Lo scontro di livello ormai non frenabile tra l’Inps e il Governo prende spunto dalle contestazioni – o meglio, dai contenuti delle relazioni tecniche – messe a punto da Tito Boeri in merito al prospetto del Decreto Dignità preparato dall’esecutivo M5s-Lega. Stando al Presidente nominato dall’Inps, è stata introdotta nel testo la pausa tra un contratto di somministrazione e il successivo da siglare, in modo che «verrà reso più difficile prorogare i contratti oltre i 12 mesi. Così viene penalizzato il il ricorso a una forma di flessibilità tutelata per il lavoratore in somministrazione (dai dati del ministero del Lavoro risulta che il numero dei contratti in somministrazione è cresciuto costantemente dal 2014 al 2017 passando da circa 364.000 a circa 570.000)». In questo senso, secondo Boeri il Decreto a firma Luigi Di Maio è il 7% dei lavoratori ad avere una durata di contratto compresa tra i 13 e i 24 mesi: «140.000 lavoratori che potrebbero avere problemi di rinnovo e potenzialmente finire disoccupati». (agg. di Niccolò Magnani)
PREVISTO IL CALO DELL’OCCUPAZIONE
Tito Boeri ha attaccato con forza la possibilità che le stime riguardanti gli 8mila occupati in meno dopo la messa in atto del Decreto Dignità fossero state modificate per danneggiare il Governo. Il presidente dell’Inps ha ulteriormente alzato i toni dello scontro in particolare con il Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, sottolineando come la stima al ribasso degli occupati conseguente al Decreto Dignità fosse stata già ampiamente prevista, prima ancora che il capo politico del Movimento 5 Stelle ipotizzasse un sabotaggio. Boeri ha poi chiesto maggiore rispetto per il suo ruolo: “L’esecutivo che mi ha nominato non mi ha mai chiesto di giurare fedeltà al suo programma, né io avrei mai accettato di farlo. Chiedo lo stesso rispetto istituzionale a questo esecutivo, non tanto per me stesso, quanto per la carica che ricopro.” (agg. di Fabio Belli)
E’ SCONTRO TOTALE
E’ scontro totale tra il Governo e Tito Boeri, presidente dell’Inps. Presente in audizione alla Camera, il numero uno Inps si è scagliato contro Luigi Di Maio, che avrebbe “perso contatto con la crosta terrestre”, e contro Matteo Salvini, “minacciato da chi mi deve tutelare”. Il ministro dell’Interno ha già replicato alle affermazioni di Boeri, pochi minuti fa è giunta la risposta anche del capo politico del Movimento 5 Stelle: “Boeri dice a me di aver perso il contatto con la realtà. La verità è che oggi si è seduto sui banchi dell’opposizione. Non è la prima volta, speriamo sia l’ultima”. Ma c’è di più: secondo quanto riportato dai colleghi di Tg Com 24, da Palazzo Chigi filtra irritazione per i toni e per i contenuti delle affermazioni rivolte dal presidente dell’Inps. “Toni inaccettabili e di espressioni fuori luogo”, soprattutto perché arrivano da una figura che dovrebbe mantenere un profilo esclusivamente tecnico. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SALVINI REPLICA A BOERI
Tito Boeri nel corso dell’audizione di fronte le commissioni Finanze e Lavoro della Camera dei deputati ha parlato del decreto dignità di Luigi Di Maio, riservando qualche stilettata al ministro pentastellato, ma ha anche chiamato in causa il ministro dell’Interno Matteo Salvini. In particolare, il presidente dell’Inps ha parlato “minacce da parte di chi dovrebbe presiedere alla mia sicurezza personale”, facendo riferimento alla richiesta di dimissioni. Sulla vicenda, come riporta Il Messaggero, è giunta la replica del segretario federale della Lega: “Minacce a Boeri? Ma quando mai. Il presidente super-attaccato alla poltrona dimostra ancora una volta grande fantasia, come quando chiede più immigrati per pagare le pensioni, o quando difende la legge Fornero. Se vuole fare politica con la sinistra che l’ha nominato si candidi, altrimenti lavori per migliorare la qualità dei servizi offerti dall’Inps ai cittadini”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“NO MINACCE DA SALVINI”
