Quello di ieri al Senato è stato il primo intervento in aula di Matteo Renzi, ex presidente del Consiglio e ora parlamentare del Partito Democratico. L’ex segretario dem ha alternato attacchi al discorso del premier Giuseppe Conte a battute e stilettate, come ad esempio il già virale: “Conte premier non eletto, potrei dire un collega”. Una gag che ha creato tanta ilarità sui social network, tra chi ha apprezzato l’autoironia del politico di Rignano e chi lo ha attaccato per superbia. In serata, al termine della lunga giornata al Senato per chiedere ed ottenere la fiducia, Giuseppe Conte è stato intercettato dai senatori ed ha replicato alla frecciatina dell’esponente del Pd: “Renzi ha detto che sono un suo collega? E’ professore lui?”. Atteso un nuovo capitolo del confronto dialettico tra il giurista e il principale membro dell’opposizione… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MARCUCCI: “SERVE AVVOCATO CONTRO GOVERNO”
Partito Democratico duro nei confronti del governo M5s-Lega, con il discorso di Matteo Renzi in risposta alla fiducia di Giuseppe Conte che trova ulteriori consensi in area dem. Andrea Marcucci, esponente di spicco del Pd, ha commentato così ai microfoni di Porta a Porta: “Partiamo dal tempo passato: 90 giorni, le cose erano chiare. Il contratto era pronto da settimane, il blocco c’è stato sulle poltrone: l’Italia si è bloccata, le commissioni non le fanno partire perché non hanno trovato la quadra. Alla faccia del cambiamento, l’unico cambiamento è legato al discorso di Giuseppe Conte: ha presentato una serie di ipotesi e di ragionamenti senza alcuna copertura, senza dire tempi e modi di realizzazione. Non mi sembra che questa trasparenza annunciata, questo desiderio di chiarezza nei confronti dei cittadini, ci sia: l’avvocato degli italiani ha portato una proposta per cui gli italiani hanno bisogno di un avvocato nei confronti del Governo”. (Aggiornamenti di Massimo Balsamo)
MARTINA: “NO A POLITICA DEI POP CORN”
Ospite di Di Martedì, il segretario reggente del Pd Maurizio Martina ha commentato così il discorso di Giuseppe Conte per la fiducia al Senato del Governo M5s-Lega: “Vago, superficiale, propagandistico, elettorale, vuoto per certi versi. Non è stata citata una cifra: l’ho trovato sinceramente non all’altezza dei novanta giorni visti fin qui”. L’ex sottosegretario di Matteo Renzi ha poi sottolineato: “Ciò che contesto è il merito di un contratto che per me resta pericoloso, iniquo per il Paese. Quando tu diventi garante di un contratto per il governo di questo Paese, ti prendi una bella responsabilità”. Poi una battuta sulla giustizia e sull’analisi di Matteo Renzi nel corso del suo discorso in Senato: “Beccaria e Tortora? Sto con una giustizia che sta con il cittadino ma che non accarezza il pelo della propaganda”. Infine, una battuta sul mancato dialogo con l’M5s prima dell’accordo con la Lega: “Nessuna politica dei pop corn. Abbiamo cercato il confronto, si è aperto il dibattito: sarebbe stata quella una sfida, di confronto, i cui esiti nessuno può saperli oggi”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“CONVOCHEREMO MINISTRO TRENTA A COPASIR”
Matteo Renzi torna a parlare e lo fa nell’Aula del Senato, dove annuncia di voler votare contro la fiducia al governo Conte. L’ex premier precisa che è una sfiducia motivata e non polemica: «Il presidente del Consiglio non avrà la nostra fiducia ma sempre il nostro rispetto. Perché ci sono elementi che devono tenerci insieme: uno di questi è il rispetto dei ruoli». Ma il segretario dimissionario del Partito democratico promette un’opposizione senza sconti al nuovo presidente del Consiglio: «Convocheremo la ministra della difesa al Copasir per chiarire dei punti che ella conosce». Il riferimento è al presunto caso di conflitto di interessi che coinvolge Elisabetta Trenta, moglie del capitano Claudio Passarelli, recentemente trasferito dalla segreteria della direzione armamenti all’ufficio Affari Generali dell’Esercito proprio per evitare polemiche e accuse legate alla sua nomina al dicastero di Palazzo Baracchini. Renzi ha poi fatto gli auguri a Conte scherzando: lo ha chiamato infatti “collega”, riferendosi al fatto che anche lui è un «premier non eletto». Non è mancata una stoccata al centro destra: «E intanto oggi c’è una triplice posizione (astensione, fiducia e sfiducia) di una coalizione che si è presentata invece insieme all’elettorato».
FIDUCIA GOVERNO CONTE: IL DISCORSO DI RENZI IN SENATO
Matteo Renzi nel suo discorso al Senato ha espresso i suoi dubbi sul fatto che quello di Giuseppe Conte possa essere davvero il governo del cambiamento. Quello che viene chiamato contratto per lui è un “inciucio”, la vecchia partitocrazia oggi si chiama “democrazia parlamentare”, mentre dal condono si è passati alla “pace fiscale” e chi sarebbe stato chiamato traditore oggi si definisce “cittadino che aiuta il governo a superare la fase di crisi”. Da qui la battuta: «Non so se cambierete il Paese. Intanto avete cambiato vocabolario». Poi però Renzi è entrato nel merito del voto spiegando perché il Pd non vota la fiducia: «Questo contratto è scritto con l’inchiostro simpatico». L’ex premier ha anche evidenziato le diversità con MoVimento 5 Stelle e Lega: «Entrambi usate tecniche di aggressione verbale che mi lasciano perplessi. Noi siamo un’altra cosa, anche sull’Europa. Voi avete un’idea totalmente diversa da noi sulla giustizia, siamo per il garantismo, non per il giustizialismo. Siamo per il dopo di noi, il terzo settore, lo spreco alimentare, i diritti civili». Non manca un attacco a Matteo Salvini, seppur velato da modi garbati: «Non mi stupisce che Salvini voglia partire dall’immigrazione, ma colpisce anche me che dica “la pacchia è finita”. Lei oggi vicepresidente del Paese rappresenta un Paese, non possiamo permetterci di animare polemiche con la Tunisia, ci dia una mano, è responsabile della sicurezza di tutti noi: parli da padre sapendo che i figli ci ascoltano».