Non si fanno attendere le prime reazioni all’intervento di Ignazio Visco alla oramai tradizionale kermesse “La Repubblica delle idee” organizzata dal quotidiano diretto da Calabresi: in particolar modo, oltre ad alcuni rilievi mossi dal numero uno di Bankitalia a proposito di alcune riforme-chiave previste nel contratto di Governo di Lega e Movimento 5 Stelle, quali la flat tax, il Governatore si è focalizzato anche sulla “collocazione europea” dell’Italia e sul delicato tema dell’uscita dall’Euro, affermando categoricamente che non si tratta affatto di una opzione sul tavolo per un Paese come il nostro. Apriti cielo: tra i primi a criticare le parole di Visco è arrivato il filosofo Diego Fusaro, da sempre non tanto promotore di una uscita dell’Italia dalla zona Euro quanto di una revisione dalle fondamenta del sistema della moneta unica. Citando le parole del Governatore (“Non si deve parlare di uscita”), attraverso i suoi profili social Fusaro ha colto l’occasione per ironizzare sul fatto che la questione sui media e nel dibattito pubblico non va nemmeno evocata e poi ha aggiunto: “I signori apolidi del turbomondialismo han deciso: guai a chi violasse la loro sacra ortodossia”. (agg. di R. G. Flore)
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IL NUMERO UNO DI BANKITALIA, “NO A PASSI PIU’ LUNGHI DELLA GAMBA”
Prima dell’intervento nel corso della oramai tradizionale kermesse “La Repubblica delle idee”, Ignazio Visco aveva avuto modo qualche ora prima l’occasione di parlare non solo della situazione dei conti pubblici italiani ma anche delle prospettive del panorama politico con l’insediamento del nuovo Governo. Durante il convegno intitolato “Incontro con la Banca d’Italia”, il Governatore ha avuto modo di tornare sul tema della vigilanza delle banche ma ha anticipato un punto che poi avrebbe ripreso solamente qualche ora dopo: il numero uno di Bankitalia ha ricordato che il nostro Paese ha il più basso tasso di indebitamento delle famiglie, nonostante un elevato indice di disoccupazione soprattutto tra i giovani e ha in pratica suggerito al nuovo esecutivo di guardare sempre con attenzione all’equilibrio dei conti pubblici. “Il rischio è sempre quello di fare il passo più lungo della gamba e di cadere in un burrone…” ha ammonito Visco che ha anche aggiunto come la collocazione dell’Italia è necessariamente in Europa e per questo “dobbiamo sempre tenere a mente la paura dell’isolamento per poi reagire”. (agg. di R. G. Flore)
IL GOVERNATORE, “OK CALO TASSE, MA ATTENTI AL BILANCIO”
Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha analizzato il momento difficile che sta attraversando l’economia italiana. Lo ha fatto a Repubblica delle Idee da Francesco Manacorda, cogliendo l’occasione per evidenziare quanto sia «improponibile e dannoso parlare di uscita dall’euro», anche se «ci sono dei passi avanti che possono essere fatti. L’unione monetaria è incompleta ma le critiche vanno fatte con spirito costruttivo, per migliorare». Per quanto riguarda la riforma fiscale, spiega che «non si fa dicendo “abbassiamo tutte le tasse e vediamo che effetto fa”. Bisogna capire modi e tempi». Senza dimenticare i vincoli di bilancio: «È scritto sulla Costituzione che i conti devono essere in ordine». Non potevano mancare le domande riguardo le misure promesse dal governo Conte: reddito di cittadinanza e Flat tax. «Il sistema tributario va rivisto. Ma ci vuole tempo. È una buona cosa ridurre le imposte più distorsive, così come il reddito di cittadinanza è positivo per proteggere i più deboli. Serve una riforma fiscale, ma attenzione al modo con cui si interviene».
BANKITALIA, VISCO SU EURO E LE POLITICHE DEL GOVERNO
Dall’Europa non si esce. Ignazio Visco lo sostiene senza se e senza ma. «Non se ne parla e non se ne deve parlare». Le osservazioni critiche non mancano, ma con spirito costruttivo per migliorare. «Ci sono cose da migliorare ma per fare qualcosa insieme». Del resto la connessione tra l’Italia e l’Europa è molto stretta: «50mila studenti italiani sono in università europee e 43mila studenti europei sono iscritti in università italiane». Sulle politiche del nuovo governo Visco spiega che i rischi sono percepiti: «Basta vedere i movimenti dei tassi di interesse. Il tasso è salito sopra il 3 per cento in un mese. Lo spread si è alzato perché è più diffile collocare i titoli di Stato, gli investitori tendono a proteggersi da rischi». Il governatore della Banca d’Italia non esclude che sia «una percezione emotiva ma che ha dietro elementi di razionalità soggettiva. Il debito pubblico è rilevante e il tasso di crescita è stato insoddisfacente». Per quanto riguarda invece i dazi, il numero uno di via Nazionale esprime qualche preoccupazione. «Ci sono rischi dovuti alla politiche protezioniste avanzate che potrebbero portare a riduzione del commercio internazionale».