Nuovo attacco a Matteo Salvini da parte di Roberto Saviano, che ha tirato in ballo anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede perché non fa rientrare nei “ranghi” il ministro dell’Interno. «Il ministro Bonafede, ministro della Giustizia, quindi colui il quale dovrebbe far rientrare Salvini nei ranghi, non ha nulla da dire? Ha capito Bonafede cosa sta accadendo? Se non l’ha capito, qualcuno può essere così gentile da spiegarglielo» ha dichiarato lo scrittore. Intanto ha dato buca alla proposta-petizione di Sandro Veronesi di salire sulle navi delle Ong impegnate a recuperare in mare gli immigrati clandestini. «Chi oggi chiude i porti alle Ong ha già chiuso le porte agli italiani, li sta condannando alla peggiore delle povertà possibili, perché oltre alla povertà del corpo rischia di condannarli anche alla povertà dello spirito. Caro Sandro […] non ho alcuna paura di perdere perché sono certo di una cosa: saremo più grandi noi nella nostra sconfitta, che loro in questo barbaro trionfo» la replica di Saviano. (agg. di Silvana Palazzo)
BATTAGLIA DEMAGOGICA DELLO SCRITTORE E IMPRECISIONI
Da una parte una politica spesso demagogica che ottiene consenso da diversi anni non solo nel “bacino naturale” della Lega ma in tutta Italia; dall’altra uno scrittore che nello scontro con il politico-ministro riesce a raggiungere altrettante vette “demagogiche” con in più diverse imprecisioni. La sfida molto poco “dignitosa” sulla scorta – dopo le inopportune parole di Salvini – ha caricato di astio e di odio lo scontro successivo, andato in scena sul fronte migranti. Con però, appunto, delle imprecisioni come quelle che Saviano commette parlando dei 67 immigrati che secondo lo scrittore partenopeo «Salvini vorrebbe tutti arrestare in un delirio di onnipotenza». Come abbiamo spiegato qui sotto, si tratta di un errore (in mala o buona fede, decidete voi) visto che il Ministro degli Interni – sul quale si può criticare tutto dalla prima all’ultima idea politica che esprime – non ha mai detto quanto sostiene Saviano, che tra l’altro si permette di dare ad una carica pubblica dello stato l’appellativo di “ministro della Malavita”. Una demagogia come quella leghista – e come quella in generale di tutta la politica, nessun partito escluso – non può essere combattuta da un’altra demagogia, per di più con errori travisati nel racconto della cronaca dei fatti. Prima Saviano comprende questo prima, forse, finirà questa ben poco “simpatica” querelle in atto tra i due da ormai diversi mesi.
LO SCONTRO SULLA SCORTA
Non si placa il livello dello scontro tra il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e lo scrittore e giornalista Roberto Saviano. Il primo minaccia nuova querela dopo le nuove accuse del secondo, che sul tema dei migranti ha accusato Salvini di essere ormai caduto in un delirio di onnipotenza. E torna anche d’attualità il tema della scorta che segue Saviano da quando lo scrittore è stato minacciato dai clan criminali di cui ha parlato nei suoi libri e nelle sue inchieste. Scorta che a più riprese Salvini ha affermato di voler riconsiderare, provvedimento che non può essere preso d’imperio dal Ministro dell’Interno. Saviano dalla sua, dopo il durissimo video in cui definiva Salvini “Ministro della Malavita”, continua ad accusare il segretario della Lega affermando di voler anche scavalcare le funzioni degli altri Ministri del Governo attualmente in carica. E nuovi capitoli potrebbero presto aggiungersi a questo scontro a distanza. (agg. di Fabio Belli)
SALVINI MINACCIA NUOVA QUERELA
Ci risiamo: una esatta settimana dopo (era del 4 luglio l’ultima lite social) Roberto Saviano prende tastiera & Instagram e lancia un nuovo attacco durissimo contro il Ministro degli Interni Matteo Salvini, chiamato per l’ennesima volta “Ministro della Malavita” non pago di essersi preso una querela dal leader del Carroccio solo 7 giorni fa. Questa volta l’oggetto del contendere è il caso della nave della Guardia Costiera italiana “Diciotti” che a bordo sbarcherà domani mattina a Trapani 67 migranti tratti dalla nave cargo Vos Thalassa, anch’essa italiana (qui tutti i dettagli). Secondo Saviano lo “stop” iniziale imposto dal Ministro degli Interni (poi ammorbidito dall’intervento di Toninelli e dello stesso premier Conte) è un misto di “delirio di onnipotenza” e “illegalità”: insomma, una potenziale nuova querela pronta per l’uso come in effetti qualche ora dopo arriva, puntuale, a segnare l’ennesima lite social-politica tra lo scrittore di Gomorra. «Il Ministro della Mala Vita dice che i 67 migranti a bordo della Diciotti non sbarcheranno a Trapani se non avrà garanzie che verranno arrestati. Salvini anche oggi fa un’invasione di campo per avere visibilità; questa volta a essere totalmente bypassata è la magistratura. Salvini, preso da delirio di onnipotenza e credendo di disporre personalmente di tutti i poteri dello Stato, dice che “il governo agisce con una sola voce e una sola testa”, la SUA». Secondo Saviano la richiesta di arresto per quei migranti non ha senso d’essere, perché «chiede l’arresto per persone le cui vicende non sono ancora state valutate da nessun magistrato e, in casi come questo, di arresti si occupa la magistratura che è sottoposta solo alla legge e che non deve “garanzie” a nessuno, neanche al ministro degli Interni».
LA REPLICA (E LA NUOVA QUERELA) DI SALVINI
Saviano chiede l’intervento del ministro della Giustizia Bonafede – la cui foto “particolare” viene messa al centro del post, assieme a quella di Salvini – e pone una domanda retorica ai limiti dello sberleffo: «ma il ministro Bonafede, ministro della Giustizia, quindi colui il quale dovrebbe far rientrare Salvini nei ranghi, non ha nulla da dire? Ha capito Bonafede cosa sta accadendo? Se non l’ha capito, qualcuno può essere così gentile da spiegarglielo?». Immancabile, arriva la replica questa volta rapidissima e semplice, da parte del Ministro degli Interni: «Da Saviano altri insulti, in arrivo altra querela». Ma cos’è che avrebbe detto realmente Salvini tanto da far reagire così Saviano? Nello specifico, andando a rileggere le esatte parole del Ministro dette stamattina fuori da Palazzo Chigi, il vicepremier non ha detto propriamente quanto riportato da Saviano: non ha infatti parlato di mettere in galera tutti i migranti a bordo ma solo quelli che si erano resi protagonisti dell’ammutinamento a bordo della Vos Thalassa che ha poi dato origine alla missione della nave Diciotti verso la Sicilia. Per completezza di cronaca, ecco le esatte parole di Salvini: «Prima di concedere qualsiasi autorizzazione attendo di sapere nomi, cognomi e nazionalità dei violenti dirottatori che dovranno scendere dalla Diciotti in manette. Se su quella nave c’è gente che ha minacciato e aggredito non saranno persone che finiranno in albergo ma in galera – dice – quindi non darò autorizzazione allo sbarco fino a che non avrò garanzia che delinquenti, perché non sono profughi, che hanno dirottato una nave con violenza, finiscano per qualche tempo in galera e poi riportati nel loro paese».