Mario Monti “chiama” la Troika: “può intervenire”, fiducia Governo Conte, momenti di tensione oggi al Senato nel corso dell’intervento del senatore a vita. Ecco le parole dell’ex presidente del Consiglio: “Formulo al nuovo governo sinceri auguri di buon lavoro nell’interesse del lavoro. Inoltre chiunque abbia avuto l’onore e l’onere di sedere dove lei siede da oggi, non può non rivolgere a lei un augurio speciale: io non confido nell’insuccesso di questo governo. Si è detto che lei sarebbe un capo del Governo dimezzato, in quanto ha ai suoi fianchi due leader politici a tutto tondo: credo e spero che non lo sarà, un Governo è efficace se chi lo guida è il presidente del Consiglio e questi esercita pienamente i suoi poteri e le sue responsabilità”. Ha poi sottolineato: “Piuttosto sono certo che il governo otterrebbe un credito maggiore e un consenso maggiore anche presso chi in Parlamento e nel Paese non lo appoggio, se iniziasse la sua vita con un atto di modestia e di realismo: non il presidente del Consiglio, ma l’intero vostro Governo nascerebbe oggi come governo dimezzato se altre forze politiche non avessero dato in un momento difficilissimo della vita del Paese prova di grande responsabilità”.



MARIO MONTI: “PUO’ INTERVENIRE LA TROIKA”

Dopo aver ripercorso le tappe e gli interventi del suo governo tecnico ed analizzando la dura opposizione di Lega e M5s nell’occasione, Mario Monti ha affermato: “Voi avreste oggi la Troika: sareste oggi un governo dimezzato, perché sareste ridotti a agenti di un governo semi-coloniale. La Troika è una realtà disgustosa anche se promana dall’Unione Europea e dal Fondo monetario ed abbiamo fatto di tutto per risparmiare all’Italia questa dimostrazione di scarsa dignità. La Troika è stata evitata con lo sforzo di risanamente fatto all’interno del Paese, grazie a un lungo braccio di ferro con la cancelliera Merkel e fu quella la promessa che consentì alla Bce la svolta verso le politiche che oggi semmai corrono il rischio di farci addormentare un po’ tutti. Questo non lo dico con spirito di provocazione, ma solo con senso del dovere”. Una chiusura che ha creato qualche contestazione in Senato: “Non è escluso che l’Italia possa dover subire ciò che ha evitato allora, cioè l’umiliazione della Troika: io mi auguro vivamente di no. Oggi lo spread è di 235 per l’Italia, di 98 per la Spagna, di 143 per il Portogallo. Questo in regime di QE, togliete quello e questo 235 non è enormemente diverso da quel 575 che in tanti ricordano ancora”.

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