Ci ha messo due giorni per entrare subito nel ruolo e lanciare il suo personale “avviso” al Ministro Salvini: si chiama Piercamillo Davigo e da poco è stato eletto come nuovo Consigliere Csm in Cassazione, dopo essere stato negli Anni Novanta uno dei magistrati più importanti del pool di Mani Pulite. Non particolarmente amato dal Centrodestra per la sua nomea di “manettaro-giustizialista” come ancora oggi qualcuno sui social lo chiama, Davigo esordisce al Csm attaccando il Ministro degli Interni sul caso migranti della Nave Diciotti: «La Costituzione della Repubblica riserva le decisioni sulla libertà personale all’Autorità giudiziaria, anche per convalida degli arresti – sostiene il magistrato – Escludo che un ministro possa dare ordini alla magistratura». Nell’intervista odierna al Fatto Quotidiano con Marco Travaglio, il neo consigliere Csm chiede a Salvini il rispetto della Costituzione, ma si difende dall’attacco di Lega e FdI di “politicizzare” la magistratura: «Io non ho né partiti né governi amici. Applico la legge a tutti, non faccio valutazioni politiche e trovo ridicolo che se ne facciano su di me. Per noi giudici, vale il detto di Mao: non conta il colore del gatto, ma che il gatto prenda i topi», spiega sempre al Fatto.
ANCHE L’ANM BACCHETTA IL MINISTRO
Sul particolare riferimento del soccorso in mare sul fronte immigrazione, Davigo conclude il suo pensiero affermando che si tratta di un obbligo inderogabile, «Ma non coincide con l’andare a prendere i migranti quando partono: quello è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Per troppi anni i nostri governi hanno alimentato la clandestinità negando il visto a chi chiedeva alle nostre ambasciate di venire a lavorare qui, e poi facendo sanatorie per chi arrivava irregolarmente. E ogni condono genera altra illegalità. Sempre». Prima il Csm poi subito dopo anche l’Anm (Associazione Nazionale Magistrati) di fatto una settimana dopo il caso dei Fondi Lega per il processo di Genova, attacca l’operato del Ministro Salvini: «Seguiamo con grande attenzione i possibili risvolti giudiziari connessi alla vicenda della nave Diciotti. Chiediamo che il lavoro dei magistrati della Procura di Trapani venga lasciato proseguire senza interferenze. Per questo motivo ogni richiesta di adozione di provvedimenti dell’autorità giudiziaria, da chiunque provenga, risulta ingiustificata e non in linea con i principi di autonomia e indipendenza fissati dalla Costituzione, cui tutti devono attenersi», spiega il presidente Anm Francesco Minisci.