Una lunga intervista, la prima in un importante quotidiano estero dopo la nomina a Ministro degli Interni, e un nuovo “posizionamento” del Governo italiano sempre più vicino a Trump e Putin e dunque lontano all’Europa “tradizionale”. Matteo Salvini oggi è apparso a tutta pagina sul Washington Post con una lunga chiacchierata sulle proposte di politica estera del Governo gialloverde oltre che con le varie tesi forti sul fronte immigrazione. In prima battuta, il leader leghista racconta al quotidiano Usa tutta la soddisfazione nel vedere sempre più vicini Trump e Putin, «è una buona notizia per l’Italia e l’Europa. Un segnale molto positivo quanto osservato nel vertice di Helsinki»: quando gli vengono chiesti lumi circa presunti fondi che la Lega avrebbe ottenuto dalla Russia, Salvini smentisce su tutta la linea «È una fake news. Abbiamo querelato chi lo ha affermato. Non abbiamo mai preso un euro, un rublo né un dollaro». A quel punto il discorso sulla Russia è avanzato a tal punto che il giornalista americano chiede cosa Salvini ne pensi delle ben note vicende “ucraine” del Cremlino e qui forse la notizia più “succosa” fornita dal Ministro: «l’annessione russa della Crimea è legittima. ci sono alcune zone storicamente russe, in cui c’è una cultura e delle trazioni russe, e che quindi appartengono legittimamente alla Federazione Russa. Che sia stato un referendum falsato dalla presenza dei militari di Mosca è un punto di vista, ma non è il mio».



IN AFRICA SERVE IL PIANO MARSHALL

Tra gli altri temi trattati nella lunga chiacchierata sul WP, il vicepremier leghista ha toccato anche il “nodo” dell’Africa con il grossissimo problema delle immigrazioni dalla Libia sempre più incontrollate e fonte di morte per tanti innocenti sul Mar Mediterraneo. «L’Europa ha stanziato 6 miliardi per la Turchia e solo 500 milioni per l’Africa. Noi ci battiamo affinché si spenda di più in Africa. C’è bisogno di un nuovo piano Marshall per il Continente nero». Continuando a trattare il tema complicato del rapporto con l’Ue – come del resto anche lo stesso Trump ha evidenziato negli ultimi giorni – Salvini ha concluso «L’Europa ha capito che l’Italia ha fatto tanto, forse troppo. Ho spiegato ai miei omologhi tedesco e francese che non possiamo fare altro». Rispetto, in ultima analisi, al rapporto tra il Ministro e lo stesso Premier Conte, Salvini dribbla le polemiche «abbiamo la stessa linea. Usiamo toni diversi, ma abbiamo la stessa posizione. (Sulla diciotti, ndr) c’erano divergenze sulle tempistiche dello sbarco».

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