Caro direttore,
il 16 febbraio scorso è stata pubblicata la mia lettera con il titolo “Non andrò a votare/ Perché le stanze del potere sono solo un grande casinò” e a distanza di quattro mesi posso ben dire di essere stato facile profeta in quanto i cittadini-elettori, nonostante l’ennesima legge elettorale scellerata, cervellotica e anti-rappresentativa, tuttavia hanno marchiato a fuoco nelle urne la direttrice politica da intraprendere: priorità a lavoro, stipendio, sicurezza e stato sociale. Comunque la si pensi, il corpo elettorale italiano ha dato un segnale inequivocabile sul proprio malessere, il proprio malcontento, la propria rabbia, per ora ancora incanalata nell’alveo della richiesta di rappresentanza politica riconosciuta loro dai cosiddetti “partiti populisti”, M5S e Lega. Ma, riprendendo il concetto della sopra citata lettera, “il sistema è sempre in grado di espellere o cooptare a seconda delle proprie convenienze; le segrete stanze del potere politico sono come un grande casinò, dove il banco, alla fine, vince sempre, mentre il giocatore, occasionale e saltuario come il cittadino-elettore, se ne va sempre con l’amaro in bocca dopo aver sperato nel cambio di rotta”.
Non è una cosa nuova nella storia d’Italia, ci fu il Risorgimento tradito, poi il dopoguerra tradito, poi il post-Tangentopoli normalizzato con l’ascesa di nuovi soggetti politici e l’arroccamento a propria tutela della classe politica; ed è proprio ciò che è capitato l’indomani del voto dello scorso marzo, seppur chiaro e limpido nelle indicazioni elettorali, il sistema si è messo in moto per evitare ogni cambiamento che non preveda l’innocuizzare o cooptare chi non è allineato a certi potentati istituzionali, extra-istituzionali o esteri.
In questi convulsi e confusi giorni, oltre alla confusione interna alle nostre istituzioni, si sono avute ingerenze provenienti dall’estero, per niente comprensibili con il legittimo volere del popolo-elettore sovrano. La cancelliera tedesca Merkel ha ricordato come anche la Grecia di Tsipras dapprincipio fosse arrembante sull’Ue, per poi tornare a più miti consigli; il presidente francese Macron ha ammonito da par suo sull’allontanamento dalla moneta unica; Mario Draghi, presidente Bce, e Ignazio Visco, Presidente Bankitalia, hanno fatto pressioni sul nostro Presidente Mattarella affinché negasse il ministero dell’economia al Prof. Savona; infine il tedesco Guenther Oettinger, commissario europeo al Bilancio, intervistato dalla Tv tedesca Deutsche Welle, ha dichiarato: “I mercati insegneranno agli italiani a votare nella maniera giusta”.
Un’ingerenza incredibile e per certi versi inconcepibile, se si pensa che solo pochi anni fa il Belgio rimase senza governo per un anno e mezzo, con in aggiunta il rischio di secessione, e che la stessa Germania impiegò circa sei mesi per creare il suo ultimo governo Merkel, e non mi sembra che si sia verificato nulla di simile a quanto successo con l’Italia. Ne convengo che siamo e rimaniamo un Paese sicuramente disastrato sotto tutti i punti di vista riguardanti il lato “pubblico”, tuttavia il percorso avviato da meno di tre mesi avrebbe dovuto essere gestito dalle autorità e dalle istituzioni preposte all’interno del nostro Paese, senza pressioni e ingerenze estere.
Soffermandoci ancora su Guenther Oettinger, non possiamo esimerci da rimarcare che è colui che con la più schietta arroganza, ha ben delineato in che situazione di subalternità è l’Italia, considerata un Paese che necessita di essere sotto costante osservazione e tutela, ma soprattutto ha levato dal chiacchiericcio politico il fantomatico “valore” della democrazia. Perché la democrazia, non è un valore, bensì un sistema di gestione del potere, tant’è che dovremmo più correttamente parlare di “democrazia indiretta”, in quanto è assodato che il popolo non possa governarsi da sé, ma che mediando il potere attraverso dei loro fittizi rappresentanti, a loro volta mediati da strutture burocratico-clientelari come i partiti politici, a cui aggiungere leggi elettorali che negli ultimi anni hanno via via erosa la volontà popolare sui singoli eletti, ecco che si può legittimamente concludere che la democrazia non esiste, se non nella sua variabile oligarchica, di lotta tra lobbies!
Ma c’è di più, l’esimio commissario Oettinger aggiunge un carico da novanta a quanto appena detto, il fatto che l’elettore può essere spaventato e punito dai “mercati”, questa fantomatica e astrattissima figura alla quale persone viventi, in carne e ossa, devono genuflettersi e sottostare, come schiavi al loro padrone; un padrone senza volto né corpo, ma famelico, cinico, vendicativo, capace di mandare a carte e quarantotto le fatiche di una vita di lavoro e risparmio! Forse solo il disgusto e la rabbia per quanto si stava delineando, sfociata sui social network, ha fatto rimangiare parole e volontà a coloro che all’interno e all’esterno del nostro Paese hanno cercato di bypassare il risultato del voto elettorale.
Dopo tutto quanto è accaduto, l’incarico affidato a Conte, poi rimesso e nel breve volgere di poche ore affidato a Cottarelli, successivamente tenuto in stand-by per re-incaricare Conte e pervenire finalmente a un Governo che troverà legittimazione in Parlamento tra le forze politiche, credo proprio che anche i cittadini-elettori si siano sentiti come Ciccio Tumeo de “Il Gattopardo” quando dichiara: “Io, Eccellenza avevo votato “no”. No cento volte. So quello che mi avevate detto: la necessità, l’unità, l’opportunità. Avrete ragione voi: io di politica non me ne sento. Lascio queste cose agli altri. Ma Ciccio Tumeo è un galantomo, povero e miserabile coi calzoni sfondati… e il beneficio ricevuto non lo aveva dimenticato; e quei porci in Municipio si inghottono la mia opinione, la masticano e poi la cacano via trasformata come vogliono loro”.
Quindi, cos’è la democrazia? Esiste?