IXÈ (16 GIUGNO): TEMI GOVERNO, “MEGLIO ECONOMIA CHE IMMIGRAZIONE”

Interessante il sondaggio proposta da Ixè lo scorso 16 giugno e volto a conoscere l’interesse reale degli intervistati circa i possibili piani e riforme che il Governo Lega-M5s dovrebbe mettere in atto nei prossimi anni. Ebbene, nonostante sul fronte immigrazione oltre il 60% si dice concorde e in linea con le scelte di Salvini & Di Maio, agli italiani interessa nettamente più tematiche come l’Economia, il Lavoro o lo Sviluppo rispetto alla pur grave e importante vicenda dell’immigrazione. Scendendo nei dettagli e nelle cifre, si scopre come il 62% vorrebbe che il Governo Conte si concentrasse sui temi economici e di sviluppo del lavoro in Italia, mentre “solo” il 25% vorrebbe che affrontassero con priorità il nodo migranti. Il 28% ritiene che il fronte tasse sia la vera priorità su cui mettere mano nelle prossime settimane, mentre il 25% sposa la linea del Movimento 5 Stelle con il sostegno al reddito delle famiglie e delle persone tramite il cosiddetto Reddito di cittadinanza (o misure simili, ndr). Infine, il 23% si trova d’accordo con Salvini nell’operare sul campo della sicurezza con varie leggi dalla Giustizia riformata alla legittima difesa fino alla carcerazione sicura di chi delinque. 



TERMOMETRO POLITICO (15 GIUGNO): MIGRANTI, MORTI COLPA DI UE E ONG

I sondaggi prodotti da Termometro Politico sono stati effettuati nei giorni della massima emergenza immigrazione per i casi Aquarius e Lifeline, ma mostrano un dato alquanto interessante e assai “spendibile” anche per le odierne emergenze migranti dopo il Consiglio Ue e in attesa di gravi altri fatti nel Mediterraneo nei prossimi giorni. È stato chiesto agli elettori intervistati di chi sarebbe la colpa di eventuali altri morti di migranti in mare (la domanda verteva sui migranti specifici della Aquarius ma la vicenda è ovviamente allargabile anche ad oggi e ai nuovi casi Openarms e Sea Watch) e la sorpresa è che le colpe vengono distribuite più su Ong e Unione Europea che non sul Governo italiano. Tradotto, la linea dura di Salvini e Di Maio sui migranti e i porti chiusi, non li espone alle critiche, se non dal 18,6% degli elettori: il 29,2% ritiene che la Ue abbia la responsabilità maggiore, seguita dalle Ong che hanno colpe per il 19,1%. Percentuali più basse per gli stessi immigrati che hanno scelto di partire a proprio rischio (17,6%) e soprattutto gli scafisti (10,2%), che in realtà sarebbero i primi responsabili a rigor di logica di naufragi e condizioni disumane in mezzo al Mare. Solo il 3% dà poi le colpe a Malta e al governo di Muscat assai duro nei respingimenti ai propri confini. 



SWG (2 LUGLIO): LEGA PRIMO PARTITO AL 30%

La Lega di Matteo Salvini è ormai stabilmente il primo partito in Italia: gli ultimi sondaggi condotti dopo il raduno show di Pontida di domenica scorsa premiano il movimento leghista davanti al Movimento 5 Stelle e sfiorando addirittura il 30%, operazione impensabile solo qualche mese fa. Nelle intenzioni di voto prodotte da Swg nella giornata del 2 luglio 2018, il Carroccio conquista il 29,8% di consensi nazionali, mentre il partito di Di Maio scende al 28,7%. Distanze abissali rispetto a tutti gli altri partiti, con il Partito Democratico unico a “reggere”, pur calando, al 17,8%: per Forza Italia è crisi nerissima, sceso all’8,2% appena il “doppio” di Fratelli d’Italia che rimane stabile al 4,3% su scala nazionale. Interessante il “movimento” in fondo alla classifica sulle forze a sinistra del Partito Democratico: il progetto di LeU dei vari Boldrini, Grasso, Speranza e Fratoianni sembra naufragare e non andare oltre al 2,7%, con addirittura la sinistra estrema di Potere al Popolo che risale al 2,1% e quasi prende la coalizione degli ex Sel, Pd e Sinistra Italiana. 



BIDIMEDIA (24 GIUGNO): LEGA-M5S ANNIENTA L’OPPOSIZIONE

Il dato che impressiona delle ultime intenzioni di voto su scala nazionale, espressa dai sondaggi politici di Bidimedia, non è tanto chi tra Lega o Movimento 5 Stelle abbia più voti, maggior consenso e capacità di superare il rivale-alleato di Governo: bensì, è il ruolo e il peso delle opposizioni ad impressionare. Dopo un mese di legislatura gialloverde, il Pd e soprattutto Forza Italia sembrano davvero esseri spariti dalla scena pubblica, dal contraddittorio “influente” e dal ruolo che compete a chi non governa e deve “controllare” i propri rivali. Tra crisi di partito, sconfitte alle Amministrative, Congressi mai avvenuti (sul serio) e mancanza di leader post-Renzi, il Pd tutto sommato è anche miracoloso che resti al 19% dopo la debacle del 4 marzo. Per quanto riguarda invece Forza Italia, l’8,9% condanna Berlusconi più ad una “élite” che non ad un vero partito di opposizione, con tutta l’anomalia del caso di una coalizione di centrodestra unita nei Comuni e nelle Regioni e fratturata tra Governo leghista e opposizione. Fronte numerico, il M5s di Di Maio tiene ancora al 28,6%, appena davanti a Salvini col 27,7% in netta ascesa: Fratelli d’Italia prende un 4%, NcI sotto l’1% come del resto anche Insieme, Civica Popolare e Svp. Per Leu 2,3% e per Potere al Popolo un dato in crescita all’1,7%.

PIEPOLI (18 GIUGNO): FIDUCIA LEADER, VOLA CONTE

Matteo Salvini e il caso migranti; Luigi Di Maio e il caso Reddito cittadinanza/pensioni Quota 100: ma il vero leader che funziona, a sorpresa, è Giuseppe Conte. Se si osservano i sondaggi condotti da Piepoli lo scorso 18 giugno, si può ben intuire come il Presidente del Consiglio sia ad oggi il politico più stimato dagli elettori, dopo Sergio Mattarella saldamente in testa ormai dal giorno della sua nomina al Quirinale. Nei dati di fiducia e consenso tra i leader politici, “l’avvocato dei cittadini italiani” ottiene il 54%, in aumento rispetto ad una settimana prima: sale moltissimo Salvini che col 46% cresce di 4 punti percentuali nei giorni dei casi Aquarius e Lifeline, mentre Luigi Di Maio si ferma al 43% comunque in crescita anche lui sebbene in forma e velocità “minore”. Mattarella in testa al 64%, tutti gli altri sono in discesa soprattutto Paolo Gentiloni che passa dal 48% al 42% in pochi giorni, non tanto per demeriti propri ma per l’assenza quasi totale dalla scena pubblica in piena crisi Pd e consensi raddoppiati di Lega e M5s. Renzi al 20% certifica lo stato comatoso del centrosinistra che ha pure preso una scoppola importante con i Ballottaggi persi alle Comunali 2018. Chiudiamo con Beppe Grillo, sempre più lontano dall’elettorato “attivo” (al 20% ad oggi), con comunque maggior consenso rispetto ad un altro “non più freschissimo” politico italiano, quel Silvio Berlusconi che perde da Salvini ben 35% di punti percentuali di distanza.