Tre giorni fa la stampa italiana ha provato a dare una notizia poi mai circolata nel circuito televisivo e legata all’apparentemente fortuita circostanza di una vacanza “congiunta” di Silvio Berlusconi e Maria Elena Boschi. Entrambi infatti sono stati ospiti dell’Hotel Palace di Henri Chenot, noto per la sua riservatezza. Da tempo Berlusconi frequenta il Palace, non così la Boschi: per lei è stata una “prima volta”.



Solo perché è stata eletta con uno stratagemma in Trentino-Alto Adige, per volontà di Matteo Renzi? O non piuttosto perché nel cerchio stretto di Berlusconi si fa avanti sempre più la convinzione di non poter resistere a lungo nel centrodestra a trazione salviniana e sia perciò necessario provare a mettere insieme i riformisti di ogni matrice? Ma per questo obiettivo Renzi appare bruciato, anche al suo ipotetico partito macroniano non si fa credito di più di un 4 per cento, stando alle fonti dei sondaggisti più celebrati. La Boschi ha invece a lungo parlato con Berlusconi di quale figura potrebbe garantire entrambi gli schieramenti se venisse lanciata l’idea di una fusione degli elettori moderati. Scartato Carlo Calenda, che pare irritarsi più del necessario di fronte al popolo che puzza e suda, congelato Stefano Parisi alle prese con il non senso del Consiglio regionale del Lazio, relegato Matteo Renzi nel ruolo di operatore immobiliare alle prese con improbabili acquisti di ville nel centro di Firenze, alla fine a parlar di politica son rimasti loro due: il vecchio e la bambina, il populista ante litteram e la banchiera fai da te. 



Il governo giallo-verde non si è agitato più di tanto. Quello che una volta sarebbe diventato un titolone e che avrebbe suscitato almeno due editoriali di Travaglio, sarà al massimo materia per il prossimo cinepanettone natalizio dei fratelli Vanzina. E chissà che più delle armi di distrazioni di massa di cui questo governo fa largo uso, dai vitalizi aboliti per finta ai porti chiusi, anche quelli per finta, non si riveli più attrattivo per gli elettori il filone provincialotto e un po’ volgare del “cumenda” milanese che si dà da fare con la belloccia dal lato b conturbante. Silvio e Maria Elena: il poco che avanza dopo le glorie abusate del Renzusconi.

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