QUORUM/YOUTREND E CATTANEO-ZANETTO (6 LUGLIO): DOVE SI INFORMANO I PARLAMENTARI?
Secondo un interessante studio composito da Quorum/YouTrend e Cattaneo-Zanetto, è stata svolta per la prima volta un’analisi complessa e completa su un campione rappresentativo di 94 Parlamentari della nuova legislatura iniziata dopo il 4 marzo 2018. Tra i tanti elementi emersi nel sondaggio, è stato chiesto «quali fonti di informazione online vengono utilizzati almeno una volta durante la settimana parlamentare». E qui emerge cosa e dove ricercano i nostri politici per informarsi sulle realtà di tutti i giorni: ebbene, l’Ansa vince al primo posto al 685, seguono Corriere della Sera (67%), Huffington Post (60%), La Repubblica (59%) e Fatto Quotidiano al 57%. Dietro tutti gli altri, tra cui il Sole 24 ore (47%), La Stampa (42%), Sky Tg24 (33%), ma anche Dagospia (31%), Tg Com24 (29%) e Fanpage (27%). Intanto viene anche chiesto ai 94 Parlamentari quali media sarebbero più vicini o più lontani al neo Governo gialloverde: qui Il Fatto Quotidiano, Tg La 7 di Enrico Mentana e Non è l’Arena di Massimo Giletti sono i prodotti media più consultati-visti dai parlamentari grillini e leghisti; di contro, i media più lontani dal Governo risultato essere il Tg3, la Repubblica e il Foglio di Claudio Cerasa.
QUORUM (4 LUGLIO): IL 74% VUOLE RIMANERE NELL’EURO
Migranti, bilancio economico, crescita e alleanze militari: l’Europa negli ultimi anni è messa sotto attacco dal doppio problema “populismo” e “disparità” tra alcuni Paesi forti e tutti gli altri. Il populismo e il senso di anti-europeismo è nato e cresciuto proprio perché dall’altra parte si diffondeva un ipocrita senso di “unione” con alcuni che approfittavano di altri. Nessuno dei due problemi ovviamente risolve la questione e soprattutto assolve al progetto illuminante e benevolo che i padri dell’Europa ebbero in mente quando l’hanno fondata dopo la Seconda Guerra Mondiale. Guardando agli ultimi sondaggi prodotti da Quorum per Sky Tg24, si scopre che tutti i problemi attuali dell’Europa – specie sul fronte immigrazione e crescita economica – sono tutt’altro che superati e restano presenti nell’immaginario collettivo degli elettori. Al netto di questo però, al momento, il 65,6% non vuole neanche sentire parlare di un referendum sull’uscita dall’Euro (mentre il 34,4% seguirebbe la linea M5s-Lega sul farlo realmente tale referendum). Nello specifico però, qualora dovesse realmente tenersi il voto, gli italiani al momento non hanno dubbi nonostante tutti i problemi presenti: il 74,1% vuole ancora restare nell’Euro, mentre solo il 22,5% vorrebbe uscire dall’Unione e abbandonare la moneta unica.
EUMETRA (4 LUGLIO): GOVERNO CONTE “PREMIATO” AL 56%
Nei sondaggi pubblicati da Eumetra è stato chiesto agli elettori intervistati quale fosse la prima impressione e giudizio sui primi mesi targati Lega-M5s del nuovo Governo di Giuseppe Conte. Ebbene, nonostante le tante critiche all’inesperienza, l’effetto rimasto sulla gente è ancora positivo con il 56% complessivo che approva l’operato dell’esecutivo gialloverde finora. Immigrazione, Decreto Dignità e battaglia contro i vitalizi dei Parlamentari: le parole chiave della maggioranza convincono gli elettori che al 185 definiscono “molto positivo” l’operato e al 37% lo approvano con larga positività. Contro il Governo Conte invece si schiera il 42% degli elettori intervistati che non ha gradito i primi mesi e soprattutto i primi provvedimenti dell’esecutivo più “populista” della storia repubblicana italiana.
TERMOMETRO POLITICO (13 LUGLIO): FASCISMO&RAZZISMO? COLPA DELLA SINISTRA
È un sondaggio interessante quello proposto da Termometro Politico sul “caso” razzismo: per una volta però non vengono monitorati i dati sui partiti politici, ma viene osservato e indagato il ruolo dei social nei tanti cittadini che sulle oscure tematiche sempre più “di ritorno” – razzismo e fascismo. In particolare, nel sondaggio stilato il 13 luglio scorso, è stato chiesto agli intervistati cosa ne pensassero della accuse di razzismo e fascismo che girano tra utenti sui social e su internet. Ebbene, per il 51,9% la colpa è da attribuire ad una parte della sinistra che ha avuto, durante gli anni di Governo, atteggiamenti e scelte errate tali da spingere molti elettori a votare a destra (Lega) o comunque partiti populisti (Movimento 5 Stelle). Per il 21,2% le nuove “ondate” sui social sono fastidiose e ingiuste ma non avranno effetti collaterali nella realtà di tutti i giorni; il 15,4% invece sono accusa fondate quelle su razzismo e fascismo ma fanno perdere voti alla sinistra, mentre solo il 7,6% pensa che tutto ciò porterà invece più voti a Pd, LeU e soprattutto Potere al Popolo, che ha costruito la propria campagna elettorale e “nodo politico” sul problema razzismo-fascismo.
IPSOS (10 LUGLIO): PRIMARIE PD, ZINGARETTI STRACCIA RENZI
Che non sia il “periodo” di Matteo Renzi ormai è piuttosto chiaro, almeno a livello elettorale: un periodo però piuttosto lungo visto che dura di fatto dal referendum costituzionale del 2016, con in mezzo la parentesi felice ma illusoria delle Primarie Pd vinte praticamente senza avversari. Negli ultimi sondaggi prodotti da Ipsos sulle prossime consultazioni (ad inizio 2019) per il Congresso dem, l’ex premier si vede completamente superato se non addirittura triplicato nei consensi rispetto al candidato e Governatore Lazio, Nicola Zingaretti. Nei dati emersi dalle ultime rilevazioni, al momento il 49% degli elettori intervistati darebbe il proprio voto a Zingaretti nelle prossime Primarie dem, mentre solo il 15% sceglierebbe ancora Matteo Renzi (36% non sa o non indica). Se si scende poi tra gli elettori “interessati alle Primarie Pd” allora le quote renziane si alzano fino al 29%, mentre Zingaretti rimane al 42% comunque sempre vincente. Nelle intenzioni di voto in casa Pd, invece, le percentuali si modificano leggermente (30% per Renzi, 42% per il fratello dell’attore Luca Zingaretti) mentre calano vertiginosamente (contro l’ex sindaco di Firenze) se si sposta la domanda tra gli elettori di altre liste di sinistra o centrosinistra, con Renzi che sprofonda all’18% e Zingaretti vola al 68%.
SWG (9 LUGLIO): LA LEGA È IL PRIMO PARTITO
Da circa un mese i più affidabili sondaggisti italiani danno la situazione in costante “staffetta” nelle ultime intenzioni di voto sulla situazione elettorale: Lega o Movimento 5 Stelle, questo il “dilemma” al vertice della politica italiana in questi primi mesi di governo gialloverde. Le opposizioni sembrano essere sparite, o comunque declassate, esattamente come successo nel 2014 durante il “magic moment” di Matteo Renzi dopo le Elezioni Europee: osservando gli ultimi sondaggi Swg, il Pd oggi resta ancorato al 18% più per “disperazione”, ovvero per evitare di votare i populisti che non per una reale convinzione nel progetto ormai annacquato dei dem (divisi tra troppe correnti e senza un leader ancora riconosciuto dopo Renzi). Forza Italia al 8,4% è in completa caduta libera e Fratelli d’Italia da una parte (3,9%) e LeU dall’altro (2,5%) non sfonderanno mai con un bacino elettorale troppo piccolo. E allora non resta che vedere tra Salvini e Di Maio chi convince di più, oggi, gli elettori italiani: al momento la Lega diviene una garanzia maggiore, anche grazie al caso immigrazione, e si porta al 30,1% su base nazionale contro il 29,7% del M5s in calo dopo le Elezioni Politiche. Per quanto riguarda “gli altri”, sale e di tanto Potere al Popolo (all’1,9%) e cala invece +Europa di Emma Bonino all’1,8%.