Sull’effetto Salvini a Pontida ha parlato anche il giornalista Antonello Caporale, de Il Fatto Quitidiano, ospite presso la trasmissione televisiva ‘Omnibus’ su La 7, sottolineando in particolare i toni aggressivi della comunicazione del leader leghista. “Salvini? Sa bene che il mercato della paura è floridissimo e quindi lo alimenta in ogni modo. La parola più utilizzata da Salvini, in riferimento a ogni tipo di problema, è un termine amichevole, confidenziale, quotidiano: schifo. Nel pieno della campagna referendaria del 4 dicembre 2016, Salvini, anziché spiegare le ragioni del No alla riforma costituzionale, parlava dei migranti. Salvini fa leva sullo sconforto, sullo schifo. Mette i migranti ovunque. Ora sostituisce i terroni di 15 anni fa coi nuovi schiavi del Sud. A Pontida i meridionali sono stati accolti come Ascari.” E il tema della paura secondo Caporale è centrale: “Addirittura per i bambini rom ha scritto che “serve la ruspetta“. Fa paura quello che Salvini dice nei suoi tweet.” (agg. di Fabio Belli)



FELTRI E LE DIFFERENZE COL M5S

Con un titolo esemplificativo, e azzeccato, Vittorio Feltri ha aperto Libero ieri con «La Lega a Pontida, i grillini al Gay Pride»: per il discusso direttore del quotidiano, la differenza tra i due partiti populisti di questo Paese sta tutta in quel titolo. I primi sono vicini ad un trionfo, i secondi si “rifugiano” nei diritti non riuscendo a combinare molto a livello di gestione amministrativa del potere: «La differenza sostanziale tra M5s e Lega è la capacità amministrativa, dimostrata con i fatti dal Carroccio. Si pensi a Luca Zaia, che da anni guida il Veneto in modo esemplare. Anche la Lombardia è un simbolo delle capacità della Lega di amministrare in modo saggio: dopo Maroni è arrivato Fontana, sono fatti e non opinioni», ha spiegato il direttore di Libero a “L’Aria che Tira”, questa mattina su La7. Secondo l’anziano giornalista, spesso molto critico nei confronti dello stesso vicepremier della Lega, «Bisogna riconosce che Salvini, che era partito con un movimento ridotto al 4%, in relativamente poco tempo è riuscito a creare una Lega che non solo è al governo, ma ha una percentuale potenziale di consensi molto alta e destinata a crescere: la forza propulsiva di Salvini non si è esaurita in una fase propagandistica – sottolinea il direttore -, abbiamo visto che Salvini cerca anche di concretizzare». 



LA “TRIPLICE OPA” DI SALVINI

Lega protagonista al Governo ma non solo. Come vi abbiamo raccontato con dovizia di particolari, ieri si è tenuto a Pontida l’annuale evento del Carroccio, con migliaia di militanti e sostenitori che hanno partecipato al raduno ‘verde’. E l’Huffington Post evidenzia la direttrice seguita da Matteo Salvini, “una triplice Opa” evidenzia Gabriella Cerami. La prima sul continente europeo, in vista delle elezioni del 2019 e dell’obiettivo di formare la cosiddetta Lega delle Leghe, con il Carroccio “punta di diamante del polo sovranista”. La seconda opa, invece, è quella rivolta al governo: la chiusura dei porti “spetta solo a me”, ha sottolineato il ministro dell’Interno, sempre più one man show dell’esecutivo di Giuseppe Conte. Infine, quella più evidente ed in stato avanzato, ovvero l’opa sul centrodestra: questa è rappresentata anche fisicamente, con l’invito a diversi governatori azzurri invitati sul palco di Pontida a parlare. Giovanni Toti su tutti. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CALDEROLI E FONTANA A PONTIDA