Davanti alle commissioni Finanze e Lavoro della Camera, Tito Boeri ha ricordato non solo a Di Maio che le stime sul Decreto Dignità fatte dall’Inps sono addirittura “ottimistiche” rispetto a quanto già emerso, ma soprattutto ha ribadito che non vuole sentire minacce di alcun genere per il suo semplice operato da n.1 dell’Istituto di Previdenza Sociale. «Alcuni giornali mi hanno nei giorni scorsi attribuito la volontà di rimanere in ogni caso Presidente dell’Inps fino al termine del mio mandato, che non è poi così vicino dato che in sei mesi si possono fare tante cose. Come voi sapete, nel 2015 ho accettato questo incarico solo a fronte di un giudizio positivo sulle mie competenze espresso dalle Commissioni Lavoro di Camera e Senato», ha spiegato Boeri in audizione, confermando che «Se nelle sedi istituzionali opportune mi venisse chiesto di lasciare il mio incarico anticipatamente perché ritenuto inadeguato a ricoprirlo, ne trarrei immediatamente le conseguenze». Poi l’attacco diretto a Matteo Salvini, seppur non nominandolo ma facendosi capire benissimo: «Cio’ che non posso neanche prendere in considerazione sono le richieste di dimissioni on line e le minacce da parte di chi dovrebbe presiedere alla mia sicurezza personale».
L’AUDIZIONE DEL PRESIDENTE INPS
Decreto dignità, Tito Boeri: “Non sono contrario”. Il presidente dell’Inps ha fatto il punto sul decreto firmato dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio in audizione nelle commissioni Finanze e Lavoro della Camera e, intervenuto nella Sala del Mappamondo, ha analizzato: “Mi sono limitato sin qui a offrire informazioni a voi utili sulla relazione tecnica al DL 87 piuttosto che offrire una valutazione sul provvedimento. I due piani vanno tenuti nettamente distinti: la relazione tecnica infatti offre una descrizione dei probabili effetti del provvedimenti e non già una sua valutazione. Questa distinzione tra approccio positivo, cioè spiegare cosa potrebbe avvenire, e approccio normativo, dire se un provvedimento è più o meno auspicabile, è fondamentale e viene troppo spesso ignorata nel confronto pubblico. Ieri il ministro Di Maio ha detto che quella è una valutazione politica e il ministro Salvini nei giorni precedenti, nel chiedere per l’ennesima volta le mie dimissioni, aveva ravveduto nei contenuti della relazione tecnica la mia personale opposizione al decreto cosiddetto dignità”.
BOERI SUL DECRETO DIGNITA’
Continua Tito Boeri: “Nel corso della precedente legislatura, a partire dalla relazione annuale dell’anno scorso, ho avuto modo di sottolineare che occorre modificare il decreto Poletti, ponendo un limite a quello che oggi è di fatto un periodo probatorio di tre anni”. Sottolinea il numero uno dell’Inps: “Credo perciò che l’obiettivo del provvedimento qui discusso sia giusto e che possa essere difeso anche a fronte di un modesto effetto negativo iniziale sull’occupazione. Ho forte riserve sul ripristino del causalone, che aggiunge burocrazia e aumenti ai costi e in qualche modo induce maggiori intermediazioni dei rapporti di lavoro, e sul fatto che si disincentivi le assunzioni a tempo indeterminato aumentando al 50 per cento la pendenza della curva che associa i costi di licenziamento all’anzianità aziendale nei contratti a tutte le crescenti” “Io personalmente non sono affatto contrario allo spirito del provvedimento qui discusso, ma questo non mi esime dal fare dei conti con della realtà”. Infine, l’attacco: “Affermare che le relazioni tecniche esprimono un giudizio politico significa perciò perdere sempre più contatto con la crosta terrestre, mettersi in orbite lontane dal nostro pianeta”, evidenziando che “il ministero sapeva che sarebbero scesi gli occupati”.