E’ un peschereccio di legno partito dalla Libia il barcone con a bordo 450 migranti che dalla zona Sar maltese sta navigando in direzione dell’Italia e sulle cui sorti si profila un nuovo braccio di ferro tra Roma e La Valletta. E’ quanto riferisce Malta Today. L’uso di una barca di legno sembra essere una nuova tendenza adottata dai trafficanti di persone in Libia in risposta al blocco dei porti alle Ong, accusate di favorire indirettamente il traffico illegale di esseri umani. Mentre queste ultime sostengono invece di salvare vite in mare. Barche in legno erano state usate in passato per trasportare migranti dalla Libia. Il più delle volte si tratta di navi sovraffollate e in pessime condizioni ma più robuste dei gommoni usati negli ultimi anni. E dunque con più probabilità di raggiungere direttamente Lampedusa o Malta. Il barcone con 450 migranti a bordo partito dalla Libia e segnalato in precedenza in acque Sar (ricerca e soccorso) maltesi, a quanto si apprende, nelle ultime ore ha corretto la rotta verso Lampedusa entrando in acque Sar italiane.
L’episodio già di per sé significativo fa il paio con quella che potremmo chiamare la strategia Scalfaro. Lo ricordate il presidente della Repubblica che levò il terreno sotto i piedi al primo governo Berlusconi, convincendo Bossi e Buttiglione a schierarsi contro il Cavaliere? E che dire di Ciampi e Napolitano che prima sottraendo Follini dell’Udc e poi Fini al campo del centrodestra riproposero il più logico dei “divide et impera”, certo aiutati dalla gestione irrituale della politica da parte del Signore delle Cene Eleganti, ma comunque con una visione stringente: il centrodestra non deve governare.
Logica riproposta con freddezza esangue da Sergio Mattarella. Niente incarico al centrodestra, anche se coalizione più votata. Forse nel timore che un Berlusconi ormai elettoralmente debole potesse rifarsi al mercato delle vacche di Camera e Senato. E poi l’affondo: come un tempo i presidenti della Repubblica eletti dal centrosinistra si prodigavano per separare i cespugli del centrodestra da Berlusconi, ora lo scopo è staccare Di Maio da Salvini puntando sull’anello debole della catena: Giuseppe Conte.
Telefonata imperiosa dal Quirinale al presidente del Consiglio che non si esime dal portare a Mattarella lo scalpo del ministro dell’Interno. Col risultato di far fare anche a questo Matteo la figura del quaquaraquà.
E così, mentre tutti i leader “moderni” ci dicono che destra e sinistra non hanno più senso, da 25 anni a questa parte gli inquilini del colle più alto ci ricordano in ogni circostanza da che parte stanno. A Salvini non resta che prendersela con Malta, fingendo di non sapere che è a poche centinaia di metri dal Viminale che lo vogliono morto.