Ieri, domenica 1 luglio 2018, a Pontida si è tenuto l’annuale evento della Lega e sono state tante le voci del Carroccio a commentare il lavoro del Governo e l’operato di Matteo Salvini, ma anche per commentare la coalizione con il M5s, tra chi è pro e chi è contro. Tra i ministri presenti, Lorenzo Fontana: “Oggi sul palco di Pontida insieme a Maruen, un amico speciale pronto a combattere con noi una battaglia contro il bullismo e le discriminazioni nei confronti delle persone con disabilità. Un Paese civile si distingue innanzitutto dal rispetto, dall’attenzione e dalla cura per le persone più bisognose”, il commento del ministro alla Famiglia e alla Disabilità. Questo, invece, il commento di Roberto Calderoli ai microfoni di Mediaset: “Direi proprio di sì: al posto che subire quello che volevano gli altri, quest’anno si è discusso di ciò che ha proposto l’Italia. E’ chiaro che non è con il primo Consiglio che porti a casa tutto, ma è cambiato il metodo. Sbarchi estivi? Sarà sicuramente una battaglia, ma ci sono i presupposti per fare bene”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

SALVINI, “LEGA DELLE LEGHE IN UE”

È nata la SuperLega: per carità, nulla di “scientifico” o di “rivoluzionario”, semplicemente Matteo Salvini ha dato la giusta chiusura del cerchio di un periodo che lo ha visto centrale in tutto quello che ha significato la politica italiana negli ultimi 60 giorni. Protagonista nazionale, non più locale, rappresentante della Destra italiana lontana da Forza Italia – sebbene ieri sul palco della Lega a Pontida si trovava ancora Giovanni Toti (FI, presidente Liguria) assieme agli altri Governatori leghisti – e al Governo con il M5s per poter “approfittare” dell’inesperienza grillina per iniziare a fare intravedere al suo elettorato (e a quello deluso di Berlusconi e Renzi) una possibile campagna elettorale perenne verso il 30-40% impensabile fino a solo un anno fa. «Si rassegnino – ha detto ieri dal palco centrale del raduno leghista – i compagni: l’Italia che noi governeremo per i prossimi 30 anni è una Italia che non ha paura di niente e nessuno, è un’Italia orgogliosa e fondata sulle autonomie». Non c’erano Bossi, Maroni e i critici “locali”, c’era invece il sud, Toti e quella nuova “Lega delle Leghe” che Salvini intende lanciare anche in Europa per poterla svuotare di tutte le élite. «Penso a una Lega delle leghe in Europa  che metta insieme tutti i movimenti liberi, sovrani»: il sovranismo come “nuova” ideologia pronta a conquistare non solo il potere in Italia ma anche una continuità e una sfida aperta agli europeisti anche fuori dai nostri confini. Ad oggi, in effetti, la Lega è più forte di Le Pen e Kurtz e punta dritto alla “modalità-Orban” per stravolgere gli equilibri politici attuali.

LO SCONTRO CON IL M5S

Per poter emergere ancora di più, la Lega di Salvini dovrà prima o poi fare i conti con l’alleato interno del Governo che in teoria ha il doppio del peso, visti i risultati dei seggi del 4 marzo. Ora però è chiaro che il Ministro degli Interni ha un potere decisamente più ampio e un consenso maggiore per provare a fare ancora di più la voce grossa con i grillini alleati: ieri ha spiegato con chiarezza che i porti chiusi li decide lui e sui diritti LGBT le dichiarazioni di di Spadafora sono “solo a titolo personale”. «Bene Di Maio, gli altri meno, Fico non ne parliamo. Salvini aspetterà il loro primo passo falso, farà cadere il governo e vincerà le elezioni con il centrodestra»: a dirlo è una militante storica della Lega che ieri a Pontida come tanti altri ha ben chiaro il percorso da fare. Annientare da dentro il Movimento 5 Stelle, svuotarlo dei voti e riproporsi alle Elezioni con il Centrodestra sempre più salvinizzato e con Berlusconi solo lontano “padre costituente” ma senza ormai alcun peso specifico. Se poi viene chiesto a Giorgetti, il vero n.2 della Lega (nonché Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e punto di contatto fra M5s e Carroccio), quando durerà il Governo e la risposta è questa, «l governo durerà ma ci saranno delle evoluzioni. Certo, se in Europa non si aprono spazi sui conti e sull’immigrazione sarà difficile fare qualcosa…».