amministrative, ed ha promesso grandi cambiamenti per i migranti. «Per gli immigrati clandestini è finita la pacchia – le parole lapidarie del segretario generale della Lega, riprese dal quotidiano La Repubblicapreparatevi a fare le valigie, in maniera educata e tranquilla, ma se ne devono andare». Quindi l’attacco alle ong, spesso e volentieri al centro di questioni non proprio chiare in fatto di immigrazione: «Gli Stati devono tornare a fare gli Stati e nessun vicescafista deve attraccare nei porti italiani».

DI MAIO SUL JOBS ACT, LE PAROLE DI FONTANA SULLE FAMIGLIE

Toni decisamente più pacati quelli usati da Di Maio, che attraverso una diretta Facebook ha parlato della riforma del lavoro e delle pensioni, promettendo di stravolgere il Jobs Act e la tanto agognata Legge Fornero. Per quanto riguarda quest’ultima, il nuovo governo proverà ad applicare la misura quota 100, mentre sulla riforma introdotta dal governo Renzi per favorire le assunzioni, sono in programma delle novità per cercare di combattere il precariato, piaga troppo diffusa fra i lavoratori del Bel Paese. Ma a rubare la scena nelle scorse ore è stato anche il neo-ministro della Famiglia e delle disabilità, Lorenzo Fontana, che intervistato dal Corriere della Sera ha discriminato gli omosessuali, spiegando che le famiglie gay “Non esistono”. Parole che hanno fatto in breve tempo il giro del web, suscitando l’indignazione generale. Affermazioni che sono state poi disconosciute anche dal “capo” dello stesso Fontana, Matteo Salvini, che ha ripreso il ministro così: «È libero di avere le sue idee ma non sono priorità e non sono nel contratto di governo. Unioni civili e aborto non sono leggi in discussione. Non andremo a litigare e perdere tempo su temi non inseriti che dividono». Insomma, i vari attori protagonisti del governo cambiamento hanno già sparato le prime cartucce: ora bisognerà passare dalle parole ai fatti, quello che attendono gli italiani